E’ stato il Maroni Soccer Day. Era il giorno dell’audizione al senato sugli episodi di violenza del pre Roma-Napoli, il ministro ha invece ricostruito parzialmente l’accaduto, puntando tutto sulla linea dura: trasferte annullate per le prossime gare ad alto rischio e stadi vuoti per quelle ad altissimo. Si parte nel weekend con lo stop ai tifosi del Catania, per loro niente S.Siro per il match contro l’inter. Stessa storia per i fiorentini al S. Paolo contro il Napoli. Più complesso, lacunoso, il discorso del leghista sui fatti della prima di campionato: «La questura aveva chiesto a Trenitalia di aggiungere il maggior numero di carrozze possibile ai treni per Roma. Le operazioni di filtraggio erano iniziate regolarmente fino a quando alle 10.15 un gruppo di 200 tifosi, approfittando dei soccorsi per un malore, ha superato lo sbarramento sottraendosi al controllo, pur essendo in possesso del biglietto». Il treno sarebbe stato fatto partire alle 12.30 «dopo che il prefetto di Napoli aveva emanato il provvedimento di urgenza per motivi di ordine pubblico». Trenitalia avrebbe avuto l’intento di proseguire la verifica ticket in viaggio. Poi: «I tifosi sono arrivati a Roma alle 15.45, a ridosso dell’intervallo della partita. Nel momento dell’accesso allo stadio alcuni hanno tentato lo sfondamento con lancio di oggetti sulle forze dell’ordine: due tifosi sono stati arrestati». Secondo Maroni, Prefetto e questore non avrebbero colpe: «L’errore è stato fatto a monte (dall’Osservatorio, Ndr). E’ quello di aver fatto partire, comunque, il treno da Napoli, pur sapendo che sarebbe arrivato a partita iniziata, e aver consentito il ritorno dei tifosi sui treni in una domenica di grande rientro». La lettura del fenomeno ultrà fatta dal ministro è semplice: c’erano infiltrazioni camorristiche. «Dei 3096 tifosi, circa 800 erano gravati da precedenti penali. Tra questi, 27 appartenenti o contigui ad organizzazioni camorristiche, 5 per associazione a delinquere, 70 per esplosivi e armi». La ricetta-minaccia: ancora tolleranza zero. «Se dovessero ripetersi simili episodi, le tifoserie saranno punite con il divieto di trasferta per tutto il campionato». Il giornalista sportivo Michele Plastino, che da anni segue da vicino le sorti di Napoli e Lazio, resta perplesso: «Ci sono dei grandi punti interrogativi. Come si fa a controllare in treno tutte quelle persone? Perché hanno fatto fare tutte le fermate al treno? I ragazzi raccontano di essere stati fermi per venti minuti in un tunnel, perché è successo?». Poi commenta: «Se i dati fossero esatti, la percentuale di persone con precedenti camorristici è minima. Se si andasse in certi quartieri sarebbe molto più alta. I danni all’interno del treno sono stati dei bagni rotti, vetri, una porta. Di certo se dietro a questo episodio ci fosse stata la camorra sarebbe stato molto peggio». Chi è veramente il tifoso del Napoli? «E’ un tifoso con una storia diversa. Non ha mai avuto collegamenti con la politica, né con quella di destra né con quella di sinistra, forse anche per questo era il migliore. Il napoletano è tra i più appassionati del mondo». Continua Plastino: «In curva A ci sono gruppi in contrasto tra di loro, non tanto per la camorra, come la immaginiamo noi, ma per la conquista del territorio sugli spalti. Si sceglie sempre la città di Napoli come sinonimo di qualcosa che non va, dell’immondizia, di Mastella e ora di ultrà violenti, ma allora mi chiedo: perché non sono state prese sanzioni dopo Parma-Inter dello scorso anno? Perché nel calcio non c’è stata una posizione forte da parte di Berlusconi di sostegno alla città? Dice di aver risolto tutti i problemi del napoletano e ora che fa? Solo qualche battuta». Allora il giornalista “scherza”: «Chi è che ha fatto fuori il Milan dalla coppa campioni lo scorso anno?». Sull’osservatorio: «E’ un po’ paradossale, non si conoscono bene i parametri che vengono utilizzati per segnalare le partite e le tifoserie a rischio. Lo scorso anno aveva ottenuto dei risultati, ma andavano visti anche in parallelo al calo degli spettatori. Oramai tutto è volto alla Pay Tv. Lo stadio è ancora una zona franca, ma attenzione: meno spettatori continueranno a frequentarlo, meno voglia ci sarà di vedere le partite».
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