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Catania/2: Sedicenne tolto alla madre perchè militante del Prc. Il Comunicato della federazione provinciale Prc

Il Partito della Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti di Catania esprimono sconcerto per la notizia appresa dal quotidiano “La Repubblica” secondo la quale la militanza dentro il PRC sarebbe stata una delle cause per le quali un giudice del tribunale di Catania ha deciso di affidare un minore al padre togliendolo alla madre con la quale viveva. Ci sembra innanzi tutto gravissimo che i servizi sociali, sulla cui relazione la sentenza si fonda, abbiano ricollegato la militanza politica dentro Rifondazione all’utilizzo di sostanze stupefacenti ed alcoliche e che abbiano descritto la nostra comunità come un gruppo di pericolosi estremisti dal quale le istituzioni devono allontanare i giovani. A nostro avviso trattasi di dichiarazioni di una gravità senza precedenti che dimostrano innanzi tutto un’allarmante carenza di imparzialità da parte delle istituzioni pubbliche coinvolte nella vicenda che dovranno dare spiegazioni in tutti i luoghi deputati sul discredito che hanno gettato sul Partito della Rifondazione Comunista. Teniamo inoltre a chiarire che il Circolo Tien An Men al quale sono iscritti gli studenti delle scuole superiori, costituisce un oasi felice nella realtà giovanile di Catania. Passione politica, impegno sociale, antimafia, antifascismo costituiscono le basi sulle quali si fonda la comunità che il circolo rappresenta nel Partito, nelle scuole e nella città.

Infine vogliamo ricordare che essere comuniste e comunisti significa, soprattutto in Sicilia, essere dalla parte dei più deboli e degli sfruttati, dei lavoratori, dei migranti e degli studenti. Dalla parte degli esclusi ed emarginati da questa società. Iscriversi a Rifondazione Comunista significa quindi scegliere di appartenere ad una comunità che continua a battersi contro le ingiustizie di questa terra, contro un potere mafioso sempre più potente che continua a mortificarla dentro e fuori le istituzioni . Militare nei Giovani Comunisti significa, poi, per i giovani scegliere di battersi contro i mali di una generazione che tra precarietà, disoccupazione e disgregazione sociale vede il proprio futuro sempre più incerto e insicuro. Invitiamo quindi i servizi sociali catanesi ad esprimere giudizi solo dopo aver conosciuto la realtà di cui parlano, per non correre il rischio di apparire o come i servi sciocchi di chi combatte le comuniste e i comunisti perché troppo scomodi in una realtà come Catania, o come un organo politicamente orientato e pertanto non obiettivo e discriminatorio.

Infine esprimiamo la massima solidarietà ad una famiglia che ha visto la propria vita privata sbattuta sui giornali e ad una madre che se dovesse definitivamente perdere l’affidamento di suo figlio per le ragioni riportate da Repubblica sarebbe vittima di un’ingiustizia giuridica senza precedenti.

Il segretario del Partito della Rifondazione Comunista di Catania

Pierpaolo Montalto

Il Coordinatore Provinciale dei Giovani Comunisti

Valerio Marletta

Il Segretario del Circolo Tien An Men

Emanuele Saluzzo