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Ancora strage di migranti nel Mediterrano. E l’Italia paga i torturatori libici

Ennesime stragi di migranti nel mediterraneo. In un primo naufragio stanotte sono cinquanta i morti al largo della Libia. Lo riferisce la Mezzaluna Rossa libica, citata da Al Arabya che parla di alcuni egiziani tra quelli che hanno perso la vita. La Libia però dice di non avere alcuna informazione riguardo questo naufragio davanti alla costa di al Zawiya, e il portavoce della cosiddetta Guardia costiera libica, l’ammiraglio Masoud Ibrahim, sostiene potrebbe trattarsi sdi una informazione errata.

Poco prima l’Oim, l’agenzia dell’Onu per le migrazioni, aveva riferito invece di un altro naufragio con almeno 11 persone morte dopo che il gommone su cui viaggiavano era affondato. A bordo di quest’ultimo vi erano in tutto 24 migranti. Solo 12 i sopravvissuti e un disperso. Ad incidere in queste stragi, oltre alle politiche razziste della fortezza Europa e il criminale operato della cosiddetta guardia costiera libica, anche il mare grosso e il forte vento che ha impedito i soccorsi alle poche navi delle ong presenti in mare, in particolare Sea Watch, che si trova nel Mediterraneo con 400 naufraghi già a bordo e recuperati in diversi soccorsi.

Giorgia Linardia portavoce Sea Watch Italia Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto

Libia, i torturatori del mare stipendiati dall’Italia

Inseguiti da un gommone e da una motovedetta della guardia costiera libica, picchiati con un bastone e costretti a tornare nell’inferno della Libia. E’ solo uno dei cosiddetti soccorsi operati dalla guardia costiera di Tripoli, questa volta documentato dall’equipaggio della Sea Watch 4 che ha pubblicato il video su Twitter.E’ un weekend di traversate nel Mar Mediterraneo nonostante il maltempo. La Ong tedesca questa notte ha effettuato un quarto salvataggio in 48 ore, soccorrendo un’imbarcazione con 94 persone e adesso ha a bordo 308 migranti e ha chiesto un porto sicuro.

La Ong tedesca, commentando il video del gommone che è stato riportato indietro dai libici sotto i loro occhi, scrive: “Ecco come si svolge un’intercettazione della cosiddetta guardia costiera libica: persone in pericolo picchiate e costrette con la forza a tornare nell’inferno da cui fuggivano. Oggi l’equipaggio di Sea Watch 4 ne è stato testimone e ha documentato i fatti con queste immagini”.”Circa 340 rifugiati e migranti sono stati rimpatriati a Tripoli dalla Guardia costiera libica”.

Lo scrive su Twitter l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) in Libia in riferimento alla giornata di ieri, precisando che “Unhcr e Irc hanno fornito assistenza medica e umanitaria urgente a tutti i sopravvissuti prima che venissero portati in detenzione”. Oltre 5.500 persone sono state rimpatriate in Libia dal gennaio 2021 ricorda l’Unhcr, mentre Safa Msehli. portavoce di Un Migration. sempre su Twitter scrive che “oggi circa 450 migranti sono stati intercettati e rimpatriati in Libia”. “Disperati, scalzi, stanchi e maltrattati, sono stati condotti in detenzione arbitraria dove affrontano maggiori rischi”.

da Globalist