In una conferenza stampa la questura di Bologna è partita all’attacco dei facchini delle facchine: 38 denunce per il picchetto del 2 maggio. Altre 25 per il blocco del 25 giugno e 68 per il 29 giugno. Mentre 19 denunce risalgono al blocco di Cadriano del 5 luglio, e per il blitz alla Coop Lame l’11 luglio sono altri 19 i denunciati e 9 quelli del 13 luglio.
179 denunce dal 2 maggio al 13 luglio, questi sono i numeri con cui la controparte spera di intimorire il movimento della logistica. D’altro canto però questo alto numero di denunce in così pochi mesi rende bene anche la forza che questi uomini e donne, per la maggior parte migranti, sono capaci di mettere in campo. Un movimento quello dei facchini che, su questo sito di informazione non ci stancheremo mai di dirlo, non guarda soltanto alle singole vertenze sindacali ma alla dignità di cui tutti loro hanno diritto.
Per cui l’avvertimento dalla Questura ai facchini stranieri: le denunce possono pregiudicare il rinnovo dei permessi di soggiorno. Oltre ad essere una vile minaccia è anche una manifestazione palese di questo modello di sfruttamento e corruzione contro il quale in tutta Italia sia attraverso le lotte della logistica, sia attraverso quelle sulla casa i migranti si stanno sollevando.
Questi facchini che a Bologna hanno lanciato l’assalto allo sfruttamento prodotto dal potere economico emiliano delle cooperative si sono dichiarati da subito consapevoli che la lotta intrapresa è una lotta difficoltosa e in cui possono contare soltanto sulle loro forze. Forze che però lungo il cammino fatto di scioperi, picchetti e manifestazioni sono sembrate aumentare sempre di più perché la lotta di questi facchini è una lotta che guarda e parla alla dignità di tutti gli uomini e le donne sfruttate, migranti e non.
da InfoAut
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