Anche il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa condanna l’ergastolo ostativo e ribadisce la posizione espressa dalla Corte costituzionale nell’ordinanza n. 97 (redattore Nicolò Zanon) depositata l’11 maggio scorso. A darne notizia è l’Associazione Antigone.
Nella riunione tenutasi tra il 7 e il 9 giugno 2021 il Consiglio d’Europa ha discusso di ergastolo ostativo a partire dal caso Viola per il quale l’Italia era stata già condannata. E il Comitato dei Ministri, che è incaricato di supervisionare l’esecuzione delle sentenze della Corte Edu, «ha ribadito – riferisce Antigone – che sono necessarie misure legislative che diano ai tribunali la possibilità di rivedere la condanna all’ergastolo alla luce di una valutazione globale del percorso di risocializzazione anche in assenza di collaborazione con la giustizia». E ha «sollecitato il legislatore a superare l’attuale automatismo ostativo che subordina l’accesso alla liberazione condizionale alla mera collaborazione con l’autorità giudiziaria».
Inoltre l’organismo europeo, spiega Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, «ha sottolineato che l’Italia deve urgentemente porre fine alla violazione del diritto del ricorrente (Viola), la cui richiesta di accesso alla liberazione condizionale non può ancora essere esaminata da un tribunale in assenza di collaborazione con la giustizia, e ha invitato le autorità italiane ad adottare senza ulteriori ritardi le misure legislative necessarie a garantire che non si verifichino ulteriori violazioni dell’articolo 3 della Cedu».
Non c’è però alcun automatismo neppure nella possibilità, da parte del condannato, di ottenere la liberazione condizionale quando richiesta. La decisione spetterebbe soltanto all’autorità giudiziaria che dovrà valutare, di volta in volta, se il detenuto abbia adeguatamente partecipato all’opera di rieducazione a prescindere dal fatto che abbia collaborato con la giustizia o meno.
Quello de Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa è un pronunciamento «importante», ha commentato Gonnella augurandosi «che il Parlamento si impegni, entro l’anno previsto dalla Corte costituzionale, nell’approvare una legge che tenga conto della giurisprudenza italiana ed europea. L’ergastolo senza speranza è in contrasto con i principi costituzionali e convenzionali».
Eleonora Martini
da il manifesto