Paola Staccioli, fondatrice dell’Osservazione Repressione ci ha lasciati. Una notizia che mette molta tristezza ma ancor piu’ grande e’ il rispetto. La sua storia di compagna, il suo impegno vivra’ nelle storie rivoluzionarie che ci hai restituito.
E’ morta Paola Staccioli, attivista, scrittrice, fondatrice di Osservatorio Repressione
Paola ha pubblicato numerose opere sulla storia, cultura, tradizioni di Roma e vari reportage di viaggio. Dal 2003 ha sviluppato una proposta di “storia del presente”, per narrare, attraverso letteratura, teatro e altre forme di espressione artistica, i movimenti popolari e di opposizione dal dopoguerra a oggi. Nell’ambito di questo progetto ha curato la realizzazione di quattro raccolte di racconti di vari autori tra i quali Pino Cacucci, Andrea Camilleri, Massimo Carlotto, Erri De Luca, Francesco Guccini, Stefano Tassinari. Nei quattro volumi pubblicati si ricordano i manifestanti di sinistra uccisi nelle piazze d’Italia negli anni settanta (In ordine pubblico), le manifestazioni e le lotte operaie e studentesche nella seconda metà del Novecento (Piazza bella piazza), si affronta il tema della resistenza e dell’antifascismo (La rossa primavera). In Per sempre ragazzo (Tropea, 2011), poi, trenta scrittori italiani ricordano, attraverso testimonianze, racconti e poesie, Carlo Giuliani, il ragazzo ucciso a Genova da un carabiniere durante il G8 del 2001. Nell’ottobre 2011 è uscito un suo nuovo libro sulla storia di Roma declinata al femminile: 101 donne che hanno fatto grande Roma (Newton Compton). Nel 2012 sono stati pubblicati altri suoi due libri. Il primo Fatto a Mano (Iacobelli) raccoglie cento curiosità, guinness e personaggi dell’artigianato a Roma. Il secondo è un libro di racconti: Non per odio, ma per amore (DeriveApprodi), scritto insieme a Haidi Gaggio Giuliani, la mamma di Carlo Giuliani e con la prefazione di Silvia Baraldini. I racconti descrivono la vita – e la morte – di sei donne internazionaliste che a partire dalla seconda metà del ‘900 hanno dedicato la loro vita a una rivoluzione di un altro paese. Il lavoro di ricostruzione di memorie rimosse prosegue con Sebben che siamo donne, uscito nel gennaio 2015, dedicato a dieci donne italiane, prevalentemente militanti della lotta armata dagli anni Settanta del Novecento, che hanno perso la vita per ragioni legate alla loro attività politica. Le donne narrate nel libro sono Elena Angeloni (morta nella Grecia dei colonnelli), Margherita Cagol (Br), Annamaria Mantini (Nap), Barbara Azzaroni (Pl), Maria Antonietta Berna (Cpv), Annamaria Ludmann (Br), Laura Bartolini (Autonomia), Wilma Monaco (Udcc), Maria Soledad Rosas (anarchica), Diana Blefari Melazzi (Br-Pcc).
Nel suo contributo Una storia americana Silvia Baraldini ripercorre la propria esperienza personale. Ampie schede ricostruiscono la storia delle organizzazioni in cui hanno militato queste donne. Nel 2016 partecipa con un proprio racconto, dedicato ai lavoratori dell’Ilva di Taranto, al libro collettivo Mai senza rete (Marotta & Cafiero editori), realizzato dalla Rete Iside per promuovere una campagna civile per la salute e la sicurezza sul lavoro.
Dal 2016 ha raccontato la sua personale battaglia contro un cancro del polmone nel blog Le O2, sul sito di Repubblica.it, gestito insieme a Serena Ranieri. Nel dicembre 2016 ha costituito la Fondazione La rossa primavera, con l’obiettivo di difendere e creare sinergie tra:
1) La Memoria delle lotte di classe e dei movimenti. L’intento è di raccogliere e rendere fruibile un patrimonio documentario che rischia nel tempo di andare disperso, inserire documentazione on line, costruire percorsi multimediali. Un lavoro che non vuole ricercare o trasmettere una memoria condivisa, ma valorizzare la linfa vitale delle lotte di quella parte della società che si è identificata nei progetti più radicali di trasformazione politica e sociale. L’apporto e il cammino compiuti sono passi e tappe che possono aiutare il movimento attuale ad avanzare;
2) Il Presente delle lotte sociali e politiche. Lo scopo è favorire la creazione di una rete volta alla solidarietà, al sostegno e al rafforzamento delle forme più avanzate di opposizione di classe. Un “luogo” dove sia possibile leggere e intervenire nel presente attraverso l’analisi del passato, dove possano confrontarsi esperienze diverse per sostenere e promuovere culture e comportamenti militanti.
Per chi vuole salutare Paola, la camera ardente sarà aperta presso il policlinico Campus bio-medico di Roma, dalle 8 alle 9 di martedì 3 agosto. Paola verrà poi portata nei locali dell’associazione Lignarius e della Fondazione “La Rossa Primavera”, in Via Mecenate 35 dove la ricorderemo tutti insieme, dalle 9,30 alle 11. (Vi preghiamo entrando nei locali di usare la mascherina e di rispettare le precauzioni anti Covid). Chi lo desidera, potrà poi accompagnarla fino al cimitero di Prima Porta. Per espresso desiderio di Paola, a settembre ci sarà una grande festa in suo ricordo.
[…] martedì 3 agosto per Paola Staccioli: giornalista, compagna, attivista, in particolare di realtà come Osservatorio Repressione (qui il ricordo) e la Fondazione “La Rossa Primavera”,nata per difendere e creare sinergie tra la […]