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Milano. La polizia carica gli studenti che occupavano l’ex Cuem

Otto feriti, quattro “autodichiarati” (i poliziotti) e quattro veri (gli studenti). Questo è il bilancio dell’attacco della polizia oggi pomeriggio contro l’assemblea permanente all’Università di Milano, dopo lo sgombero della Bibliotica Ex Cuem. La polizia, chiamata dal rettore dlel’Ateneo, ha caricato i manifestanti colpendoli a lungo con i manganelli.

Quando sono intervenuti gli agenti i ragazzi erano in un’aula affacciata sul chiostro principale della struttura in via Festa del Perdono. Gli agenti sono entrati e hanno caricato. Un gruppo di ragazzi è stato spinto fuori dall’università dall’ingresso principale, altri sono rimasti nella struttura. I due ingressi sono stati bloccati.
“Hanno distrutto e caricato. Hanno ferito studenti e studentesse. Hanno fatto una cazzata più grande di loro, perché la Ex-Cuem non si arrende: abbiamo la testa più dura dei vostri manganelli!”, “Solidarietà alla Ex-Cuem LibreriaAutogestita di Milano: la polizia non deve entrare nelle università” o ancora, “Però, celerini e carabinieri in università per picchiare studenti e sgomberare librerie…complimenti al rettore della statale e da NdA i libri fuori dai libri massima solidarietà ai ragazzi della Ex-Cuem LibreriaAutogestita”
da contropiano
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Esercizi di stile

Stamattina, arrivati in università, abbiamo trovato una sorpresa che non ci aspettavamo. La libreria è parecchio cambiata. I libri, gli scaffali, il bancone, la cucina, la sala prove non ci sono più.

Il pavimento è stato divelto, i muri abbattuti, le bacheche distrutte.

Il caos che regnava in libreria ha lasciato il posto a un surreale, inumano ordine, come quello che si percepisce dopo un incendio.

Vi ringraziamo di cuore: tra letterati, filosofi e giuristi, abbiamo qualche difficoltà a comprendere le nuove tendenze del design. Bisogna darvene atto: avete ben appreso la lezione di Interni. La tattica per guadagnare spazio è originale e moderna.

Bella prova: forse anche l’anno prossimo potrete svendere gli spazi dell’università senza dover leccare troppi culi.

Quindi, questo è un comunicato di ringraziamento.

Grazie per aver lavato gli ultimi piatti che rimanevano dalla cena di venerdì.

Grazie per aver tolto i tavoli, quel colore arancione faceva a pugni col grigio delle pareti.

Grazie per aver tolto le porte – da tempo si pianificava di rendere più attraversabile lo spazio Cuem.

Grazie per aver abbattuto il muro, il muro non è un concetto che ci piace, anzi già che ci siete la prossima volta abbattete anche quelli esterni, così saremo liberi di scorazzare tutti i giorni per l’università, tra un concerto Hardcore in rettorato e un pic-nic in CUSL, una grigliata in chiostro centrale e una pisciata sulla porta dell’ufficio dell’amministrazione.

L’anno scorso abbiamo deciso che, a fronte di tutto il tempo che abbiamo buttato a inseguire i vostri falsi sogni di gloria (o, per meglio dire, di servitù volontaria), il minimo che potevamo prenderci era la Cuem con tutti gli studenti e le studentesse.

La cuem è casa nostra. Per questo, ce la riprenderemo.
Ora che ci sono lavori in corso in libreria, l’università sarà casa nostra.

Come in “The Terminal”, siamo pronti a trasformare abitandolo il non-luogo che è l’università.

In tempi di crisi, le vacanze sono un lusso che pochi si possono permettere: che ne dice, Rettore, se trasformassimo la Statale in un villaggio vacanze con tanto di piscina gonfiabile e giochi d’animazione?

Sarebbe un’idea che valorizza la già prestigiosissima immagine del nostro ateneo.

Oppure in un free camping.

Potremmo anche installare una SPA nel vostro ufficio.

Le idee non ci mancano, i mezzi neanche!! Con un po’ di fortuna riusciremo a battervi in originalità.
Scusi, abbiamo questa tendenza a rapportarci da pagliacci con i pagliacci. Quindi niente più scherzi.

Ci dispiace, Rettore.

Un anno di incontri, in cui le nostre vite hanno incrociato quelle di tante altre persone che lottano come noi contro il dominio e lo sfruttamento che regolano il nostro mondo, non si può cancellare con due giorni di lavoro e qualche quintale di malta.

Già l’anno scorso, dopo il secondo sgombero, avevamo la sensazione che per voi fosse troppo tardi.

Dovevate estirparci prima, dovevate dividerci, prima di colpire, ma come al solito la vostra burocrazia è cieca e sorda. I rapporti umani e la voglia di costruire insieme non sono un “di più”, un “dettaglio”. Finchè non comprenderete questo, continueremo a vivere e a moltiplicarci come i Gremlin con l’acqua.

Quando avete a che fare con noi, dovrete sempre scontrarvi con l’imprevisto.
Un saluto sincero,
i ragazzi della libreria Ex-Cuem

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La libreria Ex-Cuem esiste da diverso tempo in Università Statale. Uno spazio occupato, lasciato vuoto per tanto tempo e tornato a vivere grazie all’impegno di diversi gruppi di studenti universitari che l’hanno riaperto e reso vivo.

L’Ex-Cuem è già stata sgomberata a più riprese e ogni volta il progetto ha ripreso vita nuovamente, a testimonianza di una forza e di un radicamento che evidentemente nessuno può derubricare come marginali.

Nel corso del fine settimana nuovamente questo spazio è stato chiuso, ma non solo: ogni struttura presente all’interno è stata divelta, smantellata, distrutta. Lo spazio che era usato e vivo grazie ai collettivi che l’occupavano è stato reso inagibile e vuoto dal Rettore.

Ma all’idiozia non c’è fine: alle proteste di questa mattina promosse dagli occupanti dell’Ex-Cuem il Rettore ha risposto chiamando la Celere e promuovendone l’ingresso dentro la sede universitaria di via Festa del Perdono. La Polizia ha caricato selvaggiamente chiunque si trovasse sul suo passaggio, come un esercito invasore che intende semplicemente radere al suolo ciò che ha davanti.

Le cariche sono state ripetute e particolarmente violente. Sono scene che non vorremmo mai vedere, figuriamoci in un luogo deputato alla formazione.

Non ci sono che poche parole da esprimere, oltre e al di là di qualsivoglia differenza di percorso politico: solidarietà agli occupanti dell’Ex-Cuem; il Rettore si deve dimettere; fuori la Polizia dall’Università immediatamente. Acab!

Zam – Zona Autonoma Milano
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Ambrosia