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I dispositivi di controllo sociale

La disciplina come pratica di potere

Nel Marzo 2020 migliaia di lavoratrici e lavoratori scioperarono per la chiusura dei siti produttivi ed evitare i contagi nei luoghi di lavoro. Il Governo e Cgil Cisl Uil sottoscrissero dei protocolli “per consentire la riapertura in sicurezza dei luoghi di lavoro” ma i contagi, pur in numero minore, sono continuati e i protocolli si sono dimostrati spesso insufficienti perchè incapaci di entrare nel merito della organizzazione produttiva. Esempi concreti sono le mancate assunzioni nella sanità, igienizzazioni e sanificazioni intensificate solo per pochi mesi, o settimane,  ma poi tornate ai normali, del tutto inadeguati, standard tra carenze di personale, riduzione di spesa per gli appalti e sudditanza agli obiettivi di bilancio.

In numerosi casi i protocolli hanno scaricato gli oneri della sicurezza su lavoratori e lavoratrici, dall’acquisto di mascherine idonee alle auto-sanificazioni delle postazioni di lavoro per non parlare dei doppi turni in sanità .

A distanza di 2 anni dall’inizio della pandemia le statistiche ufficiali parlano di incremento dei contagi e dei ricoverati in terapia intensiva con una percentuale crescente di vaccinati tra i casi di Covid.

Nel nostro paese quasi il 90 per cento della popolazione è vaccinata in doppia dose ma a distanza di sei mesi diminuisce fortemente l’efficacia della vaccinazione  tanto da avere già iniziato il terzo richiamo e tra qualche mese magari arriverà il quarto o il quinto….

Per mesi ci era stato detto che con le vaccinazioni di massa il covid sarebbe stato debellato, oggi si scopre che non è così,  il Green pass non è garanzia di negatività al virus eppure in Parlamento si sta pensando a un nuovo decreto per rafforzare i divieti per i non vaccinati.

Il cosiddetto super Green pass, la cui validità passerebbe da 12 a 9 mesi,  dovrebbe essere inserito nell’ennesimo decreto legge Governativo previsto per la prossima settimana,  per impedire ai non vaccinati l’accesso a tutti i luoghi chiusi eccetto i posti di lavoro ai quali accedere con i tamponi.

E per reprimere le manifestazioni di massa è arrivata la direttiva Lamorgese che impone presidi statici e fuori dai centri storici, oggi contro i No green pass domani contro tutti\e.

Non si capisce la ratio di questo provvedimento, perché i tamponi dovrebbero valere per accedere al lavoro ma non in tutti gli altri ambiti sociali? Se esiste un problema reale per la salute pubblica qualcuno può spiegare la ragione per la quale i posti di lavoro dovrebbero essere esentati da questo nuovo provvedimento?

La risposta è molto semplice: si utilizzano due pesi e due misure, il Green pass non è lo strumento atto a prevenire i contagi ma un dispositivo di controllo sociale,  si può essere esclusi da bar, teatri o ristoranti ma non dai  luoghi della produzione dove lo sfruttamento cresce con i carichi di lavoro in crescita e l’aumento dell’età lavorativa in cambio di salari da fame.

Uno studio della Oxford University  dimostra come  gli eventi di contatto si siano verificati “prevalentemente all’interno delle famiglie (70%), nei visitatori delle famiglie (10%), in eventi e attività (10%), stando a questi dati ci si contagia solo per il 20% nei luoghi pubblici” (dove  è necessario il Green Pass).

Aggiungiamo poi la contagiabilità degli asintomatici molti dei quali vaccinati, allora ci chiediamo la ragione per la quale non si voglia prevedere  tamponi gratuiti nei luoghi di lavoro e pubblici invece di rafforzare un dispositivo inutile e dannoso per la democrazia come il Green pass, pericoloso per le libertà individuali e collettive e una autentica discriminazione nei luoghi di lavoro.

Federico Giusti

Per approfondire questi argomenti rimandiamo ad un articolo di Giovanna Cracco

 

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