Manganelli sugli studenti. Cronache di un massacro annunciato
- febbraio 07, 2022
- in lotte sociali, riflessioni
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Nella foto una negoziante urla al poliziotto chiedendogli di smettere di picchiare quei ragazzi che stanno solo protestando pacificamente. Ma lui la minaccia con il manganello mentre, intanto, il collega ha il ginocchio sulla schiena dello studente(do you remember George Floyd?).
È successo, il 28 gennaio scorso, a Torino, durante la protesta degli studenti medi per la morte di Lorenzo Parella, il giovane di 18 anni deceduto durante l’ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro, alcuni giorni prima, nello stabilimento metalmeccanico Burimec, a Lauzacco, vicino a Udine.
Non appena il corteo ha cercato di spostarsi dalla piazza, le “forze dell’ordine” hanno caricato i ragazzi (la maggior parte dei quali minorenni) con inaudita violenza, picchiandoli con i manganelli e ferendone gravemente almeno una decina.
Ma non è successo solo a Torino.
Gli studenti medi, scesi in corteo quel venerdì di fine gennaio, sono stati caricati, ovunque: nelle stesse ore e con modalità analoghe, si sono verificate durissime cariche a freddo delle polizia contro i cortei studenteschi a Milano, a Roma e a Napoli.
Il che suggerisce che vi sia, certamente, stata una lucida e preordinata regia e, a monte, una decisione di carattere eminentemente politico. Di chi?
La risposta ufficiale della ministra Lamorgese alle diverse interrogazioni parlamentari sulle botte agli studenti è stata “colpa degli infiltrati”!
È il solito vecchio collaudatissimo cliché per giustificare la repressione violenta delle piazze ad uso e consumo di governanti sordi, questure zelanti e prefetti codini.
Sono passati 20 anni, ma cosa è cambiato dal G8 di Genova?
Nei giorni successivi alle botte contro gli studenti medi di Torino, Milano, Roma e Napoli, in tantissimi, a parole, hanno stigmatizzato, anche duramente, sulle prime pagine dei giornali e nei talk televisivi, le violenze della polizia contro gli studenti.
Tuttavia, questa folta schiera di, più o meno, illustrissimi sepolcri imbiancati sa benissimo che solo c’è solo una cosa può mettere fine a questi massacri annunciati: a quando i numeri indentificativi per le così dette “forze dell’ordine”?
Se davvero volete, fermateli ora, subito.