Le bombe russe continuano a colpire le città dell’Ucraina, anche stanotte le sirene antiareo hanno suonato in diverse città. Fonti ucraine parlano di un centro commerciale a Kiev, con un bilancio di sei morti mentre Navi da guerra russe avrebbero bombardato edifici residenziali a Odessa, la notizia è data dal Kyiv Independent, che cita il portavoce dell’amministrazione militare dell’oblast di Odessa.
L’Ucraina ha intanto respinto la richiesta della Russia di consegnare Mariupol, condizione che Mosca aveva imposto per acconsentire a un cessate il fuoco per l’evacuazione dei civili dalla città. Il capo dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Denis Pushilin, citato da Interfax dichiara “Non sono così ottimista sul fatto che bastino due o tre giorni o anche una settimana per chiudere la questione. Sfortunatamente no, la città è grande”. Se possiamo considerare quelli della Russia dei crimini di guerra?” Stiamo in costante contatto con le autorità ucraine, stiamo raccogliendo tutte le prove che possono essere connesse a ciò che può essere considerato crimine di guerra”. Lo ha detto, incontrando i media internazionali a Leopoli, l’ambasciatore francese in Ucraina Etienne de Poncins.
Con Martina Bianchi –docente di Peace Keeping, Peace Building, Transitional Justice Universita’ di Pisa – ragioniamo di diritto internazionale, crimini di guerra, corridoi umanitari e neutralita’ degli Stati Ascolta o scarica
“Sono qui oggi per rivolgere un appello urgente a tutti i miei amici europei, ma anche alla comunità mondiale e ai nostri partner transatlantici: abbiamo bisogno di solidarietà comune per gli ucraini, non abbiamo solo bisogno di corridoi locali, ma di un ponte aereo solidale” per i rifugiati. Lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, arrivando al Consiglio Esteri a Bruxelles. “Ogni Paese d’Europa dovrà accoglierne centinaia di migliaia di rifugiati” e lo stesso dovrà essere fatto “dall’altra parte dell’Atlantico, insieme”, ha evidenziato. Allo stesso tempo però l’Unhcr denuncia che c’è una discriminazione delle persone afrodiscendenti in uscita dall’Ucraina .
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale dice: “La guerra in Ucraina e la devastante crisi umanitaria che ne consegue presenta anche sfide e opportunita’ per un impegno e una diligenza continui nella lotta contro il razzismo e la discriminazione. Mentre milioni di persone in tutto il mondo si sono commosse per la situazione del popolo ucraino, le stesse difficolta’ sono vissute dai rifugiati di tutto il mondo che meritano anche e ugualmente la nostra compassione, la nostra empatia e il nostro sostegno. E se sono commosso dalla manifestazione di sostegno a cui abbiamo assistito da parte dei paesi e delle comunita’ ospitanti, devo anche dire che siamo stati anche testimoni della inaccettabile realta’ affrontata da alcune persone di colore in fuga dall’Ucraina – e da altre guerre e conflitti in tutto il mondo – che non hanno ricevuto lo stesso trattamento dei rifugiati ucraini. Hanno riferito di episodi inquietanti di discriminazione, violenza e razzismo. Questi atti di discriminazione sono inaccettabili, e stiamo usando tutti i nostri canali e risorse per assicurarci che tutte le persone siano protette allo stesso modo’.
Dal confine con l’Ucraina, Francesco Franz Purpura, nostro collaboratore Ascolta o scarica
Sentiamo alcune voci: parte uno Ascolta o scarica
parte due Ascolta o scarica
Ieri pomeriggio diverse centinaia di persone hanno invece partecipato alla Marcia per la Pace che si è tenuta tra Sant’Eufemia-Cainvico-Botticino. Il racconto di Camilla Bianchi presidente del Coordinamento degli enti locali per la pace Ascolta o scarica
interviste e corrispondenze a cura di Radio Onda d’Urto
La corrispondenza di Radio Onda Rossa con Maurizio Vezzosi, un giornalista freelance inviato a Donetsk che ci parla della sua esperienza diretta a Mariupol, dandoci qualche aggiornamento ed esponendoci il punto di vista russo sull’invasione dell’Ucraina. Ascolta o scarica
Sopraffatti dalla retorica machista, non c’è posto per i disertori
alcuni provano a scappare nascondendosi sui sedili posteriori delle auto, altri vivono nascosti nei casolari abbandonati
solo le donne e i bambini ucraini possono attraversare il confine per mettere in salvo la vita dalle bombe di Putin
i maschi tra i 18 e 60 anni devono restare e combattere
per loro c’è l’arruolamento forzato
nel frattempo, in ogni istante il presidente ucraino – e i media di mezzo mondo che gli fanno eco – evocano la morte di donne e bambini come sinonimo dell’ingiustizia della guerra
in fondo le guerre servono anche a questo
a catapultare nell’orrido passato una società che prova a uscire dal logorio machista e patriarcale
personalmente, questa narrazione mi fa schifo
un essere umano che muore o che scappa dalla morte è un essere umano, punto e basta
la linea di demarcazione non è di genere, è di umanità
gran parte dei media non fa che sguazzare dentro la disperazione, dentro la retorica, dentro la masturbazione del dolore
la guerra è un affare pure per i colossi o presunti colossi dell’editoria
insomma sulla morte ci campa troppa gente
bombe, morti, mutilati non sono uno scoop
sono l’incarnazione della guerra
non esiste una guerra giusta, mai
infatti la guerra si combatte disertandola
foto e reportage “Quei papà “disertori” costretti ad arruolarsi. “Non voglio uccidere” di Nello Scavo per Avvenire