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Le normative internazionali adeguate ai dettami di guerra….

Nel 1999 non ci fu solo la criminale guerra nei Balcani ma anche  altro. Un documento ridefiniva assetti e strategia della Alleanza ampliando l’ articolo 5 del Trattato Nato (che impegna le parti alla difesa collettiva a favore di uno stato membro oggetto di un attacco armato) al fine di consentire, con adeguata copertura giuridica” interventi militari ad ampio raggio.

Rinviamo alla  lettura di un dossier del Senato  ormai datato ma sempre utile

https://www.iai.it/sites/default/files/pi_a_c_070.pdf

Nel 1999 avviene quel complessivo riesame della normativa internazionale che regola i diversi aspetti legati al funzionamento delle basi, in modo da renderli compatibili con i mutati assetti internazionali.

Si apriva allora la fase delle guerre cosiddette umanitarie funzionali al controllo dei corridoi energetici, esistono analogie con quanto accade oggi con il conflitto in Ucraina

E sempre i documenti ufficiali sono dirimenti per comprendere gli scenari futuri che saranno funzionali alle strategie economiche e militari che vanno di pari passo

Ecco un esempio della futura politica estera italiana e Ue

In considerazione della minaccia alla sovranità, alla stabilità, all’integrità territoriale e alla governance dei nostri partner orientali, intensificheremo la cooperazione nel settore della sicurezza e della difesa al fine di rafforzare la loro resilienza. Continueremo a sostenere l’Ucraina e la sua popolazione insieme ai nostri partner internazionali, anche mediante un sostegno politico, finanziario, umanitario e logistico supplementare. Le sfide cui si trovano a far fronte la Georgia e la Repubblica di Moldova, tra cui le ingerenze ostili da parte della Russia e l’ampio ricorso a strumenti militari e tattiche ibride, compromettono la loro stabilità e i loro processi democratici, oltre ad avere implicazioni dirette per la nostra stessa sicurezza. Continueremo pertanto a cooperare strettamente con tali paesi e ribadiamo il nostro fermo sostegno e il nostro impegno a favore della loro sovranità e integrità territoriale. Saranno intensificati dialoghi specifici e la cooperazione con l’Ucraina, la Georgia e la Repubblica di Moldova – in quanto partner stretti dell’UE – in particolare in settori quali la lotta alle minacce ibride, la disinformazione e la cibersicurezza. Il contributo di questi paesi alle nostre missioni e operazioni PSDC è prezioso. Aiuteremo inoltre i nostri partner orientali a sviluppare la resilienza ricorrendo a diversi strumenti, tra cui misure di assistenza.

https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-7371-2022-INIT/it/pdf

Proviamo allora a riflettere sulla presenza di basi militari Usa e Nato sul nostro territorio, basi nelle quali perfino un Parlamentare non può entrare se non per visite di mera cortesia

Le basi militari italiani, per accordo, sono a  completa disposizione  degli Usa e della Nato, si costruisce in questo modo la militarizzazione dei territori avvolta in una cortina invalicabile di silenzi e di omissis che non consentono di comprendere cosa sia custodito al loro interno. E non esistono piani di evacuazione per la messa in sicurezza della popolazione che vive attorno alle basi , quando si parla di sicurezza del cittadino dovremmo fare i conti con questa situazione e non finire succubi della nozione fuorviante di degrado urbano.

Sempre il dossier del Senato prima menzionato dice esplicitamente:

Per quanto riguarda l’Italia, l’accordo è la fonte dei diritti e degli obblighi tanto delle basi sottoposte al regime Nato quanto delle basi Usa

E da tempo esistono accordi internazionali che non subiscono una procedura semplificata, ossia senza dibattito parlamentare, a conferma che l’articolo 11 della Costituzione è stato da tempo aggirato per costruire strategie di guerra.

Sono proprio gli accordi internazionali siglati sotto l’egida Nato il vero problema con il quale fare i conti per quanto ne dicano i pacifisti nostrani perchè gli accordi tecnici, con procedura semplificata, sono in realtà veri e propri accordi politici e programmatici sui quali si dovrebbe esprimere il Parlamento.

Niente di nuovo se pensiamo agli innumerevoli DPCM in tempo di pandemia che hanno svuotato ormai definitivamente il Parlamento delle sue prerogative, in una sorta di panoptico democratico a fini emergenziali.

Dal 1954 è vigente l’ Accordo bilaterale sulle infrastrutture (Bia) un accordo mai pubblicato e da cui discende il controllo della Nato sulle basi militari in Italia (la sovranità tanto cara ad alcuni è venuta meno da decenni), la politica estera non viene dibattuta in Parlamento ma nelle segrete stanze della Nato e un domani della Ue.

Nel caso  italiano, e non solo, lo stato detentore non potrebbe ampliare la base e costruire nuove infrastrutture senza l’accordo con lo stato territoriale ma questo non è accaduto con le basi di Vicenza e di Camp Darby.

l’art 11 della Costituzione vieterebbe la guerra di aggressione permettendo  limitazioni di sovranità necessarie per assicurare la pace e la giustizia tra le nazioni, in sostanza accade l’esatto contrario e basta rivedere la nozione della guerra di aggressione prevedendo, come si fa in Bilancia difesa, una sorta di intervento preventivo per salvaguardare gli interessi internazionali di pace (che poi pace non è).

Un po’ come accade con giuristi che ritengono in linea con la Costituzione il rifornimento di armi all’Ucraina pensando che l’incremento della spesa militare e della militarizzazione dei territori sia funzionale a garantire stabilità e pace ai territori e alle nazioni.

Il Trattato Nato 1999 cosa prevedeva?

il peace-keeping; • altre operazioni sotto “l’autorità” del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o sotto la “responsablità” dell’Osce; • le peace support operations (comprensive sia del peace-keeping sia del peaceenforcement); • gli interventi umanitari; • gli interventi a favore di uno stato non membro della Nato, che sia stato oggetto di attacco armato ;anche il post-conflict peace building è ormai entrato a far parte delle competenze non- Articolo 5.

Il tutto nel rispetto del cosiddetto diritto internazionale scritto dagli Usa e dalla Nato a loro uso e consumo.

E oggi cosa dice la Bussola europea?

Obiettivi Miriamo ad approfondire la nostra cooperazione con i partner e ad adattare ulteriormente i nostri pacchetti di partenariato. Manterremo e approfondiremo i nostri dialoghi in materia di sicurezza e difesa, la conoscenza situazionale comune e le formazioni ed esercitazioni congiunte. Collaboreremo con i partner per contrastare le minacce ibride, la disinformazione e gli attacchi informatici. Il nostro approccio risponderà anche alle esigenze dei partner in termini di sviluppo delle capacità e sostegno. Livello multilaterale • A partire dal 2022, sulla base delle dichiarazioni congiunte, rafforzeremo, approfondiremo e amplieremo ulteriormente il nostro partenariato strategico, il nostro dialogo politico e la nostra cooperazione con la NATO in tutti i settori di interazione concordati, compresi nuovi filoni di lavoro chiave quali la resilienza, le tecnologie emergenti di rottura, il clima e la difesa e lo spazio extra-atmosferico. • A partire dal 2022 attueremo il nuovo insieme comune di priorità per la cooperazione UEONU (2022-2024): in particolare condurremo analisi delle prospettive e previsioni strategiche congiunte nonché analisi congiunte dei conflitti attente alle problematiche di genere, oltre a migliorare ulteriormente il nostro coordinamento e la nostra cooperazione a livello politico e operativo, come pure lo scambio di informazioni, anche fornendo immagini satellitari tramite il Centro satellitare dell’UE. • Nel 2022 terremo a Bruxelles il primo forum biennale di partenariato in materia di sicurezza e difesa, che riunirà partner multilaterali, regionali e bilaterali su invito dell’alto rappresentante. Livello regionale • A partire dal 2022 approfondiremo il dialogo politico e rafforzeremo la cooperazione con l’OSCE, l’Unione africana e l’ASEAN in settori quali la prevenzione dei conflitti, la conoscenza situazionale comune e la resilienza. Inoltre: cercheremo di elaborare con l’OSCE una tabella di marcia comune dedicata in materia di prevenzione dei conflitti e gestione delle crisi che contenga azioni regionali e tematiche concrete; o rinnoveremo e potenzieremo la nostra cooperazione con l’Unione africana, in linea con il vertice UE-UA del febbraio 2022. Approfondiremo in particolare il nostro sostegno a favore di formazioni, sviluppo di capacità e attrezzature adeguate, del rafforzamento e dell’ampliamento delle operazioni di pace autonome a guida africana, anche attraverso missioni e misure di assistenza dell’UE, nonché dello sviluppo di capacità in materia di contrasto. Punteremo a effettuare visite congiunte sul campo con l’Unione africana e a realizzare un più stretto coordinamento a livello di pianificazione e condotta operative; intensificheremo anche la cooperazione trilaterale UE-UA-ONU.

Come vediamo ogni qual volta ci sono interessi strategici intervengono documenti , piu’ o meno segreti, accordi e  decisioni che vanno in direzione della militarizzazione dei territori per gettare le basi alle nuove strategie economiche e di guerra

Federico Giusti