Menu

Rimini: Dopo l’aggressione della digos presentato esposto a Sindaco e Prefetto

A seguito dell’aggressione subita da alcuni attivisti del collettivo Paz da parte di tre agenti della Digos dopo la diretta RAI 1 sul Lavoro Sfruttato nel turismo del 27 marzo 2013, nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Rimini è stata presentata un’interrogazione al Sindaco con risposta scritta da parte del consigliere comunale Carlo Mazzocchi PD insieme al consigliere Savio Galvani FDS e al consigliere Fabio Pazzaglia SEL-Fare Comune

I fatti molto gravi, hanno permesso di aprire un dibattito locale confluito poi in questa interrogazione. Nei prossimi giorni sarà presentato dagli stessi attivisti e consiglieri un esposto a Sindaco e Prefetto su questo grave episodio.

Signor Sindaco, ritengo opportuno informarla in merito ai fatti accaduti lo scorso 27 marzo in Piazza Cavour dopo la fine del collegamento televisivo con “La vita in diretta”. Quel giorno i membri dell’associazione “Rumori Sinistri” e del Comitato “Schiavi in Riviera” erano ospiti della trasmissione con loro erano presenti anche esponenti del collettivo Lab.Paz Project. Una troupe della Rai era presente in Piazza, dove era stato allestito un collegamento con lo studio di Roma. Non può sfuggire che l’invito a partecipare alla trasmissione del canale più importante della Rete pubblica è un riconoscimento al lavoro svolto dalle associazioni riminesi che da anni sono impegnate sul terreno della lotta contro il lavoro sfruttato nel settore turistico, e sono state anche protagoniste in positivo del percorso avvenuto in Consiglio Comunale che ha visto di recente l’approvazione della delibera contro il lavoro sfruttato.Poco dopo la fine del collegamento, dopo aver partecipato attivamente alla diretta, e dopo aver esposto, su richiesta della regia televisiva, lo striscione recitante lo slogan: “indisponibili allo sfruttamento, cooperanti per i beni comuni”, è accaduto un fatto inspiegabile e dai tratti oscuri. Alcuni membri delle due associazioni riminesi e in particolare quelli del collettivo Lab.Paz Project sono stati aggrediti da tre agenti della DIGOS.
Dopo che la troupe di Rai Uno si è allontanata da Piazza Cavour nell’arco di pochi minuti é arrivata una volante con tre agenti della DIGOS. Mentre un paio di agenti fermano un ragazzo che stava in piazza ma che non era tra i partecipanti alla trasmissione televisiva, nel frattempo, un membro del collettivo Lab. Paz Project che aveva contribuito all’organizzazione materiale della diretta, e si trovava all’altezza della farmacia presente nella Piazza, viene raggiunto dal terzo agente che chiamandolo per nome gli urla: “Bello lo striscione! dov’è lo striscione? Cosa state facendo?”. L’agente poi ha preso il telefono ed ha chiamato l’altro collega presente rimasto però vicino all’auto di servizio, dicendogli: “Sono qui con A. adesso gli faccio vedere io!”.
L’atteggiamento degli agenti, definito dai presenti da subito aggressivo ed inutilmente inquisitorio portava i pochi attivisti ancora presenti e che si erano organizzati per consumare un aperitivo presso un bar in centro storico, a radunarsi in gruppo per guadagnare l’uscita dalla piazza salendo le gradinate. Tale azione non placava gli animi degli agenti Digos, i quali seguendo con insistenza il gruppo, non mancavano di strattonare per le braccia alcuni esponenti (ciò avveniva lungo le scalinate di Piazza Cavour), rivolgendo incessanti provocazioni e frasi sconnesse, proferite in particolar modo da uno dei tre agenti che sembrava esser il più aggressivo. Infatti mentre venivano strattonati per le braccia, uno dei membri del collettivo Paz ha detto: “Non ci mettete le mani addosso!”, e l’agente più aggressivo ha risposto: “Sto parlando con lei non con te, fatti i c… tuoi!”. Arrivati sotto i portici della piazza, l’agente più aggressivo, ha spintonato sul petto un membro del collettivo facendolo sbattere contro il muro, di fronte alla Casa delle donne. Una ragazza appartenente al collettivo, nel tentativo di proteggere il proprio compagno, è stata a sua volta spinta con forza sulle spalle, sempre dallo stesso agente, con il rischio di cadere a terra. Le provocazioni e le offese si fanno sempre più incalzanti. Una delle più significative: “Le perquisizioni in casa, per cosa le abbiamo fatte? le abbiamo fatte mica per vedere la foto di te con il busone!”. Una frase omofoba udita da più testimoni.

Questi i fatti. Quale e dove sia il problema che ha scatenato l’aggressione non é dato sapere. Non si comprendono le ragioni di un tale comportamento. Proprio per questo motivo emerge la sensazione, inquietante, da parte dei membri delle associazioni di essere state vittime di un comportamento arbitrario. Con l’aggravante che tutto è accaduto ai margini della diretta Rai, la TV di Stato, dopo che alcuni di loro erano stati invitati a partecipare a “La vita in diretta” per contribuire con un loro intervento sul tema del Lavoro Gravemente Sfruttato nel turismo e sul lavoro portato avanti in questi anni.
Diversa la ricostruzione dei fatti da parte della Digos di Rimini che ha replicato con una nota a mezzo stampa a firma del capo della Digos, Dott. Pedrotti. Nella nota si afferma che: “La Polizia non era a conoscenza di questa partecipazione degli attivisti al programma tv e, per controllare la situazione e capire meglio ciò che stava accadendo, sul luogo sono stati mandati tre agenti. Due che stavano svolgendo un’attività specifica di controllo e stavano rientrando in Questura, e uno che, a piedi, si è recato in piazza proprio dagli Uffici di Corso d’Augusto. Sul posto hanno notato alcuni dei volti conosciuti del gruppo e hanno chiesto loro quello che era appena accaduto in piazza, non ottenendo però alcuna risposta. Se ne sono andati voltando le spalle agli Agenti che chiedevano chiarimenti”.
Signor Sindaco, sappiamo che ai fatti sopra descritti non ne è seguita alcuna identificazione o segnalazione da parte della Digos, a conferma della mancanza di qualsiasi comportamento o atto deprecabile dei membri dell’associazione e del collettivo LAB.PAZ PROJECT. Ci chiediamo se la stessa cosa si possa dire nei confronti di chi utilizza frasi omofobe e alza le mani senza nessun motivo valido. Ci chiediamo cosa significhi nel concreto rivestire un ruolo istituzionale, come quello di tutore dell’ordine, e in virtù di questo ruolo non sentire di avere dei doveri verso tutte le cittadine e i cittadini. Per questi motivi Le chiediamo di intervenire utilizzando i canali istituzionali a Sua disposizione.

Carlo Mazzocchi – Consigliere Comunale Pd
_____________________________



Trascrizione della risposta del Sindaco alla interrogazione del Consigliere Comunale Carlo Mazzocchi in ordine a “Digos” – seduta consiliare del 11/04/2013.

Grazie Consigliere, prendo atto sia appunto della ricostruzione dei fatti riportati nell’ interrogazione così come anche della replica della Questura di Rimini.
Il Comune di Rimini non può che ribadire la volontà di garantire sempre e comunque la piena agibilità politica dei singoli e delle formazioni sociali.

Certo in un contesto non violento, democratico e non prevaricatore e nel pieno rispetto delle norme.

In questo contesto deve essere collocata anche l’attività degli organi di vigilanza e di tutele dell’ordine pubblico, che deve essere svolto con spirito di equilibrio attento che l’essere forza pubblica richiede e anche impone anche come dovere. Equilibrio appunto ma anche dovere, a far rispettare certamente la legge ma anche le opinioni e che non può mai trascendere in alcun tipo di violazione ne fisica ne morale.

Le azioni d’altra parte che questa Amministrazione con l’Assessorato alle Politiche di Genere ha svolto dimostrano la volontà di contrasto ad ogni forma di sessismo, omofobia e transfobia, subculture da combattere che non devono essere accettate in alcun contesto e nelle parole o azioni di singoli, specialmente in chi rappresenta le istituzioni.

Quindi al netto, come dire, della ricostruzione dei fatti riportati e per i motivi che ho appena ricordato anche in relazione alla direzione di marcia di questa Amministrazione con l’ Assessorato alle Politiche di Genere, prendendo atto dell’interrogazione,sarà mia cura parteciparla al Sig. Prefetto nella prima occasione possibile quindi nei primi incontri che richiederemo.