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La sinistra che fa la destra: A Roma e Milano dotata di pistola Taser i vigili

I consigli comunali di Roma e Milano hanno deciso di dotare le rispettive Polizie municipali dell’arma elettrica

di Patrizio Gonnella – presidente di Antigone

La pistola Taser è un’arma, che la storia insegna essere alternativa alle mani nude e non alle armi da fuoco. Non spara pallottole ma scariche elettriche. Scariche che possono fare molto male e talvolta anche ammazzare. I Ministri degli Interni Minniti e Salvini hanno importato l’uso di quest’arma in Italia mettendola, non senza problemi di funzionamento, a disposizione delle forze di Polizia, dopo una sperimentazione di cui poco sappiamo. In una sorta di onda dal cattivo sapore populista, nei giorni scorsi, i consigli comunali di Roma e Milano hanno deciso di dotare le rispettive Polizie municipali della pistola elettrica. Decisione grave per almeno tre ordini di motivi che attengono ai campi della salute, della sicurezza e della politica.

Partiamo dalla salute. Sulle pagine di questo giornale nel 2018 avevamo raccontato una delle tante storie di morte da Taser. Natasha McKenna aveva 37 anni e soffriva di schizofrenia e di disturbo bipolare. Era detenuta in un carcere della Virginia. Pesava 60 kg e non una tonnellata. Non voleva essere trasferita dalla sua cella. Le guardie non usarono le mani nude ma spararono una scarica elettrica. Perse subito conoscenza e morì cinque giorni dopo, anche a causa della scossa elettrica. La rivista Neurologia Italiana, nel 2018, riporta, uno studio dell’Australasian Military Medicine Association che afferma che «sia improprio definire questi strumenti armi non letali…una singola scarica può disabilitare un’intera gamba per un po’ di tempo, una seconda fa crollare a terra chi è colpito e una della durata di cinque secondi lo mette Ko per un quarto d’ora agendo sulla funzionalità cardio-respiratoria. L’esposizione a scariche elettriche provoca notoriamente anche danni collaterali di tipo neurologico».

Fa impressione leggere quali sono alcuni dei rischi neurologici, che aumentano in persone già compromesse: danno ischemico da progressiva occlusione microvasale; alterazioni delle proteine e/o del Dna intracellulare; morte improvvisa in corso di crisi epilettica. Il Taser fa anche male al cuore come certificato dall’American Heart Association. Lo shock da Taser può produrre arresto cardiaco. Inoltre non è chiaro se possa determinare la morte del feto se la scarica colpisce la mamma. L’agenzia Reuters e Amnesty International hanno raccontato centinaia di morti da Taser negli Usa, molti dei quali con disabilità psichiatriche. Sono loro le prime vittime da Taser. Manca in Italia un’indagine medica indipendente, non commissionata dalle aziende produttrici.

Più brevemente vediamo gli altri due motivi che dovrebbero spingere i sindaci Gualtieri e Sala a dire no al Taser per la Polizia municipale. Per ciò che riguarda la sicurezza, attenzione a non trasformare il Corpo di Polizia locale nel quarto Corpo che deve occuparsi di ordine pubblico, dopo la Polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza. Non è la sua vocazione che invece è nell’essere di supporto al funzionamento delle nostre città, coerentemente con le funzioni che ha un Sindaco, nel nome di un’idea di prossimità che deve ispirare fiducia e non paura. Quello della Polizia locale non è un corpo addestrato a fare ordine pubblico, a usare armi potenzialmente letali. Non è protetto a sopportarne le conseguenze risarcitorie. Per motivi ancora più articolati netto deve essere il no alla dotazione di armi elettriche nelle mani della Polizia Penitenziaria. La vita carceraria ne sarebbe stravolta.

Infine, vi sono argomenti politici. La Lega esulta a Milano perché ha spaccato la maggioranza del Sindaco Sala e perché ha convinto pezzi del Partito democratico a votare a favore dell’uso della pistola, nonostante un precedente ordine del giorno contrario del 2019. Fratelli d’Italia e la Lista Calenda esultano a Roma perché grazie a loro finalmente i vigili disporranno della pistola elettrica. Noi ci auguriamo che le Giunte e i Sindaci di Roma e Milano diano conto alla cittadinanza del loro no alla proliferazione delle armi in città e usino quei fondi per il welfare cittadino. La storia ci ha insegnato che non si conquista consenso nello spazio progressista inseguendo politiche populiste securitarie.

da il manifesto