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Espulsioni di militanti curdi dalla Germania

Il trentaduenne Muhammed Tunc è stato espulso e rimpatriato in Turchia dove probabilmente subirà l’imprigionamento, forse la tortura. Secondo l’avvocato la sua stessa sopravvivenza è a rischio.

Nato e cresciuto in Germania (a Ulm, nel Baden-Wurttemberg) il giovane curdo è in possesso della cittadinanza turca. Per la sua militanza antifascista ha avuto qualche problema con la legge e in almeno un paio di occasioni è stato aggredito e gravemente ferito.

Il suo arresto è stato la conseguenza di una rissa, o meglio di uno scontro, con militanti turchi di estrema destra e con simpatizzanti di Erdogan.

Scontato che in Turchia si troverebbe esposto a persecuzione politica, tortura e imprigionamento per le sue attività a favore del popolo curdo (anche se queste si sono svolte in Germania).

Tuttavia il ministero del Baden-Wurttemberg pare intenzionato a procedere ritendo l’espulsione “giustificabile” in quanto Tunc avrebbe commesso una “infrazione penale”. Come stabilito in sede processuale con due condanne a suo carico appunto per gli scontri con appartenenti all’estrema destra nazionalista turca e con militanti del partito di Recep Tayyip Erdogan. Direi che basta e avanza per farne un “nemico” della Turchia, da neutralizzare in qualche modo.

Due tentativi di espulsione si sono finora dimostrati fallimentari. Nel primo, il 16 febbraio, lo avevano già caricato a bordo di un aereo a Stoccarda. Ma la sua vigorosa resistenza aveva spinto il personale dell’aereo a rifiutarsi di trasportarlo. Analogamente era fallito anche un secondo tentativo il 17 febbraio (direttamente con un aereo di Turkish Airlines).Dato che non c’è due senza tre, è prevedibile che ai danni di Muhammed Tunc ci sarà presto un’altra tentata espulsione. Della massima importanza quindi vigilare e protestare contro questa ennesima violazione dei diritti umani.

Gianni Sartori

aggiornamenti:

Muhammed Tunc è stato espulso

Questione di giorni, forse di ore scrivevo solo ieri. Sperando di contribuire alla denuncia dell’ignobile espulsione annunciata (e già tentata almeno due volte) di Muhammed Tunc.
E invece era già troppo tardi, la Germania lo stava già spedendo direttamente in Turchia con un volo charter della compagnia aerea Sundair partito da Francoforte.
Malgrado l’antifascista curdo rischi – nella “migliore” delle ipotesi – l’arruolamento forzato nell’esercito turco. Per poi mandarlo dove? Contro i suoi fratelli in Bakur, Bashur o Rojava? Qualche tempo fa, quando aveva richiesto un passaporto al consolato turco di Stoccarda, si era sentito apostrofare con queste parole: “Adesso dovrai andare a sparare contro le tue sorelle e i tuoi fratelli curdi”.
O più probabilmente subirà l’imprigionamento, forse la tortura. Secondo l’avvocato la sua stessa sopravvivenza è a rischio.
Originario di Ulm (dove è nato nel 1989), il giovane dissidente era detenuto a Pforzheim da tre mesi. Qui aveva iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la sua espulsione. Invano. Ufficialmente il mandato d’arresto emesso nei suoi confronti dalla Turchia (quello in base a cui è stato espulso) riguarda il fatto di non aver completato il servizio militare. Ma in realtà sono state le sue attività filo-curde ad averlo fatto classificare come “elemento nemico” dal regime turco.
Come ha dichiarato l’avvocato Detlef Kröger a Radio Dreyeckland (RDL) “se a Tunc accade qualcosa, il sangue colerà dalle mani del governo”. Riferendosi ovviamente a quello tedesco. Un accordo già sottoscritto dalle autorità con cui Tunc si rendeva disponibile a lasciare volontariamente la Germania recandosi in un paese terzo, era stato ritirato all’ultimo momento senza fornire spiegazioni. Niente male per un governo con ministri “Verdi”. Secondo l’avvocato la Germania “ha tradito i suoi stessi principi in materia di diritti umani, Stato di diritto, giustizia”.
Anche recentemente, prima di essere incarcerato, Tunc era stato aggredito e ferito seriamente da nazionalisti turchi, presumibilmente legati ai “Lupi grigi”. Gli stessi che lo hanno poi minacciato (anche su Facebook) scrivendo “ti aspettiamo in Turchia”.
Gianni Sartori