Dal 20 ottobre l’anarchico Alfredo Cospito, detenuto in 41bis, ha rinunciato ad alimentarsi, utilizzando il suo corpo come unica arma possibile per protestare contro il regime di detenzione speciale a cui è sottoposto nel carcere di Sassari e contro l’istituto dell’ergastolo ostativo. Il 6 luglio scorso il reato di “strage contro la pubblica incolumità” per cui era stato condannato è stato riqualificato dalla Cassazione in “strage contro la sicurezza dello Stato”, nonostante le azioni di cui è accusato avessero uno scopo prettamente dimostrativo, e non abbiano causato feriti né morti.
Lo sciopero della fame di Cospito ha avviato una discussione su questi temi anche tra settori della società solitamente prudenti su questi temi, denunciando l’accanimento dello Stato nei suoi confronti persino sui media mainstream, puntando però, per lo più, sull’ambiguo tema della “non proporzionalità” della pena applicata nel singolo caso.
La battaglia che Cospito sta portando avanti ha tuttavia la forza per aprire faglie più ampie nel sistema e un dibattito reale sulla necessità di superamento di due istituti inumani come l’ergastolo e il 41bis, oltre che dell’intero sistema dei circuiti speciali di detenzione. Altre letture rischiano di diventare strumentali al mantenimento dello status quo, e incapaci di rendere giustizia alla lotta che il detenuto anarchico sta portando avanti, mettendo a rischio la propria vita.
Fin dalla sua nascita, che trova radice nelle legislazioni speciali degli anni Ottanta e Novanta, il 41bis si è mostrato come uno strumento di ricatto per spingere i detenuti alla collaborazione con la magistratura, fondato su pratiche di vera e propria tortura. Le condizioni inumane e prive di ogni logica previste da questo istituto si concretizzano in isolamento in celle di pochi metri quadri, limitazioni all’ora d’aria, sorveglianza continua, limitazione o eliminazione dei colloqui con i familiari, controllo della posta, limitazione di oggetti in cella persino come penne, quaderni e libri. Un progressivo annientamento che provoca danni incalcolabili nel corpo e nella psiche dei detenuti.
L’ergastolo, assimilabile in tutto e per tutto alla pena di morte, è invece l’istituto con il quale lo Stato prende possesso del corpo di un individuo, arrogandosi la prerogativa di decidere discrezionalmente se, come e quando restituirgliela attraverso la “libertà condizionale” per “buona condotta”, senza che questi possa venire a conoscenza dei tempi e dei modi del suo eventuale rientro nel consesso sociale. Al netto della inumanità di una punizione a vita, che cancella nell’individuo le idee stesse di “speranza” e di possibile reinserimento nella comunità, l’ergastolo è incompatibile con la Costituzione e con l’idea di “rieducazione” del condannato.
Un dibattito limitativo rischia di essere in questo senso quello sulla possibile abolizione del solo istituto dell’ergastolo ostativo, ovvero quello che – nel caso di alcuni specifici reati – non prevede la possibilità di liberazione condizionale e di altri benefici, a meno che la persona condannata non collabori con gli organi inquirenti. Con la recente legge approvata dal parlamento, inoltre, la possibilità di liberazione condizionale viene spostata a trent’anni di pena scontata invece di ventisei, senza contare che altre misure rendono altamente improbabile la possibilità di affrancamento dalla pena fino alla morte. Il vero tema è quindi quello dell’abolizione dell’ergastolo in toto, nell’ottica di un futuro superamento dell’intera istituzione carceraria, mero strumento di confinamento della marginalità e della povertà (basta vedere da chi è oggi costituita la grande maggioranza della popolazione carceraria, e quali sono i reati di cui questi detenuti sono accusati) nonché di controllo e punizione rispetto a tutte le potenziali conflittualità sociali.
MORIRE DI PENA. PER L’ABOLIZIONE DI ERGASTOLO E 41BIS è una piattaforma di sensibilizzazione e rivendicazione che punta all’abolizione di questi due istituti e dei circuiti speciali di detenzione. La piattaforma nasce a seguito di un’assemblea svoltasi a Napoli che ha visto protagoniste tutte le realtà militanti e sociali in lotta contro il carcere o per la tutela dei diritti dei detenuti, coinvolgendone poi altre sul territorio nazionale. L’obiettivo è quello di allargare la consapevolezza – attraverso iniziative di analisi e discussione, e azioni mediatiche e politiche – rispetto alla necessaria eliminazione di ergastolo e 41bis, sollecitando anche i più prudenti settori sociali citati nella prima parte di questo documento a prendere esplicitamente posizione. Un percorso che immaginiamo lungo e difficile, ma possibile, considerando le fratture che gli accadimenti recenti hanno reso oltremodo visibili.
È possibile, a livello individuale e collettivo, sottoscrivere questo documento e mettersi in rete con le realtà che da qui ai prossimi mesi proveranno a portare avanti la piattaforma, scrivendo all’indirizzo mail: sottoscrizione@abolizioneergastoloe41bis.it.
Al momento hanno scelto di aderire:
SOTTOSCRIZIONE GRUPPI
Attivisti e attiviste napoletane per l’abolizione di ergastolo e 41bis
A Buon Diritto
ACAD – Associazione contro gli abusi in divisa
Anomalia, centro di documentazione anarchica
Antudo – Sicilia
Archivio Primo Moroni – Milano
Arrevuoto, teatro e pedagogia
ArtLab – Parma
Assalti Frontali
Banda Baleno – Napoli
Brigata Dax – Milano
Cambiare Rotta, organizzazione giovanile comunista
Cannabiservice, associazione per il diritto di cura
CAOS – Coordinamento Aec operatori autorganizzati
Casa delle donne – Parma
Casa occupata Città Vecchia – Taranto
Centro popolare autogestito – Firenze
Centro studi movimenti – Parma
Chi rom e chi… no – Napoli
Clinica Legale immigrazione Università Roma Tre
Collettivo autonomo lavoratori portuali – Genova
Collettivo No Porto Fiumicino
Collettivo Primo Contatto
Collettivo terraterra – Roma
Coma Berenices
Comitato Città Vecchia – Taranto
Comitato piazza Carlo Giuliani – Genova
Comitato verità e giustizia per il carcere di Modena
Comune-info
Contropiano
Corto Circuito, csoa – Roma
CUB informazione e spettacolo
Edizioni Bepress
Edizioni Cronopio
Edizioni Spring
Ex caserma liberata, csoa – Bari
Folletto 25603 – Abbiategrasso, Milano
Forum diritti e salute
FIR – Frazione internazionalista rivoluzionaria
Fregne in lotta
Gruppo Mercurio – Orvieto
Il carcere possibile – Napoli
LasciateCIEntrare
La prigione e la piazza
La Terra Trema
Le Macerie, baracche ribelli – Molfetta
Lucha y Siesta – Roma
Mamai Manna, collettivo agricolo – Sardegna
Movimento per il diritto all’abitare Roma
Napoli Monitor
Off Topic, laboratorio politico – Milano
OSA – Organizzazione studentesca d’alternativa
Osservatorio Repressione
Prato antifascista
Progetto Diritti
Quarticciolo ribelle – Roma
RadioSonar – Roma
Raggia Tarantina
Red Star Press
Rete dei comunisti
SiCobas
Spazio antagonista Newroz – Pisa
Spazio popolare Anna Campbell – Pesaro
Solchi DIY – Parma
Transform! Italia
Yairaiha Onlus
UnavoltaXtutte, collettivo femminista VIII Municipio – Roma
Unione Inquilini Ladispoli
Unione Inquilini Napoli
USB – Unione sindacale di base
Zapruder / Storie in movimento
99 Posse
SOTTOSCRIZIONE INDIVIDUALE
Luca Abbà, attivista
Flavio Rossi Albertini, avvocato
Elisabetta Alippio, avvocato
Damiano Aliprandi, giornalista
Claudio Aloia
Stefano Amato, ex detenuto
Cesare Antetomaso, avvocato
Livia Apa, docente universitaria
Stella Arena, avvocato
Sofia Bacchini, ricercatrice
Silvia Baraldini, attivista politica
Donato Barbato, Antigone Campania
Tania Bassini, avvocato
Charlie Barnao, docente delegato per il polo universitario di Catanzaro
Beppe Battaglia, volontario in carcere
Margherita Becchetti, ricercatrice
Barbara Berardi, avvocato
Sandra Berardi, attivista
Marco Bersani, Attac Italia
Domenico Biliotti, docente universitario
Francesca Bonassi, Antigone Campania
Andrea Bottalico, ricercatore
Marina Brancato, docente universitaria
Caterina Calia, avvocato
Danilo Camplese, avvocato
Marco Campora, presidente Camera penale di Napoli
Carlo Caprioglio, docente universitario
Antonio Capuano, regista
Enzo Carrano, ex detenuto
Ascanio Celestini, attore
Michela Cerocchi, ricercatrice
Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania
Benedetto Ciccarone, avvocato
Liliana Ciorra, psicologa
Adriano Cirulli, ricercatore
Paola Cisternas, Antigone Campania
Marco Colacurci, Antigone Campania
Marta Collot
Paolo Conte, Antigone Campania
Emilia Corea, operatrice sociale
Giorgio Cremaschi, sindacalista
Mario Crispino, Antigone Campania
Antonella Cristiani, redattrice editoriale
Francesca Curto, avvocato
Cyop, artista
Aurora D’Agostino, avvocato
Elena D’Asenzio, musicista
Maria Eusapia Danzi, avvocato
Mauro Dazzi, ricercatore
Luciana De Angelis, praticante avvocato
Luigia De Biasi
Francesca De Carolis, giornalista
Francesca De Rosa, ricercatrice
Elisabetta Della Corte, sociologa
Anna Giulia Della Puppa, dottoranda
Lorenzo Declich, storico
Italo Di Sabato, attivista
Antonella Distefano, Antigone Campania
Nicoletta Dosio, attivista
Alfredo Durante, avvocato
Antonio Esposito, ricercatore indipendente
Luigi Ferrajoli
Monica Ferrando, filosofa
Fabio Maria Ferrari, avvocato
Biagio Ferrone, avvocato
Francesco Festa, attivista
Goffredo Fofi, critico
Eleonora Forenza, parlamentare europea VIII legislatura
Ludovica Formoso, avvocato
William Frediani, scrittore
Luigi Ferrajoli, giurista
Enrico Gargiulo, docente universitario
Elio Germano, attore
Ilaria Giugni, Antigone Campania
Haidi Giuliani, attivista
Giuliano Granato
Rossella Grasso, giornalista
Ettore Grenci, avvocato
Marco Grilli, avvocato
Jorit, artista
Ilaria La Fata, ricercatrice
Marika La Pietra, Antigone Campania
Dana Lauriola, attivista
Marta Lispi, attivista antiproibizionista
Laura Longo, ex presidente Tribunale di sorveglianza L’Aquila
Domenico Lopresto, sindacalista
Eugenio Losco, avvocato
Carlo Luglio, regista
Mari Luna, avvocato
Manolo Luppichini, film-maker
Guido Lutrario
Roberta Maggiali, psicologa
Giuseppe Mammana, giornalista
Francesco Maranta, consigliere regionale Campania (2000-2005)
Lina Marchini, pensionata
Federica Maresca, Antigone Campania
Peppe Marra, sindacalista
Rita Martufi, ricercatrice
Pietro Marcello, regista
Giuseppina Massaiu, avvocato
Diego Miedo, artista
Simona Molisso, avvocato
Ennio Mori, libraio
Antonella Moscati, filosofa
Guido Moschella, avvocato
Maurizio Muoio, attore
Lino Musella, attore
Emilio Nigro, scrittore
Allegra Nelli
Maurizio Nucci, presidente camera penale di Cosenza (2016-2020)
Ivonne Panfilo, avvocato
Michele Passione, avvocato
Margherita Pelazza, avvocato
Francesco Pelosi, ricercatore
Santino Piccoli, avvocato
Emma Pietroletti, dottoranda
Sauro Poli, avvocato
Leonardo Pompili, avvocato
Stefano Portelli, ricercatore
Alberto Prunetti, scrittore
Gianmario Ramondini, avvocato
Enrica Rigo, docente universitaria
Luigi Romano, presidente Antigone Campania
Francesco Romeo, avvocato
Riccardo Rosa, giornalista
Chef Rubio, cuoco
Livia Russo, ex detenuta
Giovanni Russo Spena, Giuristi Democratici
Arturo Salerni, avvocato
Mariachiara Salerno, Antigone Campania
Elisabetta Salvini, insegnante
Dario Santilli, attivista politico
Don Alessandro Santoro, comunità delle Piagge (Firenze)
Arturo Sarerni, avvocato
Carmine Savella, Antigone Campania
Maria Elena Scandaliato, giornalista
Gianluca Schiavon, giurista
Rossella Selmini, docente universitaria
Carla Serra, avvocato
Vincenzo Scalia, docente universitario
Fabio Sommovigo, avvocato
Salvatore Stasi, sindacalista
Raffaele Tartaglia, Antigone Campania
Alfonso Tatarano, avvocato
Gaia Tessitore, Antigone Campania
Enrico Tonolo, avvocato
Lorenzo Tore, ricercatore
Francesca Trasatti, avvocato
Roberta Valmassoni, avvocato
Luciano Vasapollo, docente universitario
Nicola Vicidomini, artista
Gianluca Vitale, avvocato
Maurizio Zanardi, editore
Zerocalcare, artista