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Iran: impiccagione di un altro prigioniero politico curdo

Si conferma il triste primato dei cittadini curdi giustiziati nella repubblica islamica. L’ultimo, per ora, è un militante di Komala.

di Gianni Sartori

Sarkut Ahmadi, un militante (o – secondo altre fonti – ex-militante) di Komala, in carcere da due anni, è stato impiccato il 22 febbraio nel carcere di Dizelababd a Kermanshah.

Dalle notizie diffuse dall’Organizzazione per i Diritti Umani Hengaw, il giovane curdo (29 anni) era stato arrestato nel gennaio 2021 quando aveva già lasciato l’organizzazione e mentre si recava in Turchia per poi raggiungere l’Europa.

Era stato condannato a morte in quanto si presumeva fosse coinvolto nell’uccisione di un membro delle forze di sicurezza, Sargurd Hassan Maleki. Un fatto risalente all’agosto 2017 e rivendicato da un gruppo che si firmava “Combattenti della bandiera rossa”.

All’epoca, agosto 2017, nei giorni immediatamente successivi all’uccisione di Hassan Maleki, una decina di familiari di Sarkut Ahmadi erano stati arrestati dalla polizia iraniana a Sulaymaniyah nel Kurdistan iracheno.

Il Partito Komala del Kurdistan Iraniano (Komełey Şorrişgêrrî Zehmetkêşanî Kurdistanî Êran), in passato comunista (maoista dal 1969 al 1979), attualmente si sarebbe posizionato su una linea politica definita da vari osservatori come “socialdemocratica”.

Soprattutto in passato aveva praticato forme di lotta armata (utilizzando fucili AK-47 e lanciagranate RPG) e si calcola che – almeno fino al 2017 – disponesse di circa un migliaio di militanti in servizio attivo con una forte presenza femminile.

Da segnalare che in base ai dati forniti il 2 febbraio 2023 da Hengaw, erano già 18 i prigionieri curdi (sia politici che comuni) di cui è stata accertata l’esecuzione nel gennaio 2023. Ossia il 30% su un totale di sessanta cittadini iraniani giustiziati in gennaio. L’anno scorso i curdi giustiziati erano stati 52 (sempre quelli accertati, per difetto quindi).

Sempre secondo Hengaw, le esecuzioni di altri 17 prigionieri non sono state annunciate in fonti governative e giudiziarie. E in molti casi sono i media a non darne notizia.

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