La magistratura ha aperto una sorta di caccia ai militanti anarchici. Una sorta di repressione alimentata dalla solita logica dell’emergenza permanente. La logica dell’emergenza permanente che criminalizza il dissenso e il pensiero critico. Il caso di Marco Marino, militante anarchico chiuso in carcere per un petardo
Dallo scorso 28 marzo un attivista anarchico, Marco Marino, è stato arrestato in “forma preventiva” nell’ambito di una indagine ancora in corso. L’articolo del Codice Penale utilizzato per questo arresto è il “270bis”. L’inchiesta coinvolge 12 persone ed è diretta dal pubblico ministero, De Marco Maurizio.
A Marco Marino viene contestata la partecipazione ad un “attentato” avvenuto il 4 marzo 2021 nei pressi della sede del Consolato di Grecia a Napoli.
Se la memoria non ci inganna, l’attentato di cui parla questa “inchiesta” è poco più di un petardo (denominato “Rambo”), di quelli che – a Napoli – vengono esplosi a centinaia ogni giorno per festeggiare compleanni, eventi ludici, sportivi e quant’altro. Materiale pirotecnico liberamente in vendita nei numerosi negozi che trattano questo tipo di merce.
L’arresto di Marco Marino è stato descritto dalla stampa locale come la cattura di un “pericoloso terrorista”. Infatti è stato prima ristretto nella Sezione AS2 del Carcere di Secondigliano (un segmento particolarmente punitivo della struttura differenziata con cui a Secondigliano vengono “classificati” i detenuti) e poi trasferito a Terni.
Nel carcere della città umbra Marco Marino è stato associato in un cella con un altro detenuto anarchico, Juan Sorroche, condannato ad una pesante pena, 14 anni di detenzione, per un altro “attentato dinamitardo” (di quelli che nessuno ricorda e forse nessuno si è mai accorto…) che sarebbe stato compiuto in Veneto qualche anno fa.
Secondo le carte, i tempi dell’arresto sono stati accelerati dalle incalzanti azioni di solidarietà ad Alfredo Cospito, prigioniero anarchico in sciopero della fame contro 41bis ed ergastolo ostativo.
E’ evidente che l’arresto di Marco Marino e il trattamento carcerario a cui è sottoposto sono il prodotto perverso del clima culturale, politico e materiale che scaturisce dalla gestione paranoica e ferocemente antisociale, di cui la “vicenda Alfredo Cospito” e la sua determinazione a lottare contro il famigerato “41 bis” e il cosiddetto “Ergastolo Ostativo” sono l’aspetto più eclatante.
Ancora una volta siamo in presenza di un atto repressivo contro gli anarchici che è segnato – in ogni sua caratteristica formale ed informale – da una “logica dell’Emergenza” che moltiplica a dismisura il “rischio percepito” di fatti trascurabili, ma che sta dettando tempi ee forme della repressione in ogni ambito della società.
Facciamo appello affinché si produca il massimo di attenzione possibile sulla persecuzione giudiziaria e penale in atto contro Marco Marino.
Sollecitiamo attivisti, compagni ed operatori del diritto ad un a presa di posizione pubblica di critica verso gli oggettivi elementi di “sproporzione giudiziaria e materiale” che sono stati impiegati dalla Procura della Repubblica partenopea.
Rompere il silenzio e cancellare il cono d’ombra che magistratura, polizia ed apparati dello Stato vorrebbero sancire, attraverso casi come questo, è un dovere per quanti non sono disposti a rassegnarsi ad un pericoloso “stato di eccezione permanente” e a un desolante presente panottico.
da Contropiano
Per scrivergli:
Marco Marino
c.c di Terni
Strada delle Campore, 32
05100 Terni
Alcuni link che rimandano alla notizia dell’arresto di Marco Marino:
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