Il 24 aprile, durante la fiaccolata organizzata dal Comune di Torino in occasione del 25 aprile, davanti alla presenza di alcune bandiere della Nato, lo spezzone giovanile ha ribadito l’inaccettabilità della loro presenza all’interno della manifestazione per la Liberazione.
Una partecipazione importante ha caratterizzato la manifestazione cittadina, dai partiti ai sindacati, a chiusura del corteo era presente il Coordinamento Antifascista Torinese e lo spezzone della gioventù comunista, insieme a numerosi collettivi studenteschi. E’ significativo che all’arrivo in piazza Castello l’accoglienza riservata alla parte giovanile del corteo sia stata manganelli e caschi blu a difesa delle bandiere NATO. Innanzitutto, il trattamento che in questa città viene applicato nei confronti dei giovani è sintomo della gravità in cui versa un apparato politico istituzionale cieco e sordo di fronte alle rivendicazioni degli studenti e delle studentesse a un anno dalla morte di tre coetanei in alternanza scuola-lavoro. In secondo luogo, una piazza come quella di ieri sera a Torino che si dichiara per la pace e contro la guerra ha implicite dentro di sé le contraddizioni di un pacifismo belligerante e di un’ipocrisia a marchio PD che accoglie, a fianco dei partigiani e della parte giovane della città, un gruppo di provocatori che, non contenti delle già avvenute contestazioni l’anno scorso per la presenza delle bandiere NATO, si sono ripresentati all’interno della manifestazione.
La guerra in Ucraina rappresenta il fulcro dell’ipocrisia di chi pensa di poter parlare di pace, libertà e resistenza a colpi di carri armati e finanziamento alle industrie di armi, in un Paese che versa in una crisi sociale ed economica di cui nessuno si sta occupando seriamente. La retorica del governo, inserita perfettamente nel quadro lasciato in eredità dai predecessori della Meloni, si sostanzia tramite una propaganda guerrafondaia e iniqua, a suon di strafalcioni e ignoranza impunita che permette al ministro dell’agricoltura di parlare di sostituzione etnica in merito alla questione migratoria e di retorica familistica e antiabortista.
Ieri sera a Torino i giovani che ogni giorno lottano nelle loro scuole e università per proporre un futuro diverso, in una situazione in cui è difficile costruire una prospettiva sostenibile per chi è giovane oggi, sono stati ferocemente caricati dalla polizia che si è posta a difesa del vessillo dell’alleanza atlantica, simbolo di una guerra per procura voluta dagli Stati Uniti alle porte dell’Europa per garantire la propria egemonia mondiale. Moltissime persone presenti, nonostante si siano dovute spostare per evitare di venire picchiate, sono rimaste in piazza a dimostrazione di quanto il gesto contestativo fosse comprensibile ai più. A conclusione lo spezzone giovanile è riuscito a salire sul palco esponendo lo striscione “Partigiani per la pace”.
Di seguito condividiamo il comunicato di FGC Torino:
SIAMO PARTIGIANI DELLA PACE
I fatti accaduti ieri sera alla fiaccolata del 24 Aprile a Torino sono di una gravità inaudita, che dimostra l’inasprimento repressivo che si vive da tempo nel nostro Paese. Ad uno spezzone composto da centinaia di studenti e giovani lavoratori che ha portato in piazza parole d’ordine contro la guerra Imperialista e la NATO, la Questura di Torino ha risposto con cariche a freddo durissime, ferendo diversi studenti e mandandone diversi all’ospedale, pur di permettere al sindaco e alle istituzioni la conclusione di un comizio guerrafondaio e apertamente in contraddizione con lo spirito della manifestazione storica cittadina.
Nonostante le cariche siamo riusciti a conquistare il palco in piazza Castello, grazie alla determinazione di tutta la piazza, che ha dimostrato la propria contrarietà alla guerra e si è schierata in solidarietà con lo spezzone giovanile. Davanti a migliaia di persone abbiamo portato la voce della maggior parte dei lavoratori di questo paese che è contro la guerra e le politiche di riarmo.
Rispediamo al mittente sia le provocazioni dei soliti politicanti cittadini che rappresentano ormai solo se stessi, definendoci “putiniani”, sia il veleno che la stampa ha iniziato a diffondere per attaccare la voce dei tantissimi giovani che ieri sono scesi in piazza. La risposta di migliaia di lavoratori, giovani e pensionati che acclamavano lo spezzone sul palco e cantavano all’unisono “Bella Ciao” parla da sola.
Questo 25 Aprile abbiamo ribadito con ancora più forza che questa non è l’Italia per cui i Partigiani hanno lottato, un paese che è pienamente coinvolto nella Guerra Imperialista e che destina ai giovani proletari un futuro di sfruttamento, morte e disoccupazione. Spetta a noi raccogliere il testimone della lotta partigiana perché il nostro futuro non è il capitalismo. Ma è il mondo nuovo, il socialismo.
NO ARMI, NO SANZIONI, NO BASI, NO SOLDATI PER LA GUERRA IMPERIALISTA.
da InfoAut
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