La Camera dei Comuni vota il Public Order Bill. Misure autoritarie che danno grande potere alla polizia e istituiscono altri reati
di Leonardo Clausi
Mercoledì la Camera dei Comuni ha approvato le nuove, draconiane norme antiproteste del Public Order Bill. Ieri l’alto commissario Onu per i diritti umani Volker Turk non ha esitato a definirle profondamente inquietanti, chiedendone l’abrogazione. «Questa legge è del tutto inutile: la polizia britannica ha già il potere di agire contro manifestazioni violente e dirompenti», ha detto Turk in una nota, nella quale ha chiesto al governo del Regno Unito di «revocare questa legislazione il prima possibile».
Presentate nel maggio 2022 dall’allora ministra degli Interni Priti Patel (cui è ora succeduta l’ancora più scalmanata Suella Braverman), le misure criminalizzano le tecniche di protesta dei vari movimenti ambientalisti e animalisti – Extinction Rebellion, Insulate Britain, Just Stop Oil, Animal Rising – che praticano il blocco di infrastrutture, traffico cittadino, cantieri, mezzi di trasporto pubblico allo scopo di «sensibilizzare» la pubblica opinione su una catastrofe climatica già in pieno, conclamato svolgimento. Le misure, oltre a «illegalizzare» il dissenso, danno un potere soverchio alla polizia e fanno dell’incollarsi a edifici o altro, una tecnica ampiamente utilizzata, un reato. Ieri agli attivisti di Just Stop Oil che bloccavano il traffico di Londra sul Waterloo Bridge è stato ordinato dalla polizia di sgombrare la strada dopo il quarto giorno consecutivo di proteste. L’ultima repressione aveva avuto luogo sabato 15 aprile vicino Liverpool in occasione del Grand National, il celebre concorso ippico: la polizia del Merseyside aveva promesso di tenere a freno gli animalisti e trattarli «energicamente», arrestando 118 persone e rilasciandone successivamente solo alcune.
Questa legge è un giro di vite autoritario ratificato in contemporanea a un’altra offensiva giurisprudenziale contro il diritto al dissenso sollecitata da un governo sempre più reazionario. Proprio ieri la Corte suprema ha costretto gli infermieri in agitazione a dimezzare a un unico giorno lo sciopero di 48 ore indetto per questo fine settimana, avendolo decretato illegale. Il parere giunge dopo che il governo – nella persona del ministro della Sanità Steven Barclay – si era rivolto ai giudici per bloccarlo. Dagli applausi ipocriti agli «eroi» del sistema sanitario nazionale, durante l’era del lockdown, alle denunce degli stessi mentre lottano per un salario da fame il passo è stato breve assai.
da il manifesto
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