Traduzione a cura di Global Project del comunicato di Soulèvements de la Terre dopo la grande operazione poliziesca, che ha coinvolto anche la sottodirezione antiterrorismo, di lunedì 5 giugno scorso, in diverse città della Francia. I fatti si riferiscono all’azione di disobbedienza civile contro il cementificio Lafarge di Bouc-Bel-Air avvenuta lo scorso dicembre.
Lo scorso 5 giugno, i gendarmi e la sottodirezione antiterrorismo (SDAT) hanno effettuato un’ondata di perquisizioni in tutta la Francia. Almeno quindici persone sono state perquisite contemporaneamente in più di dieci città e poi prese in custodia.
Secondo le prime notizie di stampa, queste persone sono accusate di “distruzione organizzata” e “associazione a delinquere”, in relazione a un’azione di disobbedienza condotta il 10 dicembre 2022 contro lo stabilimento Lafarge di Bouc-Bel-Air (13), da diverse centinaia di persone (link al comunicato stampa e al video che abbiamo trasmesso all’epoca da Soulèvements de la Terre). Potrebbero essere tenuti in custodia dalla polizia fino a 96 ore (fino a venerdì mattina).
Fin dai primi soulèvements de la terre abbiamo sostenuto questa iniziativa per smantellare una delle aziende più distruttive del mondo. Chiediamo quindi un sostegno diffuso agli arrestati di oggi: nelle marce contro la riforma delle pensioni di domani (ieri ndt), attraverso manifestazioni davanti ai siti Lafarge e alle Prefetture mercoledì sera, e un’adesione massiccia alla mobilitazione contro l’ampliamento di una cava Lafarge a Saint-Colomban la mattina di domenica 11 giugno.
L’operazione di polizia di questa mattina (lunedì 5 giugno ndt), sulla quale il Ministero non ha ancora rilasciato dichiarazioni, si inserisce chiaramente nell’escalation repressiva che il governo sta portando avanti contro i movimenti sociali e ambientalisti, con una notevole accelerazione negli ultimi mesi: spaventose violenze della polizia a Sainte-Soline, misure d’emergenza alimentate dallo spettro dell'”eco-terrorismo” e minacce di sciogliere Soulèvements de la Terre. Criminalizzando il governo, si rivela il sodalizio criminale che esso forma con le industrie della morte.
Lo sappiamo: Lafarge-Holcim è colpevole di distruzione organizzata! Dei 50 siti più inquinanti in Francia, 17 sono cementifici. Il cemento è responsabile dell’8% delle emissioni globali di Co2. Il settore delle costruzioni e delle opere pubbliche è responsabile del 39% delle emissioni globali di CO2 e del 33% di quelle francesi. Lafarge-Holcim sembra stia accumulando una serie di scandali ambientali nelle sue cave, impianti di calcestruzzo e cementifici. Lafarge-Holcim ha anche finanziato Daesh in Siria, con il tacito consenso della DGSE e del governo francese. La società è stata condannata dai tribunali statunitensi per finanziamento del terrorismo nell’ottobre 2022.
È inaccettabile equiparare l’uso legittimo di tronchesi, mazze e chiavi inglesi per neutralizzare le infrastrutture al terrorismo! Gli impianti di betonaggio sono armi per l’artificializzazione massiccia dei terreni agricoli e la distruzione della biodiversità, e sono bombe a orologeria per il clima. È quindi più che mai legittimo e necessario disarmarli.
In Francia e in Svizzera negli ultimi tre anni l’industria del calcestruzzo in generale, e Lafarge-Holcim in particolare, è stata oggetto di un’azione sempre più massiccia e determinata:
– Campagne di blocco dei cementifici “Fin de chantiers”, a partire dal 2020.
– Occupazione e disarmo simultanei di diversi siti Lafarge nella regione di Parigi, indetti da Extinction Rebellion e Soulèvements de la Terre, nel giugno 2021 – comunicato stampa e video
– ZAD de la Colline in Svizzera, tra il 2020 e il 2021
– Disarmo collettivo presso il cementificio Béton Lyonnais nel febbraio 2023.
Lo scorso dicembre, un articolo di Le Parisien ha fatto trapelare per la prima volta la possibilità di scioglimento dei Soulèvements de la Terre e ha rivelato il coinvolgimento dell’unità antiterrorismo nell’inchiesta sull’azione contro la fabbrica di Bouc bel Air. All’epoca, più di 3.000 personalità hanno firmato un articolo su Libération per reagire a questa preoccupante estensione della repressione.
In esso, una serie di personalità politiche, sindacali e intellettuali affermavano il loro sostegno a questo tipo di azione: «Sappiamo anche che non abbiamo paura delle persone vestite di bianco protettivo e delle tute da lavoro che vediamo ora in televisione, dopo anni di sordità del governo alle lotte ambientali. E non possiamo non essere d’accordo con loro quando li sentiamo dire che le loro azioni di ‘disarmo’ sono una parte essenziale di qualsiasi strategia coerente per rallentare, arrestare o fermare i progetti che costruiscono concretamente sul suolo, che si appropriano della terra o che avvelenano i fiumi. Anzi, a volte vorremmo farne parte (…)».
Le azioni per disarmare l’industria del cemento si stanno diffondendo, e probabilmente questo è solo l’inizio. Chiediamo che vengano amplificate.
Chiediamo il rilascio immediato di tutte le persone arrestate oggi.
Chiediamo gesti di solidarietà nei loro confronti in tutte le manifestazioni di domani.
Chiediamo manifestazioni di sostegno in tutta la Francia mercoledì sera (07 giugno), davanti alle prefetture e ai siti di Lafarge-Holcim.
Invitiamo a manifestare massicciamente questa domenica in Loira Atlantica per i convogli della Fine delle Cave, e in particolare contro l’ampliamento di un sito Lafarge a Saint Colomban.
Non lasciamoci intimidire dalla repressione, disarmiamo il cemento!
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