L’Italia invia una fregata per contrastare gli attacchi delle milizie yemenite. La questione non è certo secondaria, anzi è esplosiva. Attraverso il Mar Rosso passa tra il 10 e il 12% del traffico marittimo globale di petrolio greggio e il 30% del traffico commerciale dei container.
di Eliana Riva da Comune-Info
La più grande compagnia di navigazione al mondo, la MSC (Mediterranean Shopping Company), modificherà le rotte marittime a causa dell’aumento del numero degli attacchi alle sue navi cargo. La comunicazione arriva subito dopo quella della società francese CMA CGM, che ha seguito a sua volta il gigante danese Maersk e la società di trasporti tedesca Hapag-Lloyd.
Lo Yemen, l’estremità meridionale della Penisola Arabica, è teatro di un violento conflitto civile ormai dal settembre 2014. Il nord del Paese, compresa la capitale Sana’a, è stata occupato dai miliziani Houthi. Questi ultimi, sostenuti dall’Iran, hanno più volte, negli ultimi anni, attaccato le navi israeliane che transitavano nei pressi del Golfo di Aden con lanci di droni e di razzi.
Israele considera gli Houthi, i cui attacchi con i droni vanno solitamente a segno, una sorta di unità missilistica al servizio delle forze armate iraniane, utilizzati all’occorrenza da Teheran come una minaccia a Israele.
Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, che ha causato 1.200 morti in Israele, e i violenti bombardamenti di quest’ultimo che hanno ucciso a Gaza più di 18.800 persone, il lancio di droni e razzi dallo Yemen è aumentato e gli Houthi hanno dichiarato di rivolgere i propri attacchi non solo alle navi cargo israeliane e statunitensi ma contro tutte quelle che attraverso il Mar Rosso intendono raggiungere Israele. Le navi da guerra statunitensi hanno più volte intercettato e distrutto i droni lanciati da Ansrallah.
Lo scorso venerdì la nave-container MSC PALATIUM III è stata attaccata da droni mentre si apprestava ad entrare nel Mar Rosso attraverso lo stretto di Bab al-Mandab, in italiano letteralmente “Porta del lamento funebre”. Il passaggio congiunge il Mar Rosso con il Golfo di Aden, che separa l’Africa dalla Penisola Arabica.
Gli attacchi a MSC e agli altri colossi, che rappresentano quattro delle cinque compagnie marittime più grandi al mondo, non hanno causato feriti ma alcuni danni alle imbarcazioni. Un effetto immediato dell’incremento dell’insicurezza e dei pericoli nella navigazione è stato l’aumento dei costi delle polizze assicurative, saliti alle stelle. Ma non è questo l’unico problema.
Passando per lo stretto di Bab al-Mandab, le navi cargo che attraversano il Mar Rosso, raggiungono il Canale di Suez e arrivano quindi al Mar Mediterraneo, il tutto in 13 ore, rappresentano il 12% del commercio mondiale. L’unico percorso alternativo possibile è quello che prevede la circumnavigazione del continente africano, allungando il viaggio di circa 10 giorni, un aumento del 30% che incide in maniera importante sui costi relativi all’equipaggio, al rifornimento, alla gestione dei depositi. Difficile immaginare che tali aumenti non interesseranno i consumatori finali.
Israele conduce via mare il 98% circa del suo commercio e negli ultimi decenni l’importanza del Mar Rosso per Tel Aviv è cresciuta sensibilmente, anche perché in esso fluisce circa un quarto del commercio estero israeliano, quello che riguarda l’Asia, con la quale Israele intende stringere nuovi e più stretti rapporti, anche per limitare l’eccessiva dipendenza dall’Europa. Quando nel 1973, durante la guerra dello Yom Kippur, lo Yemen, in collaborazione con l’Egitto chiuse lo stretto di Bab el-Mandeb, bloccò tutte le attività commerciali che avevano destinazione Eilat. In ottobre, le importazioni israeliane di merci, esclusi i diamanti, ammontavano a 17,5 miliardi di NIS. Circa il 49% delle importazioni proveniva da paesi europei e il 25% proveniva da paesi asiatici, secondo i dati dell’Ufficio centrale di statistica. Le importazioni dall’Estremo Oriente, principalmente dalla Cina, includono macchinari per infrastrutture e progetti di costruzione, prodotti di consumo e merci ordinati da siti web cinesi, tra cui Ali Express, nonché prodotti elettronici e negli ultimi anni veicoli di fabbricazione cinese.
Circa il 30% delle importazioni israeliane arriva attraverso il Mar Rosso su navi portacontainer prenotate con due o tre mesi di anticipo per i prodotti di consumo o di altro tipo
Il 16 dicembre, i portavoce del governo di Tel Aviv hanno dichiarato che una nuova nave da guerra stava raggiungendo il Mar Rosso. Il premier israeliano Netanyahu ha richiesto una “coalizione internazionale” contro gli Houthi, proposta rilanciata dagli Stati Uniti, che però intendono allargare il più possibile il coinvolgimento di attori internazionali, per non rimanere isolati su un fronte di conflitto che si rivela sempre più insidioso e problematico. Possibili adesioni sono sul banco.
È di queste ore la notizia, diffusa da Reuters, che l’Italia sta “considerando” di partecipare attivamente alla coalizione militare navale anti-Houthi. Questi ultimi hanno fatto sapere che se gli Stati arabi nemici di Ansrallah parteciperanno alla task-force, ad essere attaccate non saranno più solo le navi ma anche i pozzi petroliferi sauditi ed emiratini.
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