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A Como e Verona multe per i senza fissa dimora che cercano riparo negli spazi pubblici

A Verona e Como, le forze dell’ordine hanno applicato sanzioni a persone senza fissa dimora per aver cercato rifugio in spazi pubblici, come sotto le pensiline degli autobus o in edifici dismessi

da Diogene

Recenti episodi in diverse città italiane hanno acceso i riflettori sulla situazione dei senzatetto, sottolineando le difficoltà che incontrano nel cercare riparo, specialmente durante i periodi di condizioni meteorologiche avverse.

Ad esempio, a Verona e Como, le forze dell’ordine hanno applicato sanzioni a persone senza fissa dimora per aver cercato rifugio in spazi pubblici, come sotto le pensiline degli autobus o in edifici dismessi. Queste azioni hanno generato un’ampia discussione pubblica e annunci di battaglie legali sulle norme che regolano l’accattonaggio e l’occupazione di spazi pubblici.

A Verona, sotto la pioggia scrosciante, mentre i rifugi erano tutti occupati e la fermata dell’autobus sembrava l’unica opzione disponibile per chi era privo di un riparo, mentre i rifugi erano tutti occupati e la fermata dell’autobus sembrava l’unica opzione disponibile per chi era privo di un riparo, un senzatetto si è preparato per la notte sotto la pensilina della fermata.

Un agente di polizia è però intervenuto poco dopo la mezzanotte, emettendo un ordine di allontanamento e giustificando la sanzione con l’argomentazione che la presenza dell’individuo limitasse l’accesso ai servizi pubblici e imponendo una multa per la violazione delle norme urbane, oltre a un provvedimento restrittivo per ragioni di sicurezza e decoro urbano.

Alberto Sperotto, a capo di un’organizzazione benefica, ha espresso indignazione per la multa inflitta, criticando l’approccio delle autorità di punire invece di proteggere le persone vulnerabili.

Le reazioni sui social media hanno amplificato il dibattito, con opinioni contrastanti riguardo al ruolo delle forze dell’ordine nella gestione dei senzatetto. Mentre alcune figure politiche hanno difeso le azioni della polizia locale, altri hanno sottolineato la necessità di politiche di accoglienza più inclusive e di servizi sociali adeguati per affrontare il problema alla radice.

A Como, la situazione dei senzatetto è stata messa in luce da due episodi in cui persone sono state sanzionate o denunciate per aver trovato rifugio in spazi pubblici o edifici dismessi.

Nel primo caso è stato multato e denunciato, per “occupazione senza diritto di uno spazio pubblico”, un 30enne senzatetto italiano, trovato dalla Polizia locale di Como mentre con il suo cane dormiva in via Borgovico, dalle parti dell’Ufficio scolastico territoriale.

Nel secondo caso gli agenti della Questura di Como hanno denunciato undici senzatetto (nove stranieri e due italiani) che avevano trovato rifugio in via Grandi, nell’area della ex Ticosa.

La difficoltà di trovare soluzioni abitative adeguate per le persone e i loro animali domestici, unita alla crescente segnalazione di occupazioni di aree abbandonate, riflette una problematica più ampia che richiede interventi strutturali. Gli sforzi sporadici delle autorità per sgomberare tali rifugi non sembrano offrire una risposta duratura al bisogno di sicurezza e dignità per i più vulnerabili.

Questi eventi mettono in luce l’urgenza di un dialogo costruttivo tra le autorità, le organizzazioni benefiche e la società civile per trovare soluzioni sostenibili che rispettino i diritti e le esigenze dei senzatetto. L’approccio alla questione non dovrebbe limitarsi alla gestione dell’ordine pubblico, ma includere lo sviluppo di politiche abitative inclusive, l’accesso a servizi di supporto e la promozione di una solidarietà comunitaria che riconosca la dignità e il valore di ogni individuo.

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