I decreti rave, Cutro, Giustizia, Caivano e il pacchetto sicurezza hanno creato nuovi reati, aumentando le pene. Sempre e solo repressione, portando agli estremi la politica panpenalistica che ha attraversato varie legislature.
di Damiano Aliprandi da il dubbio
Un’analisi approfondita viene cristallizzata dal dossier dell’associazione Antigone da poco presentato, portando all’attenzione pubblica una serie di provvedimenti significativi adottati dal governo Meloni, evidenziando le implicazioni e le critiche legate a ciascuno di essi. Tutto è penale, tutto è condanna e nuovi reati.
Il 31 ottobre 2022, il governo ha approvato il decreto-legge n. 162/2022, noto come Decreto rave, successivamente convertito in legge n. 199/2022. Questo provvedimento ha introdotto il reato di “invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica” all’articolo 663- bis del codice penale. Inoltre, sono state apportate modifiche alle norme sull’accesso ai benefici penitenziari e alla liberazione condizionale per i detenuti colpevoli di reati ostativi, come previsto dall’articolo 4- bis dell’ordinamento penitenziario.
Il 10 marzo 2023, pochi giorni dopo la tragedia di Cutro, è stato approvato il decreto-legge n. 20/2023, conosciuto come Decreto Cutro, poi convertito in legge n. 50/2023. Questo decreto ha innalzato di un anno i limiti di pena minimi e massimi per il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione illegale” e ha introdotto una nuova fattispecie di reato che prevede la “morte o lesione come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina”.
Il 26 luglio 2023 è stato approvato un disegno di legge presentato il 15 febbraio dello stesso anno, riguardante la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadini italiani. Questo provvedimento mira a regolamentare una questione eticamente complessa e dibattuta.
Il 10 agosto 2023 è stato approvato il decreto-legge n. 105/ 2023, noto come Decreto Giustizia, successivamente convertito in legge n. 137/2023. Questo decreto ha trasformato l’abbandono di rifiuti da illecito amministrativo a reato contravvenzionale, con multe fino a 10 mila euro, raddoppiate in caso di rifiuti pericolosi. Inoltre, è stato introdotto un reato specifico per l’abbattimento, la cattura o la detenzione di orsi bruni marsicani e sono state aumentate le pene per il reato di incendio boschivo.
Il 15 settembre 2023 è stato approvato il decreto- legge n. 123/2023, conosciuto come Decreto Caivano, poi convertito in legge n. 159/2023. Questo decreto ha introdotto nuove fattispecie di reato, tra cui la “pubblica intimidazione con uso di armi”, l’”inosservanza dell’obbligo dell’istruzione dei minori” e il “porto di armi per cui non è ammessa licenza”. Inoltre, sono state inasprite le pene per i reati di lieve entità in materia di stupefacenti ed è stato introdotto il Daspo urbano, il foglio di via obbligatorio e l’avviso orale del questore.
Il 26 settembre 2023 è stata approvata la legge n. 138/2023, che ha inasprito le pene per l’omicidio stradale, aumentando la reclusione da 8 a 12 anni se commesso in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe. Questa legge ha anche introdotto i reati di omicidio nautico e lesioni personali nautiche gravi o gravissime.
Infine, il 28 giugno 2024 è stata approvata la legge n. 90/2024, entrata in vigore il 17 luglio dello stesso anno, che ha introdotto aumenti di pena per reati informatici come l’accesso abusivo a sistemi informatici e il danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici.
L’associazione Antigone ha criticato fortemente anche il pacchetto sicurezza, affermando che esso porterà a un aumento dell’affollamento carcerario e che si tratta di una manovra repressiva volta a criminalizzare ogni forma di dissenso. Tra le principali critiche mosse, Antigone sottolinea la trasformazione del blocco stradale da illecito amministrativo a reato e la negazione del rinvio obbligatorio della pena per donne madri o in stato di gravidanza. Inoltre, vengono inasprite le pene per il reato di accattonaggio e introdotte nuove sanzioni per lesioni lievi o lievissime contro agenti di Polizia. Viene anche introdotto l’articolo 415-bis del codice penale, che punisce la resistenza passiva dei detenuti o i tentativi di evasione con pene fino a 8 anni, applicabile anche nei Cpr e hotspot.
Osservatorio Repressione è una Aps-Ets totalmente autofinanziata. Puoi sostenerci donando il tuo 5×1000
News, aggiornamenti e approfondimenti sul canale telegram e canale WhatsApp