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Oltre al ddl 1660 arrivano le norme sicuritarie per la sanità

Mentre in Senato si discute sul ddl 1660 il Governo va avanti con le solite logiche sicuritarie per occultare la mancanza di fondi a sostegno della sanità pubblica. Fino a 5 anni di carcere e 10 mila euro di multa per danneggiamenti alle strutture sanitarie. Arresto obbligatorio in differita per aggressioni a danno del personale e linee guida sulla videosorveglianza.

di Federico Giusti

Dopo avere invocato i daspo sanitari, il ministro Schillaci e il Governo costruiscono pene più severe, in caso di danneggiamento alle strutture sanitarie e sociosanitarie, fino a 5 anni di carcere e 10 mila euro di multa, se il fatto viene commesso da più persone la pena viene ulteriormente aumentata. Scatta l’obbligo di arresto in differita in caso di aggressioni a danno del personale sanitario e nonostante si parli di non aggravio della spesa pubblica verranno potenziati gli strumenti di videosorveglianza.

Abbiamo già scritto e detto che la prima causa delle aggressioni al personale sanitario è data dalla carenza degli organici e degli strumenti a disposizione della sanità pubblica, file interminabili ai pronti soccorsi, soppressione di presidi ospedalieri, interminabili liste di attesa per cure e prestazioni, pronti soccorsi al collasso.

I sanitari sono vittime sacrificali sia della disperazione sociale sia delle inadeguate politiche governative, mal pagati, con carichi di lavoro insostenibili.

Non sono certo i daspo e le pene a risolvere i problemi della sanità pubblica per la salvaguardia e il potenziamento della quale servono risorse economiche e personale.

Non si tutela il diritto alla salute militarizzando gli ospedali, non si difendono gli operatori con uno stato di polizia che allontana gli stessi dall’utenza.

Il decreto-legge presentato dal Governo è figlio della cultura sicuritaria e repressiva di cui il ddl 1660 è portatrice, modifica infatti alcuni articoli del codice di procedura penale (arresto obbligatorio in flagranza e in flagranza differita) e inasprisce le pene per reati contro gli operatori sanitari e per i danni ai beni mobili e immobili della sanità, si costruiscono nuovi reati e alla fine invece di investire in personale e strumenti di lavoro si pensa che la soluzione del problema siano le telecamere

 

 

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