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Il parlamento israeliano mette fuorilegge l’Unrwa

Il Parlamento israeliano (Knesset) ha approvato una legge che mette al bando l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) dal condurre “qualsiasi attività” o fornire qualsiasi servizio all’interno di Israele nonostante le pressioni internazionali.

Il voto è stato approvato 92-10. Sempre oggi è prevista una votazione su una seconda legge che interrompe i legami diplomatici con Unrwa.
La legislazione non entrerà in vigore immediatamente, ma tra 60-90 giorni dopo che il ministero degli Esteri israeliano avrà notificato all’ONU la decisione della Knesset.

Il bando umanitario contro l’Unrwa fa sussultare anche l’Autorità nazionale palestinese, che parla di “dimostrazione della trasformazione di Israele in uno Stato fascista”. Da Gaza invece Hamas denuncia “l’ennesima aggressione sionista contro il popolo palestinese”.

L’Agenzia delle Nazioni unite parla di “pericoloso precedente, l’ultimo episodio di una campagna in corso per screditarci e aggravare ancor di più la sofferenza dei palestinesi”. L’Autorità nazionale palestinese  parla di “dimostrazione della trasformazione di Israele in uno Stato fascista”, mentre da Gaza Hamas denuncia “l’ennesima aggressione sionista contro il popolo palestinese”. Per quanto riguarda la comunità internazionale, Ue, Onu e i principali paesi donatori – tra cui Francia, Regno unito, Germania e Canada – in una nota congiunta hanno espresso “grave preoccupazione”.

“La messa al bando dell’Unrwa rientra nel piano di annessione dell’intero territorio palestinese da parte delle autorità israeliane. L’Agenzia Onu rappresenta un ostacolo per questo piano”, commenta ai nostri microfoni Triestino Mariniello, che insegna Diritto penale internazionale all’Università di Liverpool. È d’accordo Fabian Odeh, cittadino italopalestinese che lavora tra Cisgiordania occupata e Italia:  “l’esistenza dell’Unrwa dà accesso allo status di profugo, necessario per accedere ai servizi erogati dall’Agenzia”. “Cancellando l’Unrwa si cancella l’identità di profugo in Palestina. Di conseguenza, si cancella il diritto al ritorno nelle proprie terre per milioni di profughi palestinesi”.

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