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Tregua finita, Israele attacca Gaza. Centinaia di palestinesi uccisi

Israele rompe la tregua e lancia bombardamenti a tappeto su tutta Gaza già in macerie e senza cibo: 404 palestinesi uccisi, tra loro 150 bambini. Netanyahu: è solo l’inizio, durerà a lungo.

Non conosce soste la massiccia offensiva aerea lanciata da Israele nella notte  a sorpresa contro Gaza. Il Ministero della Salute ha aggiornato il bilancio dei morti a 342, tra questi donne, bambini e anziani. Secondo quanto riportato dal sito Ynet, il piano d’attacco è stato preparato in gran segreto dai comandi militari israeliani per “colpire Hamas” con un’azione a sorpresa in tutta Gaza, da nord a sud contemporaneamente da decine di aerei. Israele afferma di aver preso di mira comandanti militari, militanti e dirigenti politici del movimento islamista e di aver attaccato dopo aver ottenuto il via libera del presidente americano Donald Trump.

I palestinesi invece riferiscono di vittime in gran parte civili colpite anche nei campi di tende e tra le macerie delle loro abitazioni. I soccorritori parlano di “bagno di sangue”.

Hamas accusa Israele di aver deciso di sacrificare i propri ostaggi nelle sue mani a Gaza. Per un leader del movimento Izzat al-Rishq, il premier Netanyahu starebbe usando la guerra come una “scialuppa di salvataggio” politica per distogliere l’attenzione dalle crisi interne.

«MASSACRI DI CIVILI», li ha definiti Medici senza frontiere (Msf), che ha contato decine di morti e feriti nelle cliniche che gestisce. Nell’ospedale Nasser di Khan Younis l’unità di terapia intensiva pediatrica si era già riempita ieri mattina. Il direttore dell’Al-Shifa ha dichiarato che ogni minuto un ferito muore a causa della mancanza di risorse mediche. Medicine, attrezzature, personale: le strutture sanitarie dove vengono portati i feriti sono le stesse ridotte al collasso da quindici mesi di bombardamenti, dall’assedio dei militari israeliani, dal nuovo blocco di carburante e di aiuti. Due mesi di cessate il fuoco non sono certo bastati a recuperare la piena funzionalità.

GLI ABITANTI si sono ritrovati, ancora una volta, a organizzare preghiere funebri negli obitori improvvisati, i feriti sono stati adagiati sui pavimenti delle strutture ospedaliere, spesso senza la possibilità di essere assistiti. L’Unicef ha espresso enorme preoccupazione per la vita dei bambini, più di un milione nella Striscia, che stanno «sopportando il peso di questa guerra». Human Rights Watch ha affermato che Israele sta violando il diritto internazionale e ha chiesto ai Paesi occidentali di bloccare l’afflusso di armi verso Tel Aviv.

Insieme alle bombe sono ricominciati anche gli ordini di sfollamento forzato. Con le modalità che agenzie internazionali e organizzazioni umanitarie avevano già delineato in passato: comandi poco chiari, a volte contraddittori sulle zone sicure verso cui dirigersi.

Tutta la città di Beit Hanoun, nel nord di Gaza, è sotto ordine di sfollamento. Hamas ha fatto sapere che gli attacchi hanno preso di mira alcuni membri, responsabili dell’amministrazione della Striscia, che sono stati uccisi. Tra di loro Issam al-Dalis, il direttore dei lavori pubblici, Ahmed al-Hatta, sottosegretario del ministero della giustizia, Mahmoud Abu Watfa, degli interni e Bahjat Abu Sultan, direttore dei servizi di sicurezza. In serata un attacco aereo israeliano ha ucciso anche Naji Abu Saif, noto come Abu Hamza, portavoce del Jihad islami, l’ala armata del gruppo.

TRA LE DICHIARAZIONI israeliane che, come quelle dell’alleato statunitense, incolpano delle stragi le azioni del gruppo islamico, è circolata ieri la versione secondo cui Israele avrebbe deciso di compiere bombardamenti preventivi per impedire un’invasione simile a quella del 7 ottobre, programmata da Hamas per i prossimi giorni. Quest’ultima ha negato con forza, dichiarando di aver rispettato tutti i termini dell’accordo. In realtà, diverse fonti hanno confermato alla stampa israeliana che la decisione di attaccare è stata presa giorni fa e che mentre Tel Aviv inviava a Doha i suoi negoziatori, l’esercito già si preparava.

Il ministro israeliano delle finanze Smotrich, che non teme di svelare i segreti dietro alle strategie governative, ha fatto sapere che l’obiettivo finale era provare a mediare su una proposta che Hamas non avrebbe mai potuto accettare, così da usare il fallimento dei negoziati come pretesto per far deragliare il cessate il fuoco. Ma la delegazione non è tornata in Israele. Questo farebbe pensare che esiste l’aspettativa che gli attacchi e il blocco di cibo, carburante, aiuti umanitari possano costringere Hamas ad accettare le condizioni dettate da Netanyahu e dall’inviato di Trump, Steve Witkoff. È solo sulla sua proposta che Israele intende trattare: il rilascio di undici ostaggi vivi e della metà dei corpi, senza parlare di ritiro dei militari, né di cessate il fuoco permanente.

Siamo nel mezzo della guerra di resurrezione, la guerra dei sette fronti, e stiamo vincendo. Ma la battaglia continua, agiremo con crescente intensitàBenyamin Netanyahu

IL MINISTRO DELLA DIFESA Israel Katz ha ordinato la chiusura del valico di Rafah anche per le evacuazioni mediche. Durante la tregua decine di persone gravemente ammalate o ferite si sono recate in Egitto per ricevere cure e una speranza di salvezza in vari paesi del mondo. Anche se i permessi di evacuazione sanitaria rilasciati da Israele sono sempre stati inferiori a quanto concordato con il cessate il fuoco. Lo stesso vale per i camion di aiuti, per l’ingresso delle tende e delle case mobili e quello di mezzi pesanti per spostare le macerie e recuperare i dispersi. Inoltre, durante la tregua l’esercito di Tel Aviv ha ucciso più di 170 persone.

Il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa’ar ha dichiarato che l’operazione militare non è l’attacco «di un giorno», ma che la guerra continuerà e probabilmente continuerà a lungo. Ignorando le centinaia di donne, bambini e anziani uccisi, ha detto anche che Israele ha «colpito Hamas e altri obiettivi terroristici a Gaza». Intanto la Striscia piangeva 404 uccisi, di cui 150 bambini.

da Pagine Esteri

L’aggiornamento su Radio Onda d’Urto della situazione dalla Palestina:

l’intervista a Romana Rubeo, caporedattrice di Palestine Chronicle, impegnato dal 1999 a diffondere la voce della Palestina. Ascolta o scarica

L’analisi e il commento  di Michele Giorgio, direttore di Pagine Esteri, corrispondente da Gerusalemme per il quotidiano Il Manifesto.  Ascolta o scarica

Aggiornamento con Sami Abu Omar, cooperante di numerose realtà solidali italiane attive a Gaza in collegamento dalla Striscia di Gaza. Ascolta o scarica

Il primo aggiornamento, all’interno del Giornale Radio Flash delle ore 7.20Ascolta o scarica

Il secondo aggiornamento, all’interno del Giornale Radio Flash delle ore 8.20. Ascolta o scarica
all’interno del Giornale Radio Flash delle ore 11. Ascolta o scarica

Presidi di emergenza sono stati organizzati in tutta Italia tra questo pomeriggio e questa sera da Giovani Palestinesi e da tante altre realta’ solidali per mobilitarsi ancora una volta contro il Genocidio. Nella sola notte di ieri, scrivono GPI sui canali social, “Israele” ha rotto la tregua uccidendo più di 342 persone a Gaza (bilancio in aggiornamento). Sappiamo fin troppo bene che queste morti sono responsabilità anche statunitense ed europea, e anche italiana: l’Italia continua a inviare armi a una occupazione che uccide uomini, donne e bambini nel cuore della notte, nelle loro tende”.

Presidi sono gia’ in programma a Bologna Piazza Nettuno ore 20, Firenze Piazza della Signoria ore 19.30, Modena Piazza Matteotti ore 20, Napoli Largo Berlinguer ore 18, Padova Palazzo Moroni ore 15, Torino Piazza Castello ore 20.30, Bergamo Piazza Vittorio Veneto ore 17. A Milano doppio appuntamento: alle 19 sotto il Consolato USA , alle 20 in Piazza Mercanti.

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