Il piano casa di Renzi e i diritti di cittadinanza negati.
- giugno 05, 2014
- in casa, diritti civili, guerra, migranti, migranti cie
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Medici per i Diritti umani (MEDU) considera con grande preoccupazione la recente approvazione da parte del Parlamento della norma, contenuta nell’art.5 del Piano Casa 2014, che nega la possibilità di iscrizione anagrafica per coloro che occupino abusivamente un immobile.
La misura adottata istituzionalizza e generalizza una pratica, più volte denunciata da MEDU e da altre organizzazioni del terzo settore, già da tempo messa in atto dal Comune di Firenze (vedi il rapporto Rifugiati a Firenze). Considerata la cronica carenza di posti di accoglienza per i migranti forzati nel nostro Paese, sono infatti migliaia sul territorio italiano i richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale che si trovano ad abitare stabili occupati in condizioni di precarietà . Nel solo caso di Roma, ad esempio, MEDU stima la presenza stanziale di almeno 2.000 migranti forzati costretti a vivere in condizioni di precarietà abitativa.
Medici per i Diritti Umani lavora a Firenze da anni in tali contesti (Magazzini Ex Mayer, struttura via Slataper, Parco delle Cascine, scuola viale Guidoni), rilevando le gravissime conseguenze di una politica decisa a livello comunale e ora estesa a livello nazionale. Di fatto la mancata iscrizione anagrafica, oltre a tradursi nella difficoltà per le Istituzioni a monitorare le reali presenze sul proprio territorio, priva il cittadino dei suoi più elementari diritti sociali, a partire dall’iscrizione ai Sistemi Sanitari Regionali e quindi dall’attribuzione di un medico di medicina generale.
Particolarmente critica risulta tra i rifugiati la situazione delle categorie più vulnerabili, quali persone affette da handicap fisici dovuti a traumi subiti nel paese di origine o durante il viaggio, per le quali risulta necessario un intervento fisioterapico, persone affette da patologie croniche gravi o disturbi di salute mentale incompatibili con una condizione di isolamento e precarieta’.
MEDU stima la presenza di circa 250 rifugiati che vivono in stabili occupati nel capoluogo toscano: donne, uomini e minori in fuga da guerre e persecuzioni personali che giungono nelle nostre città spesso dopo un breve periodo di permanenza all’interno dei Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA). Dei 170 rifugiati assistiti dall’unita’ mobile di MEDU negli ultimi 6 mesi che si trovano in questa situazione circa il 50% non risulta iscritto al Servizio sanitario regionale e il 74,4% risulta privo di residenza, mentre solamente il 17.9% è in possesso di iscrizione anagrafica a Firenze grazie al sostegno di parenti o amici.
Le persone che vivono all’interno di stabili occupati, siano esse italiane o straniere, subiscono una condizione di marginalità ed esclusione causata spesso dalla crisi economica in atto, aggravata in molti casi da un mancato accesso ai diritti socio-sanitari pur formalmente garantiti. In sintonia con quanto denunciato dalla stessa Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), MEDU chiede che venga garantita la possibilità di iscrizione anagrafica per tutte le persone vulnerabili che si trovano a dover vivere all’interno di edifici occupati e l’individuazione di adeguate soluzioni di accoglienza e integrazione per i numerosi rifugiati costretti nel nostro Paese a vivere in condizioni di grave precarietà abitativa.