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Avvisi di garanzia per due attivisti del Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia: Lesa la dignità della ditta Lazzaro

Ci sarebbe da sorridere se non fosse l’ ennesima prova della pesante repressione a cui sono sottoposte le lotte sociali nel nostro paese e coloro che le praticano…due attivisti del Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia (ricordate la vicenda di grave sfruttamento dei 40 braccianti migranti nel Basso Piemonte, che lavoravano presso l’Azienda Lazzaro, nei campi, a Castelnuovo Scrivia, presso Tortona, in provincia di Alessandria, estate 2012 quando scattò la rivolta?) hanno ricevuto notifica di indagini nei loro confronti (anzi, conclusione delle indagini preliminari) per aver leso la dignità di Bruno e Mauro Lazzaro, titolari dell’omonima impresa.

Gli attivisti sono sotto indagine per aver realizzato, insieme ad altri, riprodotto e diffuso pubblicamente in tutta Italia ed in diverse occasioni/luoghi, oltre che via Internet ed in particolare su Facebook, il video documentario “Schiavi mai” – Immagini e testimonianze della lotta dei braccianti di Castelnuovo Scrivia”. A Lorsignori bruciano le testimonianze dirette dei braccianti, le stesse che vengono riportate nelle aule dei tribunali dai lavoratori che lo stesso sfruttava (le indagini sul caso Lazzaro sono ancora in corso. Quando finiranno? Tutto tace!).

A Lorsignori brucia che non cali il silenzio – come vorrebbero – su questa vicenda. Ci sono i testimoni, i lavoratori stessi che hanno raccontato più volte come si lavorava da Lazzaro:12-13 ore di lavoro sotto sole e pioggia, chini sui campi, senza altra acqua se non quella dei tubi di irrigazione. Pagamenti che scendono da 5 euro fino a 2 euro l’ora e poi più niente, solo acconti di 250-300 euro una tantum; e tutti quanti che rivendicano arretrati che volano fino a 40.000 euro per lavoratore, e che Lazzaro – sotto indagine per grave sfruttamento – non ha ancora versato ai lavoratori, neppure a quello che ha già vinto una causa contro di lui.

I clandestini che lavoravano presso la ditta Lazzaro, scesi con coraggio in strada in sciopero insieme ai loro compagni, hanno ottenuto i permessi di soggiorno per motivi umanitari in seguito alla denuncia per schiavismo, finita nelle mani del Pm Guariniello, poi derubricata a “grave sfruttamento”. Oggi molti di loro lavorano presso aziende della logistica, come badanti, o nei campi. Alcuni non stanno lavorando.

Le indagini sono passate da Torino ad Alessandria; nel frattempo, dove c’era la sede della Ditta Lazzaro oggi c’è (stesso indirizzo di casa Lazzaro) la sede della Castelfresco srl, ditta di cui risulta Presidente del Consiglio di Amministrazione tal Sig. Paolo Viarenghi, ovvero il sindacalista della Cia-Confederazione agricoltori italiani che rappresentava i Lazzaro al tavolo delle trattative in Prefettura all’epoca delle rivolta bracciantile. Lazzaro dichiara di esser andato in rovina a causa della cattiva pubblicità e delle azioni di boicottaggio (contro la Bennet, che da Lazzaro si riforniva..) del Presidio Permanente (composto dai lavoratori e dai solidali) e di non poter pagare… Più volte, gli attivisti del Presidio hanno denunciato pubblicamente come tali condizioni lavorative siano diffuse in tutta la Bassa Valle Scrivia (testimonianze giunte – allo sportello legale del Presidio – da più parti e da diversi lavoratori di molte aziende agricole del tortonese, tutti migranti). Ci parlano di traffici di permessi di soggiorno, di caporalato e sfruttamento, di pagamenti che non arrivano, di minacce. Ci parlano di controlli che arrivano quando le aziende sono già state avvertite, di datori di lavoro che li fanno nascondere “perchè oggi arriva il controllo”…

Impossibile ignorare l’indifferenza e l’immobilismo delle Istituzioni e la pesante coltre di silenzio caduta su questa vicenda. Sembra che, anziché garantire i giusti diritti dei lavoratori, si voglia, in ogni modo, colpire proprio quegli attivisti che più si sono esposti – in prima persona – nella lotta contro lo sfruttamento a Castelnuovo Scrivia e nel tortonese. Sappiano che non staremo zitti: chi tocca uno di noi, tocca tutti. Sappiano che non ci fermeremo finchè ai lavoratori non verrà dato ciò che spetta loro e fino a quando non verrà affrontato seriamente il problema del lavoro schiavistico nelle campagne e della rete di connivenze che lo copre. Lesa la dignità della Ditta Lazzaro…a quella dei braccianti ridotti in semi-schiavitù, chi ci pensa?!! Noi abbiamo detto, filmato, diffuso,raccontato ciò che è stato testimoniato da quelli di noi che lavoravano presso l’Azienda Lazzaro..e continueremo a farlo. E insieme a noi lo faranno i fratelli e le sorelle della Rete CAMPAGNE IN LOTTA, del Coordinamento Bracciantile Piemontese, di Sos Rosarno, delle diverse realtà incontrate in questi 2 anni, in TUTTA ITALIA. Non si può fermare il vento. No a sfruttamento e schiavismo! Schiavi Mai!

PRESIDIO PERMANENTE DI CASTELNUOVO SCRIVIA