Francesco Baiamonte, si è suicidato nel carcere di Pagliarelli a Palermo. L’uomo si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella sabato, ma lo si è appreso solo stamattina. Venerdì il Gup lo aveva condannato a 10 anni per associazione mafiosa.
Baiamonte aveva 65 anni. Era stato coinvolto nell’operazione antimafia “Kamarat” del 18 maggio 2012. Il Gip di Palermo, Fernando Sestito, inizialmente non aveva accolto la richiesta di misura cautelare avanzata nei suoi confronti dalla Dda, che aveva fatto ricorso al Tribunale del riesame e aveva poi ottenuto il provvedimento restrittivo.
Baiamonte si era poi costituito il 6 luglio scorso ai carabinieri di Casteltermini. Secondo le accuse era in contatto con i capimafia Giovanni Brusca e Leoluca Bagarella, e con i vertici di Cosa Nostra in provincia di Agrigento Gerlandino Messina e Luigi Putrone.
Venerdì scorso davanti al Gup di Palermo Giuliano Castiglia si era concluso il processo per l’indagine “Kamarat” con condanne per complessivi 113 anni di carcere per undici dei quattordici imputati, tra cui Baiamonte, mentre altri due erano stati assolti.
Il Gup aveva inoltre condannato gli imputati al risarcimento del danno e al pagamento di una provvisionale di 20 mila euro in favore dell’associazione antiracket “Libere Terre”, presieduta dall’imprenditore e testimone di giustizia Ignazio Cutrò, il quale si è costituito parte civile. Un altro boss delle cosche mafiose agrigentine, l’ergastolano Pietro Ribisi, 61 anni, si era suicidato nel carcere di Carinola (Caserta). Era stato definitivamente condannato come killer del giudice Antonino Saetta e del figlio Stefano.
fonte: Agi
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