Una importante vittoria e un significativo riconoscimento per il movimento di opposizione al Tav e non solo: il Tribunale Permanente dei Popoli, erede del Tribunale Russel, ha ritenuto ammissibile il nostro esposto in cui venivano denunciate violazioni di diritti fondamentali dei singoli abitanti e della comunità della Val di Susa con riferimento alla progettata costruzione della linea Tav Torino-Lione.
Il Tribunale Permanente dei Popoli ha infatti deciso, a seguito dell’esposto presentato dal Controsservatorio Valsusa e da un folto gruppo di amministratori locali, di aprire un procedimento che esaminerà in particolare “le finalità e l’effettività delle procedure di consultazione delle popolazioni coinvolte e l’incidenza sul processo democratico” [leggi il documento del TPP]
Nella comunicazione ricevuta dal TPP viene segnalato che «sempre più chiaramente si evidenziano anche nei Paesi cosiddetti “centrali”, situazioni – più volte rilevate nei Paesi del Sud in sessioni del Tribunale per quanto riguarda il rapporto tra sovranità, partecipazione delle popolazioni interessate, livello delle decisioni politico-economiche – che mettono in discussione e in pericolo l’effettività e il senso delle consultazioni e la pari dignità di tutte le varie componenti delle popolazioni interessate. In questo senso il caso TAV, insieme alle altre vicende segnalate al TPP, è “rappresentativo” di processi e meccanismi più generali, specificamente importanti nell’attuale fase della evoluzione economica-politica europea e mondiale…»
Di qui la decisione – particolarmente importante – di estendere il procedimento a casi analoghi, con una procedura avviata immediatamente e che si svilupperà nei prossimi mesi.
Recentemente il Tribunale Permanete dei Popoli, con riferimento alle attività delle imprese transnazionali in Colombia, aveva affermato il principio che è diritto fondamentale dei cittadini e delle comunità «essere consultati al fine di ottenere il consenso libero, previo e informato prima di adottare e applicare misure legislative o amministrative che li danneggino, prima di adottare qualsiasi progetto che comprometta le loro terre o territori o altre risorse».
Il procedimento aperto oggi è il primo, nei 35 anni di storia del TPP, che affronta problemi di violazione di diritti fondamentali connessi alla realizzazione di un grande opera in Europa: segno che esistono i presupposti per ipotizzare che la Val di Susa rappresenti un laboratorio di ricerca avanzata di una nuova politica coloniale diversa nelle forme rispetto a quelle tradizionali ma non per questo meno devastante.