Sì all’utilizzo poliziesco anche in Italia – seppur in via sperimentale – della pistola elettrica Taser, apparecchio già in dotazione alle forze dell’ordine di diversi paesi tra i quali Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Svizzera. E’ quanto prevede un emendamento del deputato Gregorio Fontana di Forza Italia al decreto stadi, in discussione in queste ore alla Camera dopo essere stato annunciato mesi fa in pompa magna dal ministro Alfano sull’onda emotiva dell’omicidio del tifoso napoletano Ciro Esposito.
L’emendamento è stato approvato dalle commissioni Giustizia e affari costituzionali della Camera. Via libera anche del Pd, dopo che il testo è stato riformulato inserendo un generico riferimento alle “necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica” della sperimentazione. Sel ha invece espresso la propria contrarietà per voce di Daniele Farina mentre il pentastellato Emanuele Cozzolino ha detto che questo emendamento “non sarebbe dovuto essere discusso in un decreto teoricamente concentrato sugli stadi”.
In una nota diffusa in giornata da Amnesty International ricorda le “conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci” o in condizioni di debolezza fisica perché, al momento di essere “taserizzati”, erano sotto “l’effetto di alcol o droghe” o “ancora perché sotto sforzo, ad esempio al termine di una colluttazione o di una corsa”.
Inoltre Amnesty riporta alcuni agghiaccianti dati che parlano dell’utilizzo del taser da parte degli agenti negli USA: dal 2001 e il 2008 351 persone negli Stati Uniti sono morte dopo essere state colpite dai TASER in dotazione alla polizia. In un blog la documentazione di altri 259 MORTI per il TASER sempre negli USA tra il 2009 e il 2014, questo porta ad un numero totale di 610 i morti DOCUMENTATI per l’uso di quest’arma che entra da OGGI in SPERIMENTAZIONE, in dotazione alla polizia italiana, come “arma di dissuasione non letale: produce una scarica elettrica che rende la persona colpita inoffensiva per alcuni secondi, sufficienti alle forze dell’ordine per arrestarla.” Il il 90% delle vittime era disarmato
In occasione della manifestazione a Napoli contro il vertice della Bce, invece si passerà alla fase due della sperimentazione delle mini telecamere che gli agenti in tenuta antisommossa applicano al gilet tattico attivandole in base alle indicazioni del funzionario di piazza. Nel suo parere, il Garante della privacy ha ricordato che le registrazioni, da effettuare solo “ove vi sia effettiva necessità in occasione di manifestazioni pubbliche”, ossia “nel caso di insorgenza di concrete e reali situazioni di pericolo di turbamento dell’ordine e della sicurezza pubblica”, devono rispettare i principi del Codice sul trattamento dei dati personali.
Le immagini riprese, dunque, dovranno essere “pertinenti e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono raccolte”, “dovranno essere conservate per un periodo di tempo limitato e poi cancellate”, e infine “nel caso si siano effettuate riprese in occasione di situazioni di presunto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica poi non concretizzatosi, deve essere disposta la tempestiva cancellazione delle immagini”.
Il commento di Italo Di Sabato, Osservatorio sulla repressione. Ascolta. da Radio Onda d’Urto
“Si tratta di un’ulteriore militarizzazione delle forze dell’ordine. E’ un’arma di tortura.”tuona Italo Di Sabato, dell’Osservatorio sulla Repressione. Gregorio Fontana, nel proporre l’emendamento ha fatto riferimento al fatto che il Taser sia utilizzato in paesi avanzati come gli Usa e la Francia, eppure sono proprio i dati che riguardano gli Usa a inquietare Di Sabato. “I dati forniti da Amnesty International, dimostrano che il taser non è innocuo. Dal 2001 (anno nel quale il taser fu introdotto negli Usa) sono 800 le persone morte in seguito all’utilizzo del taser, il 90% di queste era disarmato, ed era stato fermato per un controllo di polizia. Questo strumento, inoltre, può provocare effetti a lungo termine e gravi handicap.” spiega Di Sabato.
“Dovremo fare i conti sempre di più con una polizia che reprime, in un paese che non ha ancora introdotto il reato di tortura. Bisognerebbe invece -continua Di Sabato- pensare alla formazione della nostra polizia, che attualmente vede tra le sue fila, agenti che si sono formati in contesti di guerra.”
“Purtroppo -è questo il presentimento di Di Sabato- l’utilizzo del taser sarà esteso al contesto sociale, come le manifestazioni di piazza. Invece di pensare al codice identificativo per gli agenti, si continua a fare repressione, in una sorta di fabbrica della paura, che rientra nell’attuale disegno neo-autoritario in un costante stato d’eccezione.”
Ascolta l’intervista a Italo Di Sabato su Radio citta Fujico