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G8 Genova: Criticò il pm del caso Giuliani, avvocato condannato a un mese

cartolina genova

Avere criticato pubblicamente il magistrato Silvio Franz, pubblico ministero dell’indagine sulla morte di Carlo Giuliani durante il G8 di Genova del 2001, è costato all’avvocato Ezio Paolo Menzione una condanna a mille euro di multa per diffamazione.

La sentenza è stata pronunciata da un giudice di pace di Torino, Pasqualina Bisciotti, al termine di un processo (l’unico finora scaturito dal caso Giuliani) celebrato nel capoluogo piemontese per ragioni di competenza per materia.

Menzione, che fu uno dei componenti del collegio difensivo dei manifestanti indagati per il G8, nel corso del convegno «Io non dimentico», organizzato a Genova nel 2011, aveva detto – secondo il capo d’accusa – che «Franz voleva chiudere l’indagine in un certo modo prima ancora di cominciarla». L’avvocato dovrà anche risarcire Franz con diecimila euro.

L’archiviazione del caso di Carlo Giuliani, il manifestante morto a Genova nel 2001 durante il G8, fu disposta dopo «un attento esame delle risultanze delle indagini e dell’opposizione proposta dai familiari» del giovane, scrive il giudice Bisciotti, nella sentenza, citando frammenti del provvedimento di archiviazione del tribunale di Genova e della sentenza del 2011 della Grande Chambre di Strasburgo nella parte in cui precisa che quell’inchiesta fu «sufficientemente completa, indipendente e rispettosa dei diritti delle parti».

Il difensore di Menzione, l’avvocato Gilberto Pagani, aveva obiettato che all’interno della «Camera» c’erano state opinioni dissenzienti, ma il giudice ha replicato che queste «sono prive di pregio». Menzione, chiamato in causa per dichiarazioni rese durante il convegno «Io non dimentico» a Genova 2011, secondo il giudice ha ingenerato nel pubblico «l’idea, o meglio il convincimento», che il pm Franz avesse svolto le indagini «non con il fine di accertare la verità ma per archiviare il caso o per chissà quali altri scopi, attribuendogli, come asserito dal difensore di parte civile, una patente di ”venduto”, “corrotto” e “asservito”».

Inutilmente la difesa si è richiamata al diritto di critica, citando persino una sentenza con cui la Cassazione, in un’altra vicenda, nel 2007 perdonò gli appellativi «sprovveduto» e «incauto» rivolti a un magistrato. Il giudice si è detto convinto che se Menzione avesse dato dello “sprovveduto” e dell”incauto” a Franz, «verosimilmente quest’ultimo avrebbe accettato la critica». Qui, invece, l’avvocato «ha sferrato un vero e proprio attacco personale».

da il Secolo XIX