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Parma: Cariche della polizia al presidio contro Renzi

In una Parma blindata per l’arrivo di Matteo Renzi la polizia e’ intervenuta con una breve carica per disperdere alcuni manifestanti che, da via Mazzini, hanno tentato di scavalcare le transenne per raggiungere la piazza del municipio (Piazza Garibaldi).

Il presidio di manifestanti, la quasi totalità operai in cassa integrazione e disoccupati che hanno perso il posto di lavoro in questo 2014 di crisi, era iniziato gia’ nel primo pomeriggio. Nel volgere delle ore, si sono aggiunti esponenti della Fiom di e sigle di sindacati autonome. Tra i manifestanti anche la candidata alla presidenza della Regione della lista l’Altra Emilia-Romagna Cristina Quintavalla. “Siamo qui per manifestare pacificamente e senza violenza e ribadire che per noi il jobs act e’ sbagliato”, dice la segretaria della Fiom di Parma Antonella Stasi.

A un certo punto, un gruppo di operai ha cercato di forzare il blocco della polizia per impedire il passaggio in piazza Garibaldi, sede del Municipio dove il premier Matteo Renzi era atteso dal Sindaco Federico Pizzarotti per un incontro con i sindaci dei Comuni alluvionati, ed e’ stato brutalmente caricato dalle forze dell’ordine che hanno costretto il corteo che si era formato, oltre un centinaio di persone, ad arretrare di alcuni metri per non essere picchiato con gli sfollagente.

“Siamo qui per dire che non ci piacciono le politiche di Renzi e che non ci piace il Jobs act – ha spiegato Antonella Stasi funzionario della Fiom di Parma – Renzi viene qui e non ci ascolta. Siamo centinaia di lavoratori. Va a parlare con Dallara, con Pizzarotti, con Barilla. Non è venuto qui per gli alluvionati. Si va in piazza per i diritti e si prendono le botte”, ha detto.

“La Ue vuole precarietà, Renzi gliela darà”. “Licenzi padri precarizzando i figli”, “Matteo Renzi = presidente di Confindustria”, si legge su alcuni cartelloni issati dalla Fiom di Parma.

La situazione è molto tesa in città e Renzi dovrà lasciare il Comune di Parma “blindato” dalle forze dell’ordine. Come un dittatorello sudamericano.

Max Parisi da Il Nord quotidiano