Un ergastolano scrive a Papa Francesco “mi impediscono di incontrarti…”
- dicembre 21, 2014
- in carcere, Lettere dal carcere
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“Non mi è neanche arrivata la risposta della magistratura di sorveglianza: mi sento zuppo di tristezza e di malinconia”. È quanto scrive in una lettera aperta, sul suo sito, a Papa Francesco l’ergastolano Carmelo Musumeci, che aveva richiesto alla magistratura la possibilità di partecipare oggi all’udienza che Jorge Mario Bergoglio concede alla comunità “Papa Giovanni XXIII”, fondata da don Oreste Benzi, per il quale è in avvio la causa di beatificazione. “Non mi hanno dato dignità per una risposta, il che – lamenta – è anche peggio di un no”.
Osserva ancora Musumeci: “Credo di essere il primo nella Storia a cui è stato rifiutato un incontro con un pontefice: forse perché avevano paura che chiedessi asilo politico nella Città del Vaticano, dove hai abolito la pena dell’ergastolo”.
Confessa l’ergastolano: “Non ci crederai, ma mi dispiace di non averti incontrato. E mi dispiace soprattutto per il mio angelo, che mi ha lasciato Don Oreste. Devi sapere che il mio angelo, a volte anche i diavoli ne hanno uno, ci teneva tanto. Spero che adesso si rassegnerà, perché se mi hanno negato anche di uscire per incontrare te non posso fare altro che prepararmi a invecchiare nella mia tomba di ferro e cemento. Non posso fare altro, perché solo la morte mi può liberare dalle catene”.
Prosegue Musumeci nella sua lettera aperta a Papa Francesco: “Spesso penso che sarebbe meglio una vita breve con poco dolore di una vita lunga con infinita sofferenza, perché noi ergastolani non abbiamo mai anni in meno di carcere da fare, ma sempre anni in più. Essere ergastolani è come essere morti prima di morire, perché la libertà per un ergastolano è come un orizzonte che non vedrà mai. E spesso mi domando: a cosa serve e a chi serve il carcere a vita? Si diventa non viventi, esseri totalmente e per sempre senza speranza, schiavi della pena”.
Osserva ancora l’ergastolano: “L’ergastolo è solo la banalità della vendetta, perché questa terribile pena ti mangia l’anima, il corpo, il cuore e l’amore. Una pena come l’ergastolo non sarà mai in grado di fare giustizia. Un uomo, qualsiasi reato abbia commesso, non può essere annullato. Punito sì, ma non distrutto per sempre con la “pena di morte nascosta” come la chiami tu. E poi l’ergastolo non funziona, non è un deterrente, può solo alimentare il male e fa sentire vittime del reato, anche se il reato è il tuo”.
Musumeci sottolinea che “molti sono contrari alla pena di morte per motivi religiosi, etici, eppure non lo sono per la pena dell’ergastolo. E non si capisce bene il perché. Le alternative sono due: o pensano che l’ergastolo sia meno doloroso della pena di morte; o può anche essere il contrario, che con la pena di morte cessa la sofferenza della pena e quindi finisce anche la vendetta sociale. Papa Francesco – conclude – la vita scorre ancora dentro di me, eppure oggi mi sento un morto che respira e cammina, perché sono deluso di non averti potuto abbracciare. Lo faccio fra le sbarre: buon Natale!”.
Negato a ergastolano incontro con Papa Francesco (Ansa)
Avrebbe voluto incontrare Papa Francesco l’ergastolano Carmelo Musumeci, nell’udienza dedicata oggi in Vaticano alla Comunità Papa Giovanni XXIII fondata a Rimini da don Oreste Benzi, ma il Tribunale di sorveglianza non glielo ha concesso, con la motivazione “non luogo a procedere”. Lo ha reso noto sul suo sito web lo stesso detenuto, arrestato nel 1991 come capo di una banda che gestiva traffici malavitosi in Versilia, ma che durante la permanenza in carcere – è a Padova – si è laureato e ha pubblicato anche numerosi libri. Musumeci, uno dei detenuti ergastolani cosiddetti ostativi, la cui pena non scadrà mai e che non possono beneficiare di permessi, ha scritto allora una lettera al Papa e l’ha pubblicata su internet.
“Non mi è neanche arrivata – comincia lo scritto – la risposta della magistratura di sorveglianza. Mi sento zuppo di tristezza. E di malinconia. Non mi hanno dato dignità per una risposta. Il che è anche peggio di un no. Di un altro di no. Persino per incontrare te. Credo di essere il primo nella storia a cui è stato rifiutato un incontro con un Pontefice.
Forse – ironizza – perché avevano paura che chiedessi asilo politico nella Città del Vaticano, dove hai abolito la pena dell’ergastolo”. “L’ergastolo – aggiunge Musumeci – è solo la banalità della vendetta, perché questa terribile pena ti mangia l’anima, il corpo, il cuore e l’amore. Una pena come l’ergastolo non sarà mai in grado di fare giustizia. Un uomo, qualsiasi reato abbia commesso, non può essere annullato. Papa Francesco, la vita scorre ancora dentro di me, eppure oggi mi sento un morto che respira e cammina perché sono deluso di non averti potuto abbracciare. Lo faccio fra le sbarre. E Buon Natale”.