All’opg di Barcellona Pozzo di Gotto un recluso di 28 anni, Sandro Grillo si è suicidato inalato gas.
“L’ennesimo morte di un detenuto morto dopo aver inalato il gas della bomboletta, avvenuta ieri a Barcellona Pozzo di Gotto, impone a nostro avviso di rivedere la possibilità che i ristretti continuino a mantenere questi oggetti nelle celle”. È il commento di Donato Capace, segretario Generale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe, dopo il decesso di Sandro Grillo, di soli 28 anni, soggetto alla misura di sicurezza dell’assegnazione di cura e custodia presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario siciliano.
“Ogni detenuto – prosegue capace – può disporre di queste bombolette di gas per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande come prevede il regolamento penitenziario, ma spesso servono o come oggetto atto ad offendere contro i poliziotti, come metodo alternativo per sniffarne il contenuto o come veicolo suicidario. Riteniamo che sia giunto il momento di rivedere il regolamento penitenziario, al fine di vietare l’ uso delle bombolette di gas, visto che l’amministrazione fornisce comunque il vitto a tutti i detenuti, ed anche di dotare i penitenziari di lenzuola usa e getta, visto che è proprio con quelle stoffe che i ristretti tentano (talvolta anche riuscendovi) di togliersi la vita”.
“Allo stato si sta accertando se si tratta di un suicidio o, come è più probabile, di una morte dovuta ad un eccesso di sballo dopo avere inalato del gas, ma riteniamo che sia davvero giunto il momento di rivedere il regolamento penitenziario al fine di vietare l’uso delle bombolette di gas, visto che l’Amministrazione assicura il vitto a tutti i detenuti. Purtroppo è una pratica estremamente diffusa tra i detenuti di tutte le carceri: sniffare gas dalle bombolette che si usano in cella per cucinare.
Uno “sballo” artigianale, un “viaggio” di euforia artificiale che, a Barcellona Pozzo di Gotto, è costato la vita a un detenuto siciliano di 28 anni. È la droga dei poveri, capace di provocare gli stessi effetti dell’eroina. Sniffing, il fenomeno si chiama così. Non ha statistiche, è una sorta di fantasma che ha già ucciso parecchie volte nelle galere italiane. I detenuti possono acquistare le bombolette di gas, il ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sanno che se ne fa altro uso, oltre quello di cucinare i cibi. Insomma, la prassi dello sballo è conosciuta e da noi sistematicamente denunciata. Ma la sostituzione con le piastre elettriche come da tempo suggerito dal Sappe non è mai avvenuta”.
fonte: Redattore Sociale
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