Durante le contestazioni degli stati generali del Welfare e della famiglia del Campidoglio con Fornero e Alemanno, è stato arrestato Claudio Tosi, operatore sociale di lungo corso molto conosciuto nell’associazionismo, e leader della rete “social pride”.
«Un esponente del Social Forum, che stava partecipando alla mobilitazione a Roma in occasione degli Stati generali del Welfare, è stato fermato dalla polizia. Il manifestante, di circa 40 anni, si trova ora in commissariato. A quanto si è appreso l’uomo aveva con se una fionda e potrebbe trattarsi dello stesso manifestante che era stato allontanato dalle forze dell’ordine perchè munito di una fionda». C’è in Italia chi scrive sotto dettatura ed è uno dei problemi della stampa nostrana. Raramente, però, un dispaccio di agenzia (è un’Ansa delle 14.04) è stato più inesatto. A parte l’ortografia, è sbagliato il nome del soggetto che protestava (in realtà è il Roma social pride). Sbagliata l’età del fermato: ha 54 anni. Sbagliato l’oggetto della protesta: gli stati generali del welfare e della famiglia del Campidoglio. Naturalmente della fionda non c’era nemmeno l’ombra ma c’è a chi piace “buttarla in caciara” si direbbe a Roma che è la città in cui è capitato il fatto che vi stiamo raccontando. La fionda, in realtà è un pezzetto di legno che Claudio Tosi aveva in borsa perché nel pomeriggio avrebbe dovuto tenere un corso di falegnameria creativa, di fabbricazione di giocattoli, in una ludoteca di periferia. Perché Tosi è un operatore sociale di lungo corso, molto conosciuto nell’associazionismo e nella rete di soggetti del terzo settore che ha dato vita al Roma social pride. Ma chi lo ha catturato sostiene che, oltre al pezzetto di legno c’era anche l’elastico. L’elastico della cartellina. Sarebbe comico, ci sarebbe da sbellicarsi se si pensa che anche ieri la stessa persona era stata trascinata in commissariato. Ma Tosi passerà la notte in guardina e domani sarà processato per direttissima. Perché poi il fermo s’è tramutato in arresto e non c’è niente da ridere nel fatto che una decina tra agenti e funzionari è stato distolto da lavori più seri per dedicarsi all’uomo della fantomatica fionda che solo domani saprà di cosa è accusato. Per non dire dell’ufficio stampa della polizia che ha dettato il comunicato e del cronista che lo ha battuto senza la minima verifica della notizia.
Claudio Tosi è stato fermato in mattinata mentre, regolarmente accreditato, entrava nell’auditorium che ospitava gli Stati generali. Fuori alcune decine di persone erano state letteralmente recintate per prevenire eventuali contestazioni alla ministra del Lavoro Elsa Fornero. Uno spiegamento di forze nervoso che già il giorno prima aveva fermato il “solito” Tosi, spintonato al punto da perdere le scarpe per viale Manzoni, portato in commissariato perché aveva osato volantinare. Esatto, aveva osato distribuire fogli con cui il Roma social pride, cartello di enti, associazioni, volontari e operatori, faceva i conti in tasca al sindaco Alemanno. E quei conti non tornano. Perché tra tagli ai servizi e sprechi per le varie parentopoli, la Capitale ha il welfare più dissestato e meno laico d’Italia: sono precipitati i livelli d’accoglienza, strangolate le piccole cooperative, consegnata la città agli Oratori. Ecco perché gli Stati generali sono stati blindati dentro un auditorium di preti ed ecco il motivo dell’invenzione della fionda. E quando un’assistente sociale ha provato a chiedere alla ministra se lei avrebbe resistito a lavorare in fabbrica fino a 67 anni è stata trascinata via dalla sala. A Roma, si sa, è proibito parlare al conducente. E’ scritto su tutti gli autobus.
Checchino Antonini da il megafonoquotidiano
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