Un contadino nota un corpo affiorare dalle acque del Frassine. Il volto è tumefatto, gonfio dal mix tra il caldo di quei giorni di metà maggio e dalla lunga permanenza nell’acqua.
E’ il corpo di Abderrahman Salhi, 25enne marocchino, fermato da carabinieri la sera del 15 maggio e portato all’interno della caserma di Montagnana.
Dopo essere stato pestato in caserma Salhi è stato portato sulle rive del Frassine, messo in acqua fino alla cintola e poi abbandonato lungo la sponda del fiume
Li chiamavano “trattamenti particolari per rinfrescare le idee”, ma non erano altro che forme di tortura commesse dai carabinieri. Un abuso di potere, con stranieri “molesti” gettati sulle acque gelate del fiume Frassine.
L’annegamento di Abderrahman Salhi aveva fatto emergere i “tuffi” ai quali alcuni militari costringevano i presunti molestatori. In pratica, erano trattamenti a base di acqua gelata: atti illegali che sono stati riservati a tre extracomunitari.
[…] 21 maggio 2013 – Padova […]