Ieri, 28 maggio 2015, ci siamo ritrovati in via Banchi di Sopra per manifestare legittimamente il nostro dissenso alla presenza di Matteo Salvini, venuto a concludere la sua campagna elettorale basata sul razzismo e sull’odio con il solo fine di alimentare una guerra tra poveri ed emarginati.
Con spontaneità e voglia di difendere la voce degli sfruttati, i giovani studenti universitari e medi, i lavoratori, i cittadini senesi e non, si sono riuniti per testimoniare le loro ragioni.
Perché è ragionevole e giusto schierasi contro quelle ideologie fascio-leghiste che strumentalizzano la paura e i problemi delle persone più colpite dalla crisi.
Come sempre, la repressione è stata violenta e ingiustificata. Perché oggi le persone erano “armate” solo di idee, fogli di carta e striscioni. Tanto basta in Italia per fare scattare la violenza da parte della Polizia in tenuta anti-sommossa.
Mentre eravamo in presidio in strada, la Polizia ha iniziato a spingere per fare arretrare i manifestanti. E’ stato a quel punto, nel momento in cui indietreggiavamo con le mani alzate, che le forze dell’ordine hanno irragionevolmente iniziato a manganellare. Il presidio si era ormai spostato, allontanandosi di molto dalla piazza occupata dalla Lega. Alle guardie a quanto pare non è bastato, perché hanno ritenuto di dover nuovamente caricare con inaudita brutalità ragazzi disarmati e a volto scoperto, fino al punto di provocare il ferimento grave di un giovane liceale senese.
La Polizia, dopo aver strumentalmente alimentato la tensione, ha fermato in modo arbitrario un compagno con l’assurda accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Il presidio ne ha chiesto a gran voce l’immediato rilascio, che è avvenuto dopo circa un’ora, quando si è riunito ai suoi compagni.
Nonostante tutto siamo rimasti fino alla fine del comizio di Salvini, per poi spontaneamente spostarci in corteo lungo le vie del centro cittadino.
Oggi Salvini non è venuto semplicemente a esprimere un’opinione ma a provocare ed insultare. Mentre lui e coloro che lo seguono creano una barriera di distinzione tra chi è italiano (meglio se padano) e chi è straniero, noi al contrario combattiamo da sempre chi ci sfrutta e ci violenta ogni giorno, proprio insieme ai cosiddetti “clandestini” e “terroni” criminalizzati quotidianamente dalla retorica infame delle camicie verdi.
Link Siena – Sindacato Universitario
Unione degli Studenti – Siena