A processo tre compagni per “danni” al monumento al generale Graziani
- marzo 20, 2014
- in antifascismo
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Grazie a finanziamenti pubblici donati dalla Regione Lazio (quando c’era la giunta Polverini), nell’ agosto 2012 viene inaugurato un parco ed un monumento “al soldato” in località Affile…
Questo soldato, per i cittadini di Affile, non è nient’ altro che il generale Rodolfo Graziani, una delle figure di spicco durante il ventennio. Un criminale di guerra condannato per collaborazionismo con i tedeschi, un ministro della repubblica di Salò firmatario del bando che rese obbligatoria la leva delle classi ’22-‘ 23, deportando 2 500 persone nei lager tedeschi, l’uomo che con i suoi ordini sterminò migliaia di etiopi, l’uomo che rivendicò lo sterminio di Debra Libanos (in cui morirono più di 3.000 persone), l’uomo firmatario delle leggi razziali…
Insomma una cosa di cui non troppo andar fieri …
Tre ragazzi vengono accusati di imbrattamento e danneggiamento del suddetto mausoleo. Il primo aprile 2014 ci sarà la prima udienza al tribunale di Tivoli…
Questa la lettera inviataci dai tre “accusati”:
MA QUALE DANNEGGIAMENTO SI E’ SCRITTA SOLO LA VERITA’
Cari e care
Siamo i 3 ragazzi accusati di aver imbrattato il mausoleo intitolato a Rodolfo Graziani, una delle figure di spicco del ventennio fascista.
Per molti fascisti nostrani questo mausoleo (inaugurato nell’ agosto 2012) è stato il compimento del percorso che il movimento sociale, ad Affile (RM), aveva intrapreso dal dopo guerra. Già nel ’67 infatti venne presentato il progetto del suddetto dal “celebrato” sindaco affilano Luigi Ciuffa (esponente dell’ msi e sindaco della cittadina per 40 anni)
Così, assieme al busto di Almirante, Affile oggi vanta anche un mausoleo intitolato – tramite delibera comunale – al macellaio del Fezzan, Graziani. La regione Lazio, a seguito del clamore suscitato da tale scempio, ha poi bloccato una parte del finanziamento promesso e dopo un attento sopralluogo sul posto, non ha trovato più alcun riferimento al fascista. Di fatto il mezzo busto che dominava la sala è ora costudito gelosamente in casa dal sindaco Viri, come da lui stesso dichiarato.
Il manufatto sarà scappato da solo o qualcuno avrà provveduto a rimuoverlo ?
Quella che secondo i piani del sindaco deve essere la “Predappio del Lazio” è una chiara e palese revisione storica che pone il macellaio nella veste del soldato plurimedagliato prima del fascismo, poi soldato “non fascista” nel ventennio e successivamente nella repubblica sociale “ fedele alla patria fino alla fine tanto da salvarne vite umane e beni materiali dalla furia tedesca“… e si può aggiungere “servo di una patria assassina“ come recitava uno scritto sul mausoleo.
A seguito di diverse denunce di individualità e associazioni il sindaco Viri e alcuni assessori sono stati denunciati.
La procura ad oggi non sembra aver dato seguito all’indagine per apologia di fascismo scattata ai danni del sindaco….. Molto più facile procedere “verso chi pratica gesti violenti“ – appunto: vernice – come gridava qualche fascista in giacca e cravatta, commentando la notizia delle scritte.
Così il 1 aprile (non è uno scherzo) ci ritroveremo nell’aula del tribunale di Tivoli ad essere accusati nel modo in cui riportiamo: “in concorso tra di loro danneggiavano mediante verniciatura con bombolette spray la scalinata in marmo, due porte e le quattro facciate del sacrario denominato ‘il Soldato’ sito in Affile. Con l’aggravante di aver commesso il fatto su beni destinati per necessità alla pubblica utilità e su edifici ad uso pubblico”, scrivono i carabinieri.
A prescindere dal fatto di chi abbia praticato il gesto, vogliamo evidenziare la volontà di far passare per pubblica utilità un mausoleo intitolato ad un criminale di guerra, come evidenzia la storia, ad un condannato per collaborazionismo con i tedeschi nell’occupazione nazista, al ministro della repubblica di salò firmatario del bando che rese obbligatoria la leva delle classi ’22 ‘ 23, deportando 2 500 persone nei lager tedeschi.
L’uomo che con i suoi ordini sterminò migliaia di etiopi, l’ uomo che rivendicò lo sterminio di Debra Libanos (in cui morirono più di 3000 persone), l’uomo firmatario delle leggi razziali, l’ uomo protetto ancora oggi da una chiesa complice delle sue atrocità.
Sono allora 4 mura intitolate a questa figura un bene pubblico? O sono il tentativo da parte della destra nostalgica di creare un luogo di culto per i vecchi e nuovi fascisti?
Proprio perché non ci riconosciamo in questa assurda vicenda e con sentimento di complicità con tutte le persone che ieri hanno combattuto e che oggi combattono contro i vecchi e nuovi fascismi, con spirito di rivalsa verso un gesto che è un insulto alla vita umana e alla Resistenza, vogliamo non far passare questo processo come “ un semplice danneggiamento “.
Per questo motivo chiediamo un forte sostegno nelle modalità che riterrete più opportune, a tutti gli uomini e alle donne, ad associazioni e movimenti, individualità e collettivi che si riconoscono nei valori della Resistenza.
Per una società libera da ogni fascismo e per l’ abbattimento del mausoleo a rodolfo graziani.
1° Aprile : per un sostegno dentro e fuori il tribunale di Tivoli Viale Nicolò Arnaldi n, 19 ore 9 : 30
da contropiano
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