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Abusi e resistenze a Cosenza

Dovete portarmi quelli che hanno mandato i miei uomini in ospedale o la fiera è finita per tutti!
Con questa minaccia un finanziere ieri pomeriggio accoglieva due senegalesi che si erano avvicinati al nugolo di baschi verdi, con tanto di manganelli, che stazionava nei pressi di via molinella per chiarire pacificamente quanto avvenuto qualche ora prima con i suoi colleghi.
Le testimonianze sono tante e l’unica certezza è che tutti avevano pensato a tre malandrini che sottraevano
merce piuttosto che a tre “uomini dello stato” in servizio. Ma due finanzieri in ospedale gridano vendetta e così parte la rappresaglia, la caccia all’uomo nero dei reparti speciali della GDF in tenuta antisommossa che agitano manganelli e scudi per intimorire e far scappare i tanti migranti presenti in fiera.
La lotta alla contraffazione è la giustificazione dei baschi verdi per un pomeriggio di terrore e abusi all’interno della millenaria fiera che da sempre parla il linguaggio della contaminazione e dell’accoglienza.
Non ci sono giustificazioni che tengono.
Ancora una volta lo Stato mostra il suo volto becero e iniquo, forte con i deboli e tollerante con i forti. Siamo nella terra delle 488, delle tangenti a politici e amministratori della cosa pubblica, dei veleni seppelliti in ogni dove, delle case di riposo e cura dove gli anziani non muoiono mai per poter continuare ad incassare le rette, del lavoro nero, dello sfruttamento di minori e migranti nei campi come in qualsisi bar.
Cosenza è la lavatrice del denaro sporco che viene drenato attraverso banche e appalti pubblici ma tutto questo non fa scomodare i reparti speciali di nessun corpo dell’esercito. Un migrante che cerca di guadagnare qualche decina di euro vendendo ciasnfrusaglie, invece, attira l’attenzione della guardia di finanza. La legalità, quale? Quello che si è verificato oggi ha tanto di regolamento di conti e ben poco di lotta alla contraffazione che di sicuro non si elimina con l’arresto di qualche disperato e il sequestro di qualche borsa che si vede lontano un miglio essere “by Napoli”.

L’arroganza e il sottile razzismo manifestati dalle forze dell’ordine non è, però, il vero volto di una città che avccoglie e si confronta con le diversità, come nel caso di “ferarammersa” che in quest’anno ha fornito, gratuitamente, quatrocento posti letto e oltre duecento pasti ai migranti in ogni serata della fiera di San Giuseppe.
Siamo convinti però che forme sporadiche di accoglienza non risolvono la questione.

Ogni giorno siamo e saremo nelle strade, nei quartieri per stare al fianco di migranti, deboli, sfrutttati.

ferarammersa