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Alba (To): Polizia contro gli operai della Miroglio: due arresti e due denunce

Nuovo episodio di repressione contro chi protesta. Questa volta contro gli operai licenziati dalla Miroglio e contro gli attivisti arrivati ad Alba da altre località del Piemonte per esprimere solidarietà ai lavoratori. Due No Tav in manette e due giovani denunciati.

Ormai il copione è sempre quello: botte e denunce contro chi protesta. Ieri è toccato ai lavoratori dell’azienda tessile di Miroglio, ad Alba (Torino), mentre manifestavano contro il licenziamento dei dipendenti degli stabilimenti pugliesi. Per l’occasione nella località piemontese erano arrivati anche tre pullman carichi di lavoratori provenienti da Ginosa e Castellaneta, dopo 10 ore di viaggio.

La Miroglio è una vera e propria multinazionale del tessile con ben 13 mila dipendenti in tutto il mondo, e ora ha deciso di licenziarne 225 in Italia, nelle filiali pugliesi, dopo aver chiuso già quella di Castellaneta nel 2004. “Senza pensare – denunciano i lavoratori – che quasi tutti sono dipendenti con meno di 40 anni con figli a carico e mutui da pagare”.

La richiesta che i lavoratori fanno all’azienda è di prorogare la cassa integrazione e ritirare la mobilità, la cui procedura è stata già aperta e diventerà effettiva dal 7 luglio prossimo. A partire da quel giorno, infatti, i 225 operai (di Ginosa, Laterza e Castellaneta) saranno di fatto licenziati dopo tre anni di cassa integrazione e una vertenza lunga quaranta mesi nata con la chiusura dei due stabilimenti: prima Castellaneta e poi Ginosa nel marzo del 2009.

Per la trasferta ad Alba i sindacati avevano invitato anche il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che però ha risposto di «non poter essere fisicamente vicino a loro» poiché in agenda aveva ieri «diversi impegni istituzionali»…

Ma il presidio, nonostante fosse pacifico, ha subito la consueta pressione da parte delle cosiddette forze dell’ordine, che si sono concentrate nei confronti di quei manifestanti arrivati a dare man forte agli operai.

A fare le spese della repressione delle forze dell’ordine in assetto antisommossa questa volta sono stati due attivisti piemontesi del movimento No Tav, Pinuccia Cane e Giancarlo Ratti, rispettivamente di 50 e 48 anni, messi agli arresti domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale dopo esser stati spintonati e buttati a terra. Pinuccia Cane, che era già stata ferita dai celerini durante l’imboscata contro i No Tav alla stazione Porta Nuova di Torino a febbraio, anche questa volta ha dovuto far ricorso alle cure mediche. Durante l’intervento degli agenti anche altri manifestanti, esponenti de ‘Il collettivo’ di Bra e dello Slai Cobas di Taranto, arrivati per dare man forte ai lavoratori della Miroglio, sono stati fermati. Alla fine della giornata i denunciati a piede libero sono stati due attivisti di Bra.
Di seguito il comunicato del centro sociale “Il collettivo” di Bra (Cuneo) sui fatti di ieri mattina ad Alba
“Questa mattina 3 attivisti del collettivo si sono recati ad Alba, dopo aver saputo tramite un tam tam facebook, che si sarebbe svolto un presidio di più di 200 persone, licenziate dalla Miroglio, negli stabilimenti pugliesi. Quindi, d’accordo, con i compagni di Alba, abbiamo deciso di portare la nostra solidarietà ai lavoratori licenziati che giungevano, in 3 pullman, dopo 12 ore di viaggio, alcuni con le tende. Dopo aver conosciuto dei compagni di Taranto, che ci esprimevano gratitudine per la solidarietà, abbiamo pensato di fare uno striscione solidale.

Nemmeno il tempo di allargare lo striscione e le Forze di Occupazione si sono avvicinate tempestivamente e con aria non proprio tranquilla esigendo i documenti.

Al rifiuto di qualcuno, perché già palesemente conosciuto dalle stesse FDO, sono iniziati spintoni, strattoni e varie cose che conosciamo, durante i quali la nostra compagna Pinuccia è stata buttata per terra, e trattata in malo modo insieme a un altro compagno albese i quali sono stati ammanettati e portati via. I rimanenti, tra cui 3 nostri componenti, sono stati posti in stato fermo, aspettando le volanti, per essere condotti in caserma, insieme a dei compagni di Taranto, reclamandoci il fatto che non avessimo voluto fornire generalità, mentre avevamo già tutti consegnati i documenti, o gli avevamo in mano. I primi a essere portati via sono stati i due compagni di Alba, in manette. Sono seguite altre tre volanti per portare noi, e i compagni Tarantini. In caserma, dopo la perquisizione per trovare “armi, esplosivi e strumenti di effrazione”, alla quali sono risultati tutti negativi tranne due persone, denunciate a piede libero per avere nello zainetto uno, una forbice da elettricista (che serviva a tagliare lo striscione), e l’altro un coltellino svizzero, utile per il campeggio in programma di fronte all’azienda. Dopo un paio d’ore in caserma, hanno iniziato a rilasciare andare le persone uno per uno. E’ anche giunta un ambulanza per Pinuccia, che lamentava dolori alla gamba, i quali tutti noi conosciamo, chiedendo di essere portata in ospedale. Cosa che il medico del 118 ha ritenuto non necessaria, pur essendo evidente il gonfiore alla gamba, anche dovuto alla caduta. Usciamo da questa mattina, in cui volevamo esclusivamente portare la nostra solidarietà, a chi viene trattato come una macchina e riposto all’evenienza, con un compagno denunciato per un paio di forbici, e altri due compagni agli arresti domiciliari. Ci chiediamo come sia possibile, una reazione di questo tipo, nei confronti di chi non ha alcun reato imputabile e nemmeno si è rifiutato di fornire generalità”.