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Alfredo Cospito, prigioniero in sciopero della fame, come e oltre Bobby Sands

Accade in Italia. Un prigioniero politico anarchico, Alfredo Cospito, è dal 20 ottobre in sciopero della fame, oltre il limite di Bobby Sands, martire della lotta del popolo irlandese, che non sopravvisse al 66esimo giorno nel famigerato Blocco H del carcere di Long Kesh nel 1981.

Il caso di Alfredo Cospito è finalmente rimbalzato all’attenzione mediatica e giuridica, mentre rimane latitante quella della politica.

Alfredo Cospito è stato arrestato e condannato per il ferimento di un dirigente della Ansaldo nucleare e con l’accusa di aver fatto esplodere due ordigni a bassa intensità nella sede di una scuola per allievi carabinieri in provincia di Cuneo. L’esplosione, avvenuta in orario notturno, non ha causato alcuna vittima e neppure danni gravi. Eppure lo scorso luglio, il reato venne riformulato in una fattispecie molto più grave dell’originaria, dal momento che passò dall’art. 280 c.p, ovvero “attentato per finalità terroristiche”,  a “strage ai danni dello Stato”, ex art. 285 c.p.. Si tratta di uno dei reati più gravi previsti dall’ordinamento italiano, che apre la strada all’egastolo ostativo, conosciuto sinteticamente con la definizione “fine pena mai”. Non solo: nel maggio 2022, a Cospito venne comminato anche il regime 41bis, ovvero il regime di carcere duro.

La questione, se sul piano politico si configura come un vero e proprio accanimento giudiziario e carcerario,  si è ulteriormente complicata, dal momento che, mentre il 20 dicembre scorso il Tribunale di sorveglianza ha stabilito che il detenuto permanga nel regime carcerario previsto del 41 bis, la Corte di Torino ha contemporaneamente accolto la richiesta della difesa, tesa a contestare la riformulazione del reato il 285 c.p. Ciò è valso a inviare la questione alla Corte Costituzionale che, se l’esito risultasse positivo potrebbe vedere una riduzione della pena dall’ergastolo a 21- 24 anni di carcere.

Nel frattempo, nel paese continuano sia le mobilitazioni e si sono aperte anche brecce nel sistema mediatico. La richiesta diffusa è la sospensione immediata dell’applicazione dell’art.41 bis a Cospito ma è evidente come la vera questione sia la natura punitiva delle sentenze contro il prigioniero anarchico per l’evidente sproporzione dei fatti rispetto alla condanna.

Il rischio che un prigioniero politico muoia nelle carceri italiane a seguito di uno sciopero della fame, si va palesando concretamente, evidenziando responsabilità politiche, giudiziarie e carcerarie pesanti per lo Stato.

Per quanto riguarda le mobilitazioni, ieri a Firenze si è tenuto un Sit-In per Alfredo Cospito in piazza SS Annunziata, in giro per l’Italia si sono svolti vari presidi, mentre altri sono annunciati il 31 dicembre prossimo con una manifestazione a Roma il 31 dicembre e un presidio sotto al carcere sardo di Bancali, il 1° gennaio 2023 dove Cospito è rinchiuso.

da contropiano

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