Alfredo Cospito trasferito all’ospedale San Paolo di Milano
Alfredo Cospito, in sciopero della fame da 115 giorni, è stato trasferito questo pomeriggio dal carcere di Opera all’ospedale San Paolo di Milano, in una delle stanze riservate ai detenuti in 41 bis. Alfredo sembrerebbe essere stato ricoverato nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale milanese su indicazione dei medici. Secondo il medico di parte rischia un edema celebrale
Le critiche condizioni di salute di Alfredo Cospito erano state già segnalate da Andrea Crosignani, medico di parte che lo aveva visitato proprio questo sabato mattina nel carcere di Opera. “Pesa 71 chili ed è a rischio di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali.” E’ quanto ha riferito Crosignani all’avvocato Flavio Rossi Albertini dopo la visita effettuata oggi. Ma Alfredo “è determinato ad andare avanti con la protesta. E’ lucido e cammina sulle proprie gambe. Anche se ho cercato di convincerlo a riprendere il potassio per ridurre il rischio di queste aritmie. I parametri tengono ma basta poco perchè la situazione precipiti senza dei segni particolari di allarme”.
Da Radio Onda Rossa le parole di Andrea Crosignani, medico di parte, dopo la visita in mattinata ad Alfredo Cospito. Ascolta o Scarica.
A mantenere accesa la protesta anche la linea dura da parte del Ministro della Giustizia Nordio. Sono state rese note le motivazioni del rigetto alla revoca del 41 bis firmato dal Ministro della giustizia. Nordio ha sostenuto nel suo diniego che lo sciopero della fame di Cospito sia una forma di protesta violenta perchè ha detto ‘il corpo è la mia arma’. “Il corpo di Alfredo Cospito è divenuto il catalizzatore che serviva all’azione strategica del detenuto che chiedeva unità di intenti e obiettivi pur lasciando a ciascuna formazione la libertà e l’autodeterminazione in relazione alla tipologia di atti da compiere” ha sostenuto Nordio aggiungendo che “le condizioni di salute di Cospito non sono tali da incidere in maniera significativa sulla sua rilevante pericolosità sociale e non sono idonee a giustificare l’adozione del domandato provvedimento di revoca anticipata del regime differenziato previsto dal 41 bis”
Il collegamento di Radio Onda d’Urto dalla manifestazione con una compagna dell’assemblea contro il 41 bis e l’ergastolo. Ascolta o Scarica.
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Cos’è “socialmente pericoloso” per questo stato borghese è ormai chiaro a tutt*, e se non lo fosse è lo stesso Nordio che lo sottolinea: “le condizioni di salute di Cospito non sono tali da incidere in maniera significativa sulla sua rilevante pericolosità sociale”. Ciò vuol dire una cosa sola, anzi 2, complementari e strettamente legate. a) vogliono neutralizzare la “pericolosità sociale” di Alfredo uccidendolo, perché solo da morto smetterà di essere “socialmente pericoloso”; b) uccidendo Alfredo la borghesia imperialista cerca di controllare e neutralizzare qualsiasi processo di cambiamento radicale di questa società. Ma la “rivoluzione è un fiore che non muore”, e lo sa bene la borghesia al potere, perché è essa stessa che alleva al suo seno i suoi “becchini”, il proletariato cosciente, unica forza che può volgere a favore dello sviluppo dell’umanità la contraddizione “distruttiva” a cui è giunto il sistema del capitale.