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Amburgo: Ricominciano i processi contro le manifestazioni per il G20

Gli eventi del 7 luglio 2017 ad Amburgo nella via Rondenbarg erano già stati oggetto di un primo processo contro Fabio V., giovane attivista di Feltre detenuto in custodia preventiva per quasi cinque mesi, oramai tre anni fa. Poi, a febbraio 2018 il colpo di scena: la giudice è incinta, tutto è da rifare[1].

Oggi, 3 dicembre, si riprende al Tribunale centrale di Amburgo, in Sievekingplatz 3, contro altri cinque partecipanti a quel corteo, tre ragazze e due ragazzi tra i 16 e 17 anni all’epoca dei fatti.

G20_03.12.20

Il tribunale ha emesso in questi giorni un dettagliato comunicato stampa[2]. La Procura ha deciso di considerare gli attivisti corresponsabili di quanto presuntivamente commesso durante il corteo. Sono accusati di reati che vanno dalla grave violazione della pace cittadina, all’aggressione e tentate lesioni alle forze dell’ordine, fino alla formazione di gruppi armati e danni alla proprietà.

Nessuna accusa si riferisce, però, ad atti compiuti individualmente: i ragazzi si trovavano lì col gruppo, dunque sono stati complici di ciò che è successo dopo. Secondo la ricostruzione della Procura, i cinque attivisti facevano parte di un gruppo di 150-200 persone che aveva lasciato il Volkspark di Amburgo intorno alle 6 del mattino del 7 luglio 2017, dirigendosi verso il centro della città. Lungo la strada avrebbe quindi rotto uno spazio pubblicitario, nei pressi di una fermata dell’autobus. All’angolo tra le vie Schnackenburgallee e Rondenbarg, il corteo avrebbe poi lanciato pietre contro le auto della polizia.

Nel corso del processo a Fabio V. sono stati mostrati i video della polizia[3]. Da questi e dalle testimonianze rese dagli agenti è emerso chiaramente come il corteo in movimento fosse stato attaccato e accerchiato dalla polizia di Blumberg, mentre dietro si trovavano posizionati un certo numero di cannoni ad acqua, con il chiaro obiettivo di bloccare con la forza i manifestanti. Il risultato è noto a quanti hanno seguito la vicenda su tutti i media tedeschi e qualche media italiano: oltre 50 arresti e almeno 14 manifestanti feriti, alcuni in modo grave; nessun ferito tra i poliziotti e forse un veicolo delle forze dell’ordine colpito senza danni.

L’udienza di oggi fa parte di un processo con i medesimi capi d’imputazione nei confronti di altri 14 imputati, tutti minori di 21 anni all’epoca dei fatti e dunque attratti, per il diritto processuale tedesco, all’ambito penale minorile. Ma per far presto hanno separato qualche posizione, almeno per il momento. La Procura ha rinviato a giudizio per i medesimi reati, e sempre con l’accusa di complicità, un totale di 73 attivisti e attiviste, tra maggiorenni e minorenni.

Il processo si svolge a porte chiuse, per “proteggere i giovani imputati e a scopo educativo”. Nel bilanciamento tra principi di tutela della parte e pubblicità del giudizio è prevalso il primo, nonostante gli imputati siano nel frattempo divenuti maggiorenni. Ma non sta mancando il supporto di chi, in piazza, sta facendo sentire la propria voce, per protestare contro le tante, troppe omissioni nella conduzione delle indagini e il tentativo di criminalizzazione delle proteste.

È evidente come si tratti di una fase delicatissima, perché questo processo potrà incidere sui successivi e anche avere ripercussioni serie sul diritto a manifestare liberamente. Infatti, se la tesi della corresponsabilità, priva di una sia pur minima condotta attiva nella commissione dei reati contestati, riuscirà a passare potrebbe creare un vulnus di tutela nei confronti di tutti coloro che manifestano, con il rischio di subire una condanna per comportamenti del tutto legittimi di partecipazione a manifestazioni.  Senza contare che in uno stato di diritto, anche nell’ipotesi di violazione effettiva di norme penali, le sanzioni devono essere proporzionate e bilanciate sul rispetto dei principi fondamentali delle costituzioni democratiche.

In tutta la Germania, sono iniziate già la settimana scorsa, a partire dal 27 e 28 novembre, iniziative con spazi informativi per l’inizio del processo[4]. Nuove manifestazioni, incontri e presidi sono previsti ad Amburgo il 3 dicembre davanti al tribunale e il 5 dicembre con una manifestazione nazionale. È partita anche una raccolta fondi per sostenere le spese degli imputati: molti di loro vivono lontano da Amburgo e devono conciliare studio o lavoro con l’obbligo di essere presenti alle udienze previste ogni settimana, probabilmente per molti mesi.

Jamila Baroni e Margherita D’Andrea

Note:

[1] https://www.osservatoriorepressione.info/g20-hamburg-rifare/

[2] https://justiz.hamburg.de/pressemitteilungen/14681614/pressemitteilung-2020-11-27-olg-01/

[3] https://www.ardmediathek.de/ard/video/panorama-3/g20-vorfall-am-rondenbarg-das-polizeivideo/ndr-fernsehen/Y3JpZDovL25kci5kZS85NzIzYmZiMC05ZTNjLTRkNjYtYTBiYi1hNWZjZjdiNWE3Yzk/

 

[4] https://rondenbarg-prozess.rote-hilfe.de/