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Appello a Mattarella a non firmare il ddl sicurezza

Ultima generazione: Mattarella, non prestarti a una firma vigliacca. La morte del giovane Ramy anticipa la condizione di protezione e impunità verso gli abusi della polizia che avverrà con la nuova legge

Vorremmo chiedere a Mattarella quanto sia possibile appellarsi alla neutralità della propria funzione quando il progetto politico che il governo porta avanti è chiaramente anti-democratico.

Vorremmo chiedergli cosa avrebbe fatto un presidente come Pertini davanti ad una proposta del genere.

Vorremmo chiedergli come possiamo sentirci garantiti da chi, eletto al secondo mandato dalla stragrande maggioranza del Parlamento, in questi anni non è riuscito a imporre mai la propria voce nel dibattito pubblico se non nel far eleggere il governo Draghi e continuare la svendita del paese?

Le grida di dolore per le incessanti morti sul lavoro vengono ignorate, sepolte sotto un mare di parole paternalistiche e prive di sostanza. Stavolta, però, non è solo il disinteresse a preoccupare: è la certezza che dietro questa retorica vuota si nasconde una volontà deliberata di portare il Paese verso una deriva autoritaria sempre più evidente. Non è paura per il nostro Paese, è rabbia per la sistematica demolizione dei suoi valori democratici, con il Presidente Mattarella che, con il suo silenzio e la sua complicità, tradisce i principi fondamentali della Costituzione che dovrebbe incarnare e difendere.

Cos’è il patriottismo?

Il tema del patriottismo è stato al centro del discorso di fine anno del Presidente Mattarella.

Saranno da considerare ‘patrioti’ gli esponenti delle forze dell’ordine che, se verrà approvato il ddl Sicurezza, avranno garantita la protezione legale per gli abusi che commetteranno sulle persone che manifesteranno pacificamente in maniera nonviolenta? Sono forse dei ‘patrioti’ i carabinieri che hanno provocato la morte di Ramy? Oppure i poliziotti della questura di Brescia, che lunedì hanno fatto denudare delle persone che erano lì per normali procedure identificative a seguito dell’azione nonviolenta davanti la sede di Leonardo s.p.a.?

Il governo soffia pericolosamente sul fuoco, Mattarella che farà?

Dopo gli scontri di sabato a Bologna e Roma, il Governo sfrutta subito l’occasione per accelerare l’approvazione del ddl Sicurezza: una legge che instaurerà di fatto uno stato di polizia, soffocando ogni protesta pacifica. Un disegno di legge impantanato per mesi, ora ripescato dalle paludi parlamentari nonostante i rilievi del Quirinale e del Consiglio d’Europa, viene usato per intimidire chiunque non aderisca alla reazionaria visione della società della maggioranza. Che faranno le opposizioni? Assisteranno passivamente, come nel 1924, alla nascita di un nuovo fascismo, o si batteranno nelle piazze? E Mattarella? Si limiterà a firmare, tradendo ancora una volta la Costituzione? Ci sarà di nuovo la firma di rito, per l’ennesima legge che non condivide e che ritiene sbagliata, o avrà finalmente il coraggio di fermare questo assalto autoritario?

Mattarella, il diritto al dissenso democratico è il sale della nostra costituzione

Chiediamo che Mattarella non firmi il ddl Sicurezza, già approvato dalla Camera il 18 settembre: una legge che introduce nuove misure repressive, inasprisce pene e crea nuovi reati per colpire la libertà di protesta. È il più grande attacco alla democrazia repubblicana e la nostra petizione, già a quota 25 mila, ne è la prova. Con una trentina di nuovi reati e sanzioni, questo Governo mostra il suo volto più autoritario, riducendo la “sicurezza” a un arsenale di divieti e punizioni, mentre ignora la vera sicurezza sociale, lavorativa e umana. Se Mattarella firmasse, confermerebbe che anche il Quirinale è complice del passaggio della nostra Repubblica a una “democratura”. Sta quindi a noi cittadini reagire: collettivamente, con la disobbedienza nonviolenta, possiamo rompere l’isolamento che vogliono imporci, pretendendo giustizia e un futuro vivibile.

Chiediamo a tutte le persone di attivarsi sottoscrivendo la petizione a questo link.

 

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