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Appello per una legge contro la tortura

È una questione di civiltà L’Italia attende da 25 anni
In Italia la tortura non è reato. In assenza del crimine di tortura non resta che l’impunità.

La violenza di un pubblico ufficiale nei confronti di un cittadino non è una violenza privata. Riguarda tutti noi, poiché è messa in atto da colui che dovrebbe invece tutelarci, da liberi e da detenuti.

Sono venticinque anni che l’Italia è inadempiente rispetto a quanto richiesto dalla Convezione contro la tortura delle Nazioni Unite, che il nostro Paese ha ratificato: prevedere il crimine di tortura all’interno degli ordinamenti dei singoli Paesi.

Quanto accaduto nel 2001 alla scuola Diaz ha ricordato a tutti che la tortura non riguarda solo luoghi lontani ma anche le nostre grandi democrazie. Il caso di Stefano Cucchi, la recente sentenza di un giudice di Asti e tanti altri episodi dimostrano che riguarda anche l’Italia.

Per questo chiediamo al Parlamento di approvare subito una legge che introduca il crimine di tortura nel nostro codice penale, riproducendo la stessa definizione presente nel Trattato Onu.

Una sola norma già scritta in un atto internazionale. Per approvarla ci vuole molto poco.



Primi firmatari:

Andrea Camilleri, Massimo Carlotto, Ascanio Celestini, Cristina Comencini,Erri De Luca, Luigi Ferrajoli, Rita Levi Montalcini, Elena Paciotti, Mauro Palma,Stefano Rodotà, Daniele Vicari



E dal mondo della giustizia e dei diritti umani

Don Luigi Ciotti (Libera, Gruppo Abele), Franco Corleone (coord. Garanti territoriali), Daniela De Robert (Usigrai, Vic – Caritas), Roberto Di Giovan Paolo (Forum salute in carcere), Ornella Favero (Ristretti Orizzonti), Elisabetta Laganà (CNVG),Luigi Manconi (A buon diritto), Alessandro Margara (ex capo Dap), Carlo Renoldi (Magistratura Democratica),Marco Solimano (Arci),Valerio Spigarelli (Ucpi), Irene Testa (Detenuto Ignoto),Christine Weise (Amnesty International).