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Appello: Solidarietà a Lino e a tutti agli antifascisti sottoprocesso

Il 06 giugno presso il tribunale di Genova, si terrà l’udienza d’appello al compagno Lino Parra, storico membro del Partito dei CARC, lavoratore e antifascista che nel 2009 si mobilitò contro il disegno reazionario delle ronde previsto dal “pacchetto sicurezza” dell’allora Governo Berlusconi. Questo è uno dei numerosi processi a carico di compagni e compagne del P.CARC, per essersi opposti ai disegni reazionari dell’allora Ministro Maroni, a riprova dell’accanimento e della persecuzione che all’epoca si scatenò e che perdura tutt’oggi, contro chi, legittimamente e conformemente ai dettami costituzionali, si attivò per farla finita con i tentativi di riabilitazione del fascismo.

I fatti. Siamo nel 2009 a Massa, il consigliere comunale de “La Destra”, Stefano Benedetti, noto fascista della zona, formò la ronda “SSS” (Servizio Sicurezza Sociale…) per pattugliare le strade contro la presenza di immigrati. La sera del 25 luglio compagni e antifascisti, tra cui lo stesso Lino, organizzarono una Ronda Popolare Antifascista per impedire i pattugliamenti dei nostalgici del Duce. Polizia e Carabinieri intervennero per spalleggiare i fascisti e ne nacquero tafferugli a causa dei quali quattro compagni furono arrestati. Alla repressione, alle provocazioni e alle botte, i compagni risposero in modo compatto e deciso: presidio di fronte alla Questura per pretendere il rilascio degli arrestati, blocchi stradali e blocco ferroviario per tutta la notte, conferenza stampa la mattina successiva.

Il compagno Lino è accusato di avere diffamato l’Ispettore Capo della Questura di Massa, Angelo Valentini, definendolo “picchiatore fascista” durante un presidio, nell’ambito delle suddette mobilitazioni. Il giudice in prima udienza ha accolto la richiesta di risarcimento avanzata dall’Ispettore Capo, condannando Lino a 15.000 euro di risarcimento danni per avere offeso “l’onore” dell’agente!

Sì, “l’onore” di quello stesso soggetto che:

denunciò il Presidente dell’ANPI, Ermenegildo Della Bianchina, classe 1920, ex partigiano, del reato di riunione non preavvisata per aver partecipato ad un’iniziativa promossa dall’ANPI per cancellare una svastica disegnata sulla lapide del giovane partigiano Aldo Salvetti, trucidato a Massa, dai fascisti durante la Resistenza;

durante l’arresto picchiò Samuele Bertoneri (lo prese a testate), impedendo anche l’arrivo delle autoambulanze chiamate dai compagni per soccorrere il giovane;

con le sue denunce, cerca di speculare economicamente sulla pelle dei lavoratori, arrivando a chiedere risarcimenti per decine di migliaia di euro per presunti “danni morali o fisici”. Certo, usare le manifestazioni di quanti difendono e applicano la Costituzione, per montare denunce ed “estorcere” soldi ai lavoratori è veramente “onorevole”! Sono i lavoratori che devono chiedere atto delle ingiustizie, dei soprusi, dei morti sul lavoro, delle stragi di stato come quella di Viareggio, della Moby Prince, della Thyssen, dei morti nelle questure e nelle piazze: Cucchi, il massacro alla Diaz, Aldovrandi… altro che Valentini e il suo “onore offeso”!

In verità, l’oggetto del dibattimento è ben altro: è tra chi ha fatto valere e fa valere tutt’oggi la nostra Costituzione applicandola nei fatti e chi l’aggira e la viola apertamente come ha fatto l’Ispettore Capo Angelo Valentini che, la notte delle ronde, spalleggiò i fascisti, lasciandoli scorrazzare tra saluti romani e provocazioni. Gli antifascisti che si mobilitarono la sera del 25 luglio 2009, hanno dimostrato che il modo più efficace di difendere la Costituzione e i suoi valori, come l’antifascismo, è quello di attuarla senza farsi legare le mani da leggi, norme e prassi correnti che nella stragrande maggioranza dei casi violano esse stesse lo spirito e spesso anche la lettera della Costituzione. È un insegnamento che vale per tutti coloro che oggi resistono agli effetti peggiori della crisi, alle decine di organismi operai e popolari sparsi sul nostro territorio: dagli operai della Rational, che da un mese stanno autogestendo la loro fabbrica, a quelli della Lucchini, Ginori, Piaggio, Sanac, alle Mamme No Inceneritore e Comitati della Piana che si battono contro le nocività, fino agli studenti in lotta contro lo smantellamento del diritto allo studio universitario e l’applicazione della Buona Scuola, solo per fare alcuni esempi.

Invitiamo, quindi, tutti ad unirsi alla mobilitazione in difesa del compagno Lino Parra sotto processo e contribuire anche economicamente, in modo da spuntare le armi della repressione che tenta di colpirci costringendo chi lotta a sostenere continue spese legali.

Federazione Toscana del Partito dei CARC