“Appendere uno striscione non è reato”. I magistrati di Torino archiviano le denunce a Extinction Rebellion e Fridays for Future
- gennaio 29, 2024
- in lotte sociali
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Sono cadute tutte le accuse contro gli attivisti di Extinction Rebellion e Fridays for Future per aver appeso, a novembre 2023, uno striscione dal tetto dell’Oval di Torino durante l’Aerospace and Defence Meeting. Reati come “invasione” e “violenza privata” sono stati archiviati con formula piena.
di Extinction Rebellion
“Il fatto non sussiste”: con questa motivazione il giudice ha accolto la richiesta di archiviazione del pubblico ministero per le denunce per i 9 attivisti di Extinction Rebellion e Fridays for Future che, il 29 novembre 2023, durante l’Aerospace and Defence Meeting, si erano calati con gli imbraghi dal tetto dell’Oval Lingotto e avevano appeso un grande striscione con scritto: “Qui si finanzia guerra e crisi climatica”. I capi d’accusa immaginati dalla Questura, oltre alle aggravanti per il numero di manifestanti e per concorso morale, erano: manifestazione non preavvisata (art. 18 TULPS), non ottemperanza con un ordine dell’autorità (art. 650 cp), invasione (art. 633 cp) e violenza privata (art. 610 cp). Netta la valutazione del pubblico ministero, dott.ssa Valentina Sellaroli, che ha ben argomentato la richiesta di archiviazione: “le condotte statiche e ostruzionistiche degli indagati non integrano nessuna forma di violenza nemmeno impropria”.
“Le motivazioni della giudice sono una bella lezione di democrazia in difesa del diritto di manifestazione” riporta Extinction Rebellion. Ma le conseguenze legali del 29 novembre, per sei dei nove attivisti, sono state ben più pesanti delle denunce. Oltre alle sei ore di fermo illegittimo in Questura, in uno stanzino sporco, quattro persone sono state infatti espulse da Torino fino a 2 anni e altre due, hanno poi ricevuto due “avvisi orali” firmati dal Questore. “La notizia di oggi ci conferma che il Questore di Torino ha deciso arbitrariamente che sei persone incensurate, che a questo punto possiamo finalmente dire che non avevano commesso alcun reato, siano pericolose per la sicurezza di Torino, al punto da cacciarle della città” dichiara Filippo. “Procederemo con il ricorso al TAR, ma i ricorsi costano migliaia di euro. Migliaia di euro per provvedimenti illegittimi. Chi ci ripagherà?”. Dure anche le parole dell’avvocato Marino Careglio, che difendeva gli attivisti “La magistratura torinese ha archiviato – e non è la prima volta – una denuncia avanzata dalla locale Questura nei confronti di attivisti ambientali di Extinction Rebellion e Fridays for Future, che si sono limitati ad esercitare diritti costituzionalmente garantiti, quali quello di riunione e di libera manifestazione del pensiero” dichiara l’avvocato. “Mi auguro che per il futuro le forze dell’ordine siano più prudenti nel denunciare ragazze e ragazzi che, con modalità del tutto pacifiche e non violente, come ben sottolinea la richiesta di archiviazione accolta, si mobilitano per sensibilizzare i governi ad affrontare seriamente la grave crisi climatica in atto, raccogliendo il grido di allarme espresso già da molti anni dalla comunità scientifica internazionale”.
La settimana scorsa, dopo la votazione alla Camera della cosiddetta “legge eco-proteste”, alle domande dei giornalisti che chiedevano se le stesse pene saranno applicate anche al caso del quadro trafugato e alterato da Vittorio Sgarbi, il Ministro della Cultura Sangiuliano rispondeva: “Ci vuole sempre un processo, no? Che fanno i magistrati”. Processo che evidentemente non bisogna invece aspettare quando si tratta di chiunque contesti l’operato del governo, quando gli esponenti politici del governo invocano pubblicamente la galera e pene esemplari per proteste pacifiche che, quasi sempre, non superano nemmeno il vaglio della magistratura.
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