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Bimbi in carcere. E la chiamano sicurezza

A Palazzo Chigi vince ancora la linea sicuritaria. Introduzione di nuovi reati e innalzamento delle pene, tutto a favore delle forze di polizia: è questo il succo del “pacchetto sicurezza” approvato in Cdm dopo l’incontro a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri competenti, tra cui Carlo Nordio, con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze del personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico.

di Valentina Stella da il dubbio

Numerose le novità. Fonti di Palazzo Chigi hanno così riassunto il provvedimento: “Più tutele per le Forze dell’ordine oggetto di violenza o lesioni, l’introduzione di un nuovo reato per punire chi partecipa e/o organizza rivolte nelle carceri, il contrasto alle occupazioni abusive con procedure “lampo” per la liberazione degli immobili, la stretta alle truffe nei confronti degli anziani, misure specifiche anti-borseggio e anti-accattonaggio dei minori”.

Le misure nel dettaglio – Viene introdotto un nuovo reato che “punisce chi organizza o partecipa ad una rivolta in un carcere con atti di violenza, minaccia o con altre condotte pericolose. La pena è da 2 a 8 anni per chi organizza la rivolta e da 1 a 5 anni per chi partecipa. Sono previste apposite aggravanti, fino a dieci anni, nel caso di uso di armi”. Un’ulteriore fattispecie di reato “punisce chi istiga la rivolta, anche dall’esterno del carcere, con scritti diretti ai detenuti”. Punita anche la disobbedienza: “Chiunque, all’interno di un istituto penitenziario, mediante atti di violenza o minaccia, di resistenza anche passiva all’esecuzione degli ordini impartiti ovvero mediante tentativi di evasione, commessi da tre o più persone riunite, promuove, organizza, dirige una rivolta è punito con la reclusione da due a otto anni”.

Come anticipato nella bozza è confermato “un regime più articolato per l’esecuzione della pena per le donne condannate quando sono in stato di gravidanza o sono madri di figli fino a tre anni. Non è più obbligatorio il rinvio dell’esecuzione della pena, ma è mantenuta tale facoltà in presenza dei requisiti di legge”. Tra gli elementi che possono influire nella valutazione del giudice “ci sarà, per esempio, la recidiva. È stata poi prevista la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età)”. Quindi per le detenute incinte o con figli sotto un anno si prevede la custodia attenuata negli Icam. Viene introdotto anche un “aggravamento di pena nei casi in cui i reati di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale siano commessi contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria”.

Si prevede altresì che “gli agenti di pubblica sicurezza, già autorizzati al porto di un’arma da fuoco di servizio, possono detenere un’arma da fuoco privata, diversa da quella di ordinanza, senza ulteriore licenza”. Si tratta, hanno fatto sapere sempre fonti di Palazzo Chigi, di una “norma molto attesa dal comparto e che consentirà, ad esempio, agli agenti di avere fuori dal servizio un’arma più leggera al posto di quella d’ordinanza, di solito molto più pesante”. È introdotto un “nuovo delitto, perseguibile a querela della persona offesa, che punisce con la reclusione da 2 a 7 anni chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui, o comunque impedisce il rientro nell’immobile del proprietario o di colui che lo deteneva”.

Per rendere più efficace questa norma vengono introdotte “due misure. La prima: è prevista una causa di non punibilità per l’occupante che collabora all’accertamento dei fatti e rilascia volontariamente l’immobile occupato; la seconda: viene disciplinato un apposito procedimento, molto veloce, per ottenere la liberazione dell’immobile e la sua restituzione a chi ne ha diritto”. In via ordinaria su questo provvederà il “giudice, ma nei casi urgenti, in cui l’immobile occupato sia ad esempio l’unica abitazione della persona offesa, è prevista la possibilità che la liberazione/restituzione dell’immobile sia effettuata direttamente dalle forze di polizia che hanno ricevuto la denuncia, fermo l’intervento successivo di convalida del pubblico ministero e del giudice”.

Prevista una stretta sulle truffe commesse ai danni degli anziani e delle persone più fragili. Viene aumentata la pena di reclusione da 2 a 6 anni per la truffa aggravata e viene prevista, per quest’ipotesi, anche la possibilità per le Forze dell’Ordine di procedere ad arresto in flagranza. Infine il ddl prevede che il “Questore potrà disporre il divieto di accesso nelle metropolitane, nelle stazioni ferroviarie e nei porti per chi è già stato denunciato o condannato per furto, rapina o altri reati contro il patrimonio o la persona commessi in quei luoghi”.

Le prime reazioni – “Orgogliosa dell’importante “pacchetto sicurezza” approvato in Consiglio dei Ministri”, ha scritto sui social la premier Meloni. Dall’opposizione invece arrivano le critiche. “Apprendiamo che arriverà in Cdm, con tanto di post di Salvini, la norma che elimina l’obbligatorietà del rinvio della pena per le donne incinte e con figli piccoli. Un vero e proprio obbrobrio. Ma il ministro Nordio possibile che non abbia niente da dire? Tutti gli impegni sul carcere, a parte le improbabili ristrutturazioni delle caserme, che fine hanno fatto?”, ha commentato la vicepresidente dem del Senato, Anna Rossomando. Ha parlato anche il capogruppo Avs in commissione Giustizia Devis Dori: “Il ministro Nordio non fa che dire “meno carcere”: ma forse questo vale solo per i colletti bianchi?”.

 

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