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Bolivia: la destra golpista si autoproclama alla guida del paese. Sette morti negli scontri delle ultime ore

Un Guaidò in salsa boliviana per portare a compimento il golpe contro il legittimo presidente Evo Morales, costretto alle dimissioni e riparare in Messico perché i fascisti che parlano di democrazia da restaurare in Bolivia volevano ammazzarlo.

La senatrice dell’opposizione di destra, Jeanine Áñez, si autoproclamata presidente provvisoria di della Bolivia, dopo l’apertura dell’Assemblea Legislativa al Senato e dopo la sospensione della sessione della Camera dei Deputati a causa della mancanza di quorum.

Assumo immediatamente la presidenza dello Stato e prometto di prendere tutte le misure necessarie per pacificare il paese“, ha affermato Añez

La Camera dei Deputati ha tentato di installare una sessione; tuttavia, non esiste alcun quorum per portarlo avanti perché i membri dell’Assemblea del Movimento per il Socialismo non hanno partecipato.

Il gruppo del MAS non ha partecipato al Parlamento, dopo aver richiesto “garanzie” affinché i deputati potessero arrivare in sicurezza a La Paz.

Il Parlamento si trova circondato dalle barricate e dai militari golpisti. Insomma, mancano i requisiti minimi per l’agibilità politica dei legislatori del Movimento al Socialismo.

Qualcuno ancora non riesce a definirlo golpe. Da non credere. Cos’altro sarebbe, vien da chiedersi a questo punto?

Evo Morales il presidente della Bolivia, ormai deposto da un colpo di Stato di carattere fascista, arrivato a Città del Messico dopo un tumultuoso viaggio verso il paese che gli ha concesso asilo visto che la sua vita era in grave pericolo, ha ringraziato il governo del Messico.

«Sono molto grato al governo del Messico perché mi ha salvato la vita. Il 9 novembre, un soldato ha ricevuto un’offerta di $ 50.000 in cambio della mia consegna», ha affermato Morales dall’aeroporto.

Il politico boliviano ha spiegato che nelle ore successive al colpo di Stato contro di lui, i membri della sua squadra di sicurezza gli hanno mostrato registrazioni con offerte di denaro della consegna di Morales ai suoi nemici politici.

«Finché avrò vita, continueremo a fare politica, la lotta continuerà e siamo sicuri che i popoli abbiano tutto il diritto di liberarsi. Pensavo che avevamo chiuso con l’oppressione, la discriminazione, l’umiliazione, ma sorgono altri gruppi che non rispettano la vita e meno ancora la patria».

«Sorelle e fratelli, se ho commesso qualche reato, è quello di essere indigeno», ha affermato Morales. «Il nostro peccato, abbiamo implementato programmi sociali per i più umili cercando uguaglianza e giustizia.

Ci sarà pace solo quando ci sarà giustizia sociale», ha aggiunto Morales.

«Hanno bruciato i tribunali elettorali, bruciato il quartier generale del sindacato, bruciato le case delle nostre autorità, saccheggiato la casa di mia sorella, saccheggiato la mia casa a Cochabamba (…)», ha denunciato Morales, sottolineando di aver rassegnato le dimissioni in modo che “non ci siano  ulteriori spargimenti di sangue e scontri».

«Il nostro peggior crimine o peccato è che siamo ideologicamente antimperialisti. Sappia il mondo intero che non cambierò ideologicamente nonostante il golpe», ha detto.

Per motivi di sicurezza, il governo messicano non ha rilasciato informazioni su dove Morales passerà la notte con i suoi collaboratori.

Migliaia di indigeni si sono mobilitati in Bolivia oggi per respingere il colpo di stato contro Evo Morales, che ha accettato l’asilo politico offerto dal governo del Messico dopo le minacce ai dirigenti del Mas, il partito del presidente Morales, e le loro famiglie.

Lunedì, nella città di El Alto, dipartimento di La Paz, migliaia di persone hanno iniziato a scendere in piazza con la bandiera Whipala, che rappresenta le popolazioni indigene della Bolivia, per protestare contro il colpo di stato.

In questa città, i seguaci del partito Movement to Socialism (MAS) hanno denunciato di essere stati vittima di un linciaggio da parte della polizia durante le proteste.

Gli indigeni sono accorsi a La Paz per ribadire il loro pieno sostegno al presidente legittimo vittima del golpe. Sono arrivati ??da El Alto ma vengono dal basso.

Il capo della polizia de La Paz, il colonnello José Barrenechea, ha chiesto alle Forze Armate che intervengano nella capitale della Bolivia.

Violenti scontri con almeno 7 morti si sono registrati nelle ultime ore, con l’incendio di alcune sedi di partiti golpisti, difese dall’esercito.